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Recensione di Medal of Honor: Pacific Assault

La Medaglia d'Onore stavolta ve la consegneranno nel Pacifico.

RECENSIONE di Luca Paladino   —   22/12/2004
Medal of Honor: Pacific Assault
Medal of Honor: Pacific Assault
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Punti di vista

Se con MOHAA abbiamo vissuto la Seconda Guerra Mondiale attraverso gli occhi di un soldato alleato che doveva scontrarsi contro la macchina da guerra nazista, stavolta osserveremo - vivremo - gli eventi dal punto di vista di un soldato americano di stanza nell'Oceano Pacifico, combattendo sul fronte giapponese. Alla fine si sa che la storia la scrivono i vincitori e come non potrebbe essere lo stesso per la storia raccontata da un videogame? Così il giocatore torna ad indossare l'uniforme dell'esercito statunitense per combattere contro l'odioso nemico degli Alleati, ma dalla parte opposta del mondo.
Stavolta gli evento inizieranno con il prodotorio assalto alla base di Pearl Harbor e prenderanno subito una piega cinematografica, in un'escalation di eventi che porterà il giocatore fino all'assalto finale sull'atollo di Tarawa, contro l'impero giapponese.
Medal of Honor: Pacific Assault (d'ora in poi, MOHPA) inizia trascinando da subito il giocatore nel vivo dell'azione, che servirà solo da prologo al gioco vero e proprio, che verrà vissuto come un lungo flashback. Sin dalle prime battute del tutorial faremo la conoscenza dei nostri compagni di squadra, ognuno caratterizzato in maniera differente ma ben precisa: come da copione, troveremo un abile leader, spaccone ma deciso e carismatico, troveremo un medico coraggioso, un cecchino micidiale e così via. Dopo l'addestramento il protagonista verrà trasferito in quello che credeva essere un piccolo angolo tranquillo in mezzo all'oceano... manco a dirlo, si troverà nel bel mezzo dell'attacco giapponese a Pearl Harbor!

Recensione di Medal of Honor: Pacific Assault
Recensione di Medal of Honor: Pacific Assault
Recensione di Medal of Honor: Pacific Assault

Una questione d'onore

Se la caretteristica che principalmente contraddistingue la serie Medal of Honor è la spettacolarità dell'azione, quello che ci viene offerto in questo seguito calca ancora di più il passo in questa direzione, proponendo delle situazioni degne di un copione cinematografico di Hollywood. L'attacco a Pearl Harbor è qualcosa di straordinario per gli occhi, per l'udito e per l'immaginazione. In pochi secondi vediamo un sereno spicchio di paradiso tramutarsi in uno scenario infernale, dove fra le fiamme degli incendi, i proiettili dei giapponesi, le grida dei feriti che chiedono aiuto, tutto ci apparirà contemporaneamente irreale e drammaticamente vero.
Stavolta, al giocatore vengono offerte possibilità in più, oltre che combattere, ed infatti nelle battute iniziali sarà chiamato soprattutto a soccorrere i feriti, riparare guasti e sfondare porte. Solo più in avanti, finalmente, si potrà partecipare al contrattacco per respingere gli assalitori, operazione che fornirà il culmine della spettacolarità di questa fase iniziale. A bordo di una nave da guerra, potremo metterci al comando di un cannone quadruplo ed abbattere i maledetti Zero che infestano il cielo di un bellissimo tramonto tropicale.

...ci troviamo al cospetto di un concentrato adrenalinico di Medal of Honor!

Una questione d'onore

Le ambientazioni sono bellissime e molto ricche di particolari: le stanze piene di fumo e le fiamme che irrompono dappertutto, i feriti da recuperare e portare in salvo, le urla, gli altri soldati impegnati a tenere a bada la situazione sempre più critica, il cielo infiammato dalla luce del tramonto, mentre gli aerei giapponesi si intrecciano ed esplodono sotto i nostri colpi... siamo di fronte a qualcosa che riempie di meraviglia e ci fa dimenticare rapidamente di essere davanti allo schermo di un monitor. Insomma, ci troviamo al cospetto di un concentrato adrenalinico di Medal of Honor! Ma non voglio rivelare troppo, chè ho già detto abbastanza.
Tutto questo ci fa dimenticare le solite disquisizioni sulle sequenze scriptate, la libertà d'azione, l'IA ed il motore grafico, tutto questo ci mette in mezzo ad un'esperienza incredibilmente cinematografica, dove il ruolo di attore e protagonista è affidato solo ed unicamente al giocatore. [C]

I compagni di squadra si dispongono al riparo, durante un'incursione notturna in un villaggio nemico
I compagni di squadra si dispongono al riparo, durante un'incursione notturna in un villaggio nemico
Ciccio, ti sto per infilare un confetto di simpatia fra l'uniforme e l'elmetto!
Ciccio, ti sto per infilare un confetto di simpatia fra l'uniforme e l'elmetto!
Da qui si domina tutto il piazzale, con somma gioia dei giapponesi che cadono come foglie
Da qui si domina tutto il piazzale, con somma gioia dei giapponesi che cadono come foglie

[/C] Ma allora questo gioco è un capolavoro?
Superata la prima parte, il gioco si assesta su canoni più tradizionali, nei quali il giocatore si vedrà impegnato a combattere contro gli avversari giapponesi in schermaglie veloci e ravvicinate. Il supporto della squadra si fa sentire e la presenza del medico sarà la cosa alla quale il giocatore ricorrerà più spesso. Molto realistico il fatto che le scorte medicinali siano limitate ed ogni volta che ne faremo uso, il medico ci informerà di quante ne restano ancora disponibili.
I nostri compagni saranno riconoscibili immediatamente tramite un'icona posta sopra la testa, che di realistico non ha nulla ma almeno evita di fare confusione negli scontri più concitati e, magari, al buio. Naturalmente, si possono raccogliere anche le armi a terra, così come è possibile utilizzare le postazioni fisse ed alcuni veicoli, dando qualche grado di libertà in più a scontri altrimenti troppo ripetitivi. L'IA dei nemici non fa gridare al miracolo perchè, se in situazioni convenzionali sanno darci del filo da torcere, quando poi le variabili assumono valori fuori parametro, ecco che vengono fuori le magagne. In cima ad una torre, ad esempio, nel bel mezzo di un villaggio nemico, potrete cecchinare le ondate di aggressori come vorrete, tanto quelli non si preoccuperanno per nulla di voi e continueranno ad avanzare verso il resto della vostra squadra.
La possibilità di guidare veicoli e persino pilotare aerei è sicuramente la marcia in più che serviva a MOHPA per lasciarsi alle spalle la pesante eredità del suo predecessore, mentre l'implementazione del motore fisico Havok serve principalmente a colmare una lacuna, altrimenti troppo evidente, nel modo di interagire con gli scenari. Questo non vuol dire che potremo accatastare casse e bidoni come si fa in Half-Life 2, ma almeno se urteremo un oggetto, questo presumibilmente non se ne resterà immobile come un sasso.
Anche stavolta, saremo decorati con medaglie per le nostre azioni sul campo di battaglia, ma una significativa novità è rappresentata dai cosiddetti Momenti Eroici, che ci saranno riconosciuti dopo aver portato a termine determinati obiettivi secondari particolarmente meritevoli. Quindi, salvare un ufficiale ferito, sgusciare alle spalle di un drappello nemico e rubargli una mitragliatrice, sono azioni che ci verranno riconosciute come eroiche e di cui porteremo un ricordo nel baule al campo base.

Recensione di Medal of Honor: Pacific Assault
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Una questione di spazio

Gli spazi aperti oramai si trovano un po' in quasi tutti i giochi (tranne quelli in di John Carmack) e se ci aspettavamo un MOHPA ambientato nel Pacifico e costretto fra quattro pareti ammassate fra loro, ci sbagliavamo di grosso! Il motore grafico di questo gioco riesce a stendere di fronte ai nostri occhi panorami vasti e suggestivi con una ricchezza di dettaglio decisamente impressionante. Si passa dall'oceano alla terraferma, dall'interno di una nave in fiamme ad una foresta tropicale di notte, attraverso scenari complessi e suggestivi. I modelli sono riccamente particolareggiati mentre le texture pagano il prezzo di tanta ricchezza di dettaglio, risultando a volte un po' scialbe e sicuramente non abbastanza definite. In realtà, l'impatto visivo risulta sicuramente notevole e certe mancanze non si fanno notare, a meno che uno non voglia per forza fare scomodi paragoni con altri titoli.

non c'è molto da agire sul livello di dettaglio, perchè la scalabilità del motore è estremamente bassa

Una questione di spazio

Se da un punto di vista visivo il risultato è senza dubbio molto buono, da un punto di vista delle prestazioni ci sono parecchie ombre. Il motore usato non brilla per novità e sicuramente ne esistono di migliori e più recenti, per questo motivo vengono presto a galla i suoi limiti. Innanzitutto, l'ingombro in memoria è qualcosa di spaventoso, tanto da rendere i caricamenti estremamente lunghi e le mappe piuttosto piccoline. Inoltre, il framerate cala spesso in situazioni concitate e non c'è molto da agire sul livello di dettaglio, perchè la scalabilità del motore è estremamente bassa, permettendo di abbassare solo le texture e di scegliere se applicare i PS 2.0 o 1.1, ma nulla che possa regolare la complessità geometrica.
In fin dei conti, però, si tratta di una pesantezza che si può affrontare senza grossi sacrifici, dato che già con un PC di media misura ed una Radeon 9500Pro si può godere di uno spettacolo visivo affascinante ed una buona fluidità. Quello che pesa davvero tanto, invece, sono i caricamenti. [C]

Impareremo presto ad affezionarci al medico, che ci salverà la pellaccia più d'una volta. Purtroppo le scorte sono molto limitate
Impareremo presto ad affezionarci al medico, che ci salverà la pellaccia più d'una volta. Purtroppo le scorte sono molto limitate
Ci stiamo avvicinando di soppiatto ad un accampamento giapponese, fra poco li faremo tremare!
Ci stiamo avvicinando di soppiatto ad un accampamento giapponese, fra poco li faremo tremare!
I soldati cercano autonomamente un riparo, anche se spesso non è proprio dei migliori
I soldati cercano autonomamente un riparo, anche se spesso non è proprio dei migliori

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Una questione di tempo

E già, spina nel fianco di una tecnologia che spinge verso una grafica sempre più dettagliata ed affascinante, il disco rigido è sempre più spesso costretto a macinare mega su mega di informazioni, suoni, texture, effetti e script vari. Non fa eccezione a questa regola neanche MOHPA, anzi si pone in marcata evidenza, e si vede sin dall'inizio che i caricamenti sono parecchio più lunghi della media a cui ci hanno abituato gli altri giochi.

...certe volte si passa più tempo a caricare che a giocare

Una questione di tempo

Caricare il menu d'avvio, completamente in 3D, è abbastanza noioso, ma ancora peggio è caricare il resto del gioco. Nonostante le buone maniere di EA Games, che ci addolcisce la pillola con una slideshow di immagini riguardanti istantanee di gioco, decolorate con un bell'effetto seppia per dare un maggiore risalto al senso storico, e con una maestosa colonna sonora degna della migliore orchestra di Hollywood, il caricamento di ogni livello supera la pazienza di qualunque essere umano. E non crediate di dare la colpa ai 512MB di memoria installata, perchè il problema persiste alla stessa maniera anche su PC che ne hanno il doppio. Semplicemente, certe volte si passa più tempo a caricare un nuovo livello che a giocarlo.
E, come diretta conseguenza di questa elefantiaca pesantezza, troviamo un design che propone livelli più piccoli e che spesso finiscono troppo presto, mettendoci di fronte ad un nuovo caricamento. Ma non finisce qui, le mappe all'aperto presentano fin troppo spesso il terribile problema dei 'muri invisibili', che costringono il giocatore a muoversi all'interno di un corridoio fisso e strettamente delimitato. Dov'è finita la libertà d'azione che lasciavano intuire le immagini prima dell'uscita del gioco? I paesaggi aperti sono solo una scenografia, perchè in realtà - in maniera a volte più e a volte meno marcata - l'azione è costretta in aree piuttosto piccole.
Qual è la pesante conseguenza di questo fatto? E' che il giocatore si troverà a muoversi in ambienti piccoli e con poca libertà d'azione, sorbendosi fra l'altro caricamenti estenuanti.

Recensione di Medal of Honor: Pacific Assault
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Una questione di coordinazione

Oltre alla classica modalità in singleplayer, MOHPA ci offre un discreto ventaglio di opzioni multiplayer, dalle tradizionali modalità DeathMatch e Team DM, alla più divertente modalità Invasione.
In questa modalità troviamo i due schieramenti contrapposti: quello in attacco ha da portare a termine un gruppo di obiettivi, mentre quello in difesa deve vanificare gli sforzi degli avversari. In pratica si tratta della modalità Assalto del vecchio UT. Sono state introdotte alcune novità piuttosto interessanti, come i ticket e la possibilità di scambiarsi gli zaini fra giocatori di classi differenti. Questo vuol dire che alcune abilità di una classe potranno essere temporaneamente usate da un soldato di un'altra classe. I giocatori feriti resteranno a terra in attesa del medico, prima di poter rientrare in gioco, evitando così di scalare i ticket rimasti, mentre sarà sempre possibile uccidere i feriti della squadra avversaria.
Installando la patch 1.1, il respawn garantisce un limitato periodo di invulnerabilità, sempre se il server è impostato in tal senso, evitando l'irritante fenomeno dello spawn-killing che rovina le partite di molti giocatori in giro per il web.
Una nota negativa è da dare al sistema di QuickMatch, o Partita Rapida, che seleziona un server libero e permette con un solo click di entrare in partita. Purtroppo, la scelta sembra troppo casuale e non tiene conto del ping (tempo di risposta del segnale tra il computer del giocatore e il server del gioco), per cui sono più le volte che ci si trova su di un server australiano con un ping di 800 che quelle in cui si riesce a giocare bene. La selezione manuale, tramite l'immancabile browser di Gamespy, è ancora la soluzione migliore.
Peccato per una buona idea sprecata così.

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Commento

Siamo arrivati in fondo all'articolo e possiamo finalmente trarre le dovute conclusioni su questo importante seguito: allora, mettiamone sul piatto di una bilancia virtuale i pro ed i contro e vediamo da che lato pende l'ago.
Abbiamo, da un lato, una grafica spettacolare e sequenze di gioco cinematografiche, un comparto sonoro di prim'ordine e la possibilità di pilotare direttamente i veicoli e i velivoli. C'è poi un minimo di simulazione fisica ed una buona componente tattica, oltre alla perfetta integrazione con i compagni di squadra. Da un punto di vista del coinvolgimento ci sono tante buone idee, che purtroppo vengono penalizzate da ciò che troviamo sull'altro piatto della bilancia.
Un motore grafico poco scalabile e molto pesante, le mappe piuttosto piccole e i percorsi lineari, l'onnipresente sensazione di muoversi lungo un tragitto ingabbiato, i cadaveri che in certe situazioni sembrano manichini, ma soprattutto i caricamenti lunghissimi, sono cose che incidono negativamente sulla valutazione globale e che fanno rimpiangere quello che di buono ha da offrire questo titolo.
Sul fronte multiplayer la situazione è altrettanto difficile, poichè se la modalità Invasione, da una parte, è una piacevole sorpresa, dall'altra i caricamenti sono ancora troppo lunghi e può capitare che ci si trovi a macinare con l'hard disk per un paio di minuti solo per finire in mezzo ad un cambio mappa. Micidiale.
Allora, in definitiva, come valutare questo gioco?
MOHPA è il classico prodotto in cui le buone idee vengono penalizzate da una realizzazione non perfetta, ragion per cui ne consigliamo l'acquisto a chi è sicuro di riuscire a far fronte ai lunghissimi tempi di caricamento, che sono l'unico vero grosso neo del gioco.

    Pro:
  • Grafica spettacolare e trama cinematografica
  • E' possibile pilotare velivoli e guidare veicoli
  • Buon multiplayer
    Contro:
  • Caricamenti estenuanti
  • Motore poco scalabile
  • Mappe piccole e lineari

Punti di riferimento

Nella vita di ogni giorno, in ogni categoria, ci sono dei punti di riferimento ai quali aggrappare i nostri giudizi e dai quali far dipendere ciò che ci appare bello e ciò che non ci appare tale.
Per i videogames ambientati nella Seconda Guerra Mondiale, questo punto di riferimento è stato per lungo tempo Medal of Honor: Allied Assault (da ora, MOHAA), che concentrava, in un'unica soluzione, azione spettacolare, immedesimazione e coinvolgimento come non era mai avvenuto prima, sia in ambito single player che multiplayer. Da allora, ogni nuovo titolo ambientato nella Seconda Guerra Mondiale doveva inevitabilmente confrontarsi con lui ed è ovvio che prima o poi ci si sarebbe aspettati un seguito, magari capace di proporre un nuovo standard di confronto per i titoli a venire.
E adesso che questo seguito è arrivato, siamo pronti per vedere se saprà essere all'altezza del suo predecessore. [C]

Il dettaglio dei volti è eccezionale da vedere in un'immagine, ma in movimento diventa qualcosa di impressionante
Il dettaglio dei volti è eccezionale da vedere in un'immagine, ma in movimento diventa qualcosa di impressionante
Campo di addestramento: potete notare, oltre i sottotitoli in italiano, anche le scritte sui cartelli nella nostra lingua. Le voci, al contrario, sono in inglese
Campo di addestramento: potete notare, oltre i sottotitoli in italiano, anche le scritte sui cartelli nella nostra lingua. Le voci, al contrario, sono in inglese
L'attacco a Pearl Harbor scatena un vero e proprio inferno
L'attacco a Pearl Harbor scatena un vero e proprio inferno

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