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This is the Police 2, la recensione

Il ritorno di Jack Boyd nel secondo episodio del gestionale noir di Weappy

RECENSIONE di Luca Olivato   —   30/07/2018
This Is the Police 2
This Is the Police 2
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Vi ricordate di Jack Boyd? Era il protagonista del primo This is the Police, il gestionale "noir" del team bielorusso Weappy. L'avevamo provato esattamente due anni fa, e le nostre impressioni erano state positive, pur con qualche riserva dovuta a dei tipici errori di gioventù dello sviluppatore. Con delle ottime basi di partenza i programmatori hanno riesumato il corrotto detective del primo episodio per metterlo su un cammino di redenzione (non vorremmo anticipare la conclusione per chi non lo avesse ancora preso in mano, ma nel seguito si capisce benissimo come va a finire). Il primo impatto con This is the Police 2 è abbastanza spiazzante, perché se da un lato la grafica "Office Anni Novanta" tradisce subito le radici del titolo, dall'altro ci si chiede a che punto del precedente si fossero guidati direttamente i poliziotti di Freeburg in missioni in stile Xcom. La risposta è "mai" e il fatto che il lungo tutorial iniziale sia dedicato proprio a questa nuova caratteristica potrebbe far pensare in una virata strategica del gioco di Weappy.

Tanto racconto, poco gameplay

Parliamo di una radicale novità che però non prende il sopravvento sulle meccaniche che avevamo già apprezzato nel 2016 e che nel seguito sono state ulteriormente raffinate e adattate all'obiettivo principale dei programmatori, ossia quello di raccontare una storia. Una storia adulta, con stilemi che ricordano quelli del primo This is the Police (del resto il protagonista è lo stesso), ma che finalmente trova più respiro nella nuova cornice di Sharpwood, dove il nostro antieroe si è rifugiato. Si tratta della tipica cittadina continentale degli Stati Uniti, dove il gruppo malavitoso Neckties ha messo radici e sta espandendo la propria influenza nello smercio della droga. La prima missione vede protagonista lo sceriffo e i suoi uomini più fidati che, in seguito una soffiata, si fiondano in una segheria dove i criminali li freddano in un agguato. A quel punto a capo del dipartimento sale la fragile Lilly Reed che si persuade ad affidare la direzione delle operazioni a Boyd, nascondendo ai colleghi che si tratta di un pericoloso soggetto ricercato dai federali. Giorno dopo giorno (i turni sono rappresentati dai fogli del calendario) si viene a conoscenza di nuovi tasselli di un'intricata storia che vede Jack tentare di riavvicinarsi alla propria famiglia, nascondendosi dall'FBI grazie anche all'aiuto dei suoi vecchi amici mafiosi.

This is the Police 2, la recensione

I ritmi con cui questi episodi vengono messi in scena, in perfetto stile serie TV, potrebbero non piacere a tutti, pur adattandosi bene all'atmosfera a tinte oscure. Durante la prima ora di gioco, ad esempio, non si gioca praticamente mai e si passa il tempo incollati allo schermo ad ascoltare i dialoghi tra i vari protagonisti della vicenda: la grafica serve giusto per dare un'idea della location in cui si svolgono gli eventi, ma, non essendoci alcun tipo di caratterizzazione dei volti, tutto il peso della recitazione poggia sulle voci degli eccellenti doppiatori che il publisher THQ Nordic ha messo a disposizione di Weappy, tra cui spicca ancora una volta Jon "Duke Nukem" St John nei panni del detective Boyd e Sarah Hamilton (The Longest Journey) in quelli di Lilly. I dialoghi, altra novità, sono interamente sottotitolati in italiano, il che è una bella comodità per non perdersi neanche uno scambio di battute.

Una grande novità e tante ottimizzazioni

Lo schema di gioco è esattamente lo stesso di This is the Police e ruota fondamentalmente attorno alla mappa della città in cui, di tanto in tanto, si attivano dei punti di interesse: sono le posizioni dei cittadini che hanno chiamato la centrale per segnalare dei crimini. Ogni reato è contraddistinto da un livello di gravità, sicché non sempre è sufficiente inviare i primi uomini disponibili sui luoghi segnalati, ma, proprio come accade nelle missioni companion di Assassin's Creed, è necessario che l'esperienza della squadra tocchi un livello minimo. Una volta raggiunta la scena del delitto si deve decidere in che maniera procedere: ad esempio la nonnina che ha rotto il vetro dello sportello bancario esausta per i tempi di attesa potrà essere persuasa a ragionare e a seguire gli agenti, oppure molto più bruscamente ammanettata e portata in centrale. In questo caso però potrebbe ferirsi, con il conseguente fallimento della missione. Ogni poliziotto è contraddistinto da sei attributi: velocità, furtività, mira, intelligenza, negoziazione e forza. Nel caso procedente quindi il più adatto a persuadere l'anziana signora potrebbe essere proprio quello che ha il valore di negoziazione più elevato, mentre ci affideremo senz'altro a un elemento più veloce per inseguire un tossico che ha appena scippato una ragazza. Il completamento delle missioni aumenta l'esperienza degli agenti che diventano quindi sempre più letali.

This is the Police 2, la recensione

Un po' gestionale, un po' strategico

Sarebbe tutto sin troppo semplice se non ci fosse da fare i conti con lo scarsissimo materiale umano a disposizione, sia a livello quantitativo che qualitativo. Sulle spalle del dipartimento gravitano dei veri e propri parassiti che si presentano a lavoro una volta alla settimana, altri che dopo mezza giornata passata sulle scartoffie si stancano e non sono più performanti, altri ancora che hanno sempre delle scuse pronte per evitare di svolgere il proprio dovere, come l'agente Mustard che non vuole donne nella sua squadra dovendone già sopportare un paio a casa, o la bella Spurlunk che non accetta di uscire in missione da sola. La difficoltà è quindi quella di barcamenarsi tra i mille imprevisti che ogni giorno minano la quantità di uomini presenti per il turno di lavoro e le paturnie dei dipendenti che rendono anche il salvataggio del gatto una vera e propria missione impossibile. Al termine della giornata lavorativa c'è un debriefing in cui l'operato di Boyd viene giudicato in base al numero delle linguette di lattine di birra in un bicchiere: ogni missione completata ne fa guadagnare, quelle fallite le fanno diminuire. Con i punti a disposizione si possono ingaggiare nuovi agenti o ripristinare le scorte di equipaggiamento; si deve poi scegliere chi chiamare al servizio all'indomani, tenendo a mente che anche gli agenti si stancano e la deconcentrazione potrebbe portare a incidenti stradali o al fallimento delle missioni. Si capisce ben presto che l'importate non è evadere tutte le segnalazioni dei cittadini (praticamente impossibile), ma selezionare con cura quelle potenzialmente più pericolose, che possono ad esempio portare alla morte di persone (e quindi a punteggi estremamente negativi), centellinando il risicato numero di uomini a disposizione. Oltre alle emergenze ci sono altri due tipi di missioni: le indagini e l'azione sul campo. Le prime, che avevamo già conosciuto nel precedente episodio, sono segnalazioni dei cittadini in cui vengono posti all'attenzione di Boyd due o più possibili colpevoli. In base agli indizi inizialmente a disposizione bisogna dapprima convogliare l'attenzione degli agenti (che quindi mentre sono all'opera non possono essere disponibili sul territorio) su chi si ritiene colpevole e, una volta entrati in possesso di tutti gli elementi, ricostruire l'accaduto e consegnare il delinquente alla giustizia.

Dell'ultima tipologia abbiamo accennato nelle righe iniziali: si tratta di missioni in cui si comandano direttamente gli agenti da una visuale isometrica. Prima di scendere in azione bisogna scegliere con quali bonus equipaggiare i poliziotti (possibilità di sparare più volte nello stesso turno, raggio di vista più ampio, ecc) per poi condurli al completamento dell'obbiettivo (neutralizzazione dei nemici, disinnesco di una bomba eccetera) entro un certo numero di turni. Si tratta di compiti molto più facili a dirsi che a farsi: l'intelligenza artificiale non è sopraffina ma viene ben compensata dallo sbilanciamento nel numero delle forze in campo.

Bilanciamento e grafica

A complicare ancor di più la faccenda ci sono i debiti di Boyd con la criminalità organizzata che gli tiene distante l'FBI: ogni settimana deve infatti versare ai propri aguzzini 20.000 dollari, e questi denari non possono certo arrivare attraverso la routine quotidiana. Ecco quindi comparire delle quest "borderline" che si possono anche rifiutare, non conoscendo però l'esito che certe azioni potrebbero avere nel proseguio del titolo e costringendo spesso il giocatore a ripetere anche diversi turni prima di poter effettuare la scelta "corretta". Notiamo tuttavia che diverse imperfezioni del primo episodio sono state corrette, rendendo un po' meno cervellotica l'attività del giocatore, pur essendoci ancor più variabili in ballo. In particolare la gestione del comando di polizia risulta molto più snella e rapida e anche gli stessi salvataggi sono più "razionali" dei precedenti.

This is the Police 2, la recensione

Dal punto di vista grafico ci troviamo di fronte ad un affinamento del lavoro che avevamo già apprezzato un paio d'anni fa: qualche animazione e qualche dettaglio in più che arricchiscono uno stile grafico molto particolare e ricercato. Dell'eccellente doppiaggio abbiamo già parlato, e possiamo dire che anche la colonna sonora è assolutamente all'altezza del lavoro dei programmatori di Minsk.

Conclusioni

Versione testata PC Windows
Digital Delivery Steam
Multiplayer.it
8.0
Lettori (5)
6.6
Il tuo voto

This is the Police 2 migliora il precedente sotto diversi aspetti, aggiungendo una gradita sezione tattica e snellendo alcune procedure che rendevano il primo un po' troppo macchinoso. L'ottima trama, la raffinata parte gestionale, l'elegante grafica e l'eccellente sezione audio ne fanno un titolo completo e appassionante, penalizzato forse da dei ritmi un po' lenti che potrebbero non essere adatti ai giocatori più giovani.

PRO

  • Stile grafico riuscito
  • Doppiaggio ben fatto
  • Profondità tattica
  • Trama

CONTRO

  • Alla lunga un po' ripetitivo
  • Non sempre sono chiare le conseguenze delle proprie azioni
  • Ritmi a volte un po' lenti