C'è stata un'era precisa, nel passato di qualche lustro fa, in cui RPG Maker diede realmente gli strumenti a tutti gli aspiranti creatori di videogiochi di ruolo di sfogare la loro fantasia ed estro creativo. Non è un caso che proprio RPG Maker abbia nuovamente scelto di legarsi Nintendo Switch con un remake sicuramente inatteso di un prodotto molto peculiare di inizio decennio scorso. Non serve ripetere che i giochi indipendenti stiano beneficiando enormemente dell'ibrida Nintendo: Switch ha letteralmente salvato la passione a milioni di giocatori meno giovani e garantito introiti a una lista sterminata di studi di sviluppo da garage. RPG Maker, che nominalmente nasce per dare agli appassionati la possibilità di creare giochi di ruolo, è stato in realtà fonte di tantissime perle indipendenti, non da ultimo lo stesso chiacchieratissimo OMORI. Ib è un altro di quei titoli nato nell'underground della rete nel 2012 e diventato con il tempo un prodotto di nicchia, ma con un suo seguito appassionato: oggi accogliamo l'arrivo su Nintendo Switch della sua versione rivista e aggiornata, già presente su Steam. Scoprite con noi se vale la pena di assaporare di nuovo quelle atmosfere nella recensione di Ib.
Una mostra inaspettata
Partiamo con una grande confessione: su Ib non diremo molto perché, banalmente, si tratta di un gioco molto breve, tanto lineare ed essenziale nel gameplay quanto originale e creativo nelle sue soluzioni. L'incipit è curioso al punto giusto: nei panni della protagonista, ci troveremo ad esplorare una mostra con i nostri genitori. La situazione diventerà molto presto più spaventosa e isolata del previsto, lasciandoci esplorare un labirinto fatto di misteri, ostacoli e cercando in tutti i modi una via di uscita. Rispetto al già citato OMORI o a un titolo affine come Undertale, Ib rimane un gioco decisamente più semplice sia nel suo stile visivo, sia nelle sue soluzioni di gameplay e game design: le scelte adottate dallo sviluppatore non vogliono convincere per la profondità del comparto ludico, bensì raccontare una storia breve, ma relativamente concentrata, con alcuni accorgimenti che ne migliorano la resa finale.
Parliamo di un gioco dalla longevità piuttosto risicata, e che vive sicuramente di numerosi playthrough per scoprire i vari finali e i tanti segreti del gioco. La versione che arriva su Switch può contare di una grafica leggermente modernizzata rispetto all'originale, contenuti aggiuntivi e in generale una serie di miglioramenti di "qualità della vita" nella gestione dei puzzle che rendono il gioco assolutamente più fruibile e denso, a scapito della perdita di quel senso di pixel grezzi che chiaramente deriva da un produzione così fortemente indipendente.
Il disagio di Ib
Ib è un gioco più raffinato, delicato e se vogliamo meno immediato rispetto ad altri titoli di caratura similare: possiede una struttura che spinge a realizzare più run, per quanto brevi; propone un accompagnamento musicale che non colpisce subito, ma cresce nel tempo, diventando un sottofondo assolutamente mirato e fuso con la storia narrata; offre un gameplay lasciato volontariamente defluire dal tessuto complessivo possono rendere Ib una proposta piuttosto particolare e non necessariamente apprezzabile da tutti.
Non si sa molto di Kouri, il misterioso creatore di Ib, se non qualche rara informazione dal suo blog online in giapponese. Così al volo, se ci chiedeste qualche sua influenza, diremmo Kouri ha giocato - e ne è rimasto molto impressionato - a un preciso tipo di produzioni giapponesi tra fine '90 e inizio anni 2000: Clock Tower, Koun e i primi Project Zero sono esempi perfettamente calzanti, dei modelli di chiara ispirazione. Per quanto Ib sia un titolo che si affranca da una chiave gore e basata sugli spaventi, la sensazione è di trovarsi di fronte a un preciso desiderio: creare e far vivere un'atmosfera capace di far sentire costantemente a disagio, un concentrato di elementi fuori posto, un sovrannaturale fatto di situazioni anormali in luoghi normali.
La versione su Switch, di fatto identica a quella PC anche nelle performance, è assolutamente consigliata, essendo migliorata rispetto alla versione gratuita originale e ancora disponibile. La sua modalità di gioco eletta è sicuramente quella in portabilità, un po' il modo migliore per godersi tanti titoli indipendenti che non vogliono far altro che autoaffermarsi con onestà e far divertire umilmente il giocatore. La proposta di Kouri rimane quindi piuttosto attuale, nonostante i livelli produttivi limitati e il fatto di portarsi dietro più di 10 anni di storia. Eh si, sono già passati così tanti anni.
Conclusioni
Ib è sicuramente un gioco meno di massa e immediato rispetto ad altri titoli indipendenti horror e non saliti alla ribalta ultimamente. È un avvertimento che sentiamo di fare, ma che va di pari passo con il consiglio a chi è nel giusto stato d'animo di vivere questo tipo di avventure di provarlo assolutamente. Nel suo semplificare all'estremo il gameplay e lo stile, la cura musicale, artistica e narrativa di Ib può superare le aspettative e, dietro una cornice apparentemente meno curata, raccontare una storia che può rimanere a lungo nella mente e nel cuore del giocatore.
PRO
- Ib atterra finalmente nel mondo portatile
- Originalità artistica e creativa
- La linearità di fondo enfatizza la narrativa
CONTRO
- Piuttosto breve
- Va affrontato con una prospettiva precisa
- Il gameplay è relativamente inesistente