La serie di Assassin's Creed è famosa per intrecciare nelle sue narrative (con considerevoli licenze poetiche) figure storiche realmente esistite. Il nuovo Assassin's Creed Shadows, ambientato in Giappone alla fine del sedicesimo secolo, non fa eccezione perché ha come protagonista Yasuke, un samurai nero realmente esistito e storicamente documentato. La sua figura è citata sia da fonti giapponesi, sia da quelle portoghesi, visto che è arrivato nell'arcipelago nipponico come scorta di un missionario gesuita italiano di nome Alessandro Valignano.
Prima di procedere con l'analisi della sua figura storica, ecco le fonti che abbiamo usato per questo approfondimento su Yasuke, il samurai protagonista di Assassin's Creed Shadows: il Shinchō Kōki di Ōta Gyūichi (le cronache della vita di Oda Nobunaga redatte dopo la sua morte), il Matsudaira Ietada Nikki (il diario del samurai Matsudaira Letada), l'Histoire Ecclesiastique Des Isles Et Royaumes Du Japon del gesuita François Solier e le lettere del missionario gesuita Luís Fróis.
Se tutte le testimonianze concordano sulle origini africane di Yasuke, solo Fróis ipotizza una localizzazione più precisa della sua area di provenienza: l'attuale Mozambico, all'epoca la colonia portoghese dell'Africa dell'Est. Jean Crasset, nella sua Histoire de l'eglise du Japon afferma che Yasuke e Valignano si siano incontrati in India (probabilmente in uno dei porti portoghesi del sub continente) per poi approdare in Giappone nel 1579.
La missione di Valignano era quella di redigere un rapporto sulla presenza missionaria portoghese nelle Indie (una regione che all'epoca comprendeva l'Africa dell'Est e buona parte dell'Asia) quindi è naturale che il prete italiano volesse portarsi una scorta vista l'ancora manifesta ostilità di molti popoli nei confronti dei predicatori cristiani. Tutte le fonti, infine, concordano sul fatto che Yasuke (il cui nome originario era probabilmente Yasufa, o Yusuf) non fosse uno schiavo ma un uomo addestrato all'uso delle armi.
L’arrivo in Giappone
Valignano è approdato in Giappone nel 1579 ed è rimasto per due anni nel Kyushu dove, probabilmente, ha incaricato Yasuke di studiare il giapponese. Il suo protettore, infatti, sapeva già almeno tre lingue: la sua lingua natia del Mozambico, il portoghese e l'arabo vista la sua (probabile) fede musulmana. Non abbiamo notizie sui primi due anni di permanenza di Yasuke in Giappone ma sappiamo con esattezza quando ha iniziato a farsi notare. Il 27 marzo 1581, come testimoniato dalle lettere di Fróis, Valignano, Yasuke e lo stesso Fróis hanno avuto in incontro con l'uomo più potente del Giappone di allora, Oda Nobunaga, nella capitale Kyoto.
Vale la pena soffermarsi un istante sulla figura di questo potentissimo daimyō, considerato dalla storiografia giapponese come il primo grande unificatore del Giappone. La sua guerra di unificazione, infatti, è durata più di 20 anni, dal 1560 al 1582, ha rivoluzionato le tattiche di guerra giapponese e ha messo in moto gli eventi che avrebbero fatto nascere lo shogunato Tokugawa (a cui la serie TV Shogunla serie TV Shogun è ispirata) e dato inizio al periodo Edo. Questo per dire che, nel 1581, Oda Nobunaga era all'apice del suo potere.
Tornando all'arrivo di Yasuke nella capitale, Fróis racconta che il suo aspetto (che Ōta Gyūichi descrive nel suo Shinchō Kōki come un uomo di 26 o 27 anni alto un metro e 80 e dal fisico possente) ha causato una calca tale di curiosi che numerose porte sono state sfondate e diverse persone sono morte schiacciate. A questo punto le fonti discordano su un particolare: i resoconti portoghesi affermano che Yasuke fosse presente all'incontro tra Oda Nobunaga e i gesuiti, e che il daimyō sia rimasto incredibilmente colpito dalla sua possanza fisica e dal colore della sua pelle. I resoconti giapponesi, invece, parlano del desiderio di Oda Nobunanaga di incontrare un uomo nero, e che quindi, dopo le ambascerie legate alla missione della chiesa portoghese, Yasuke sia stato condotto al suo cospetto.
Dopo una sorta di siparietto in cui Nobunaga non credeva che la pelle di Yasuke fosse veramente nera, il daimyō ha deciso di assoldare il guerriero per farlo diventare un samurai nel suo esercito. Si legge nello Shinchō Kōki : "Un uomo nero fu assunto come vassallo da Nobunaga-sama e ricevette uno stipendio. Si decise che il suo nome fosse Yasuke. Gli fu data anche una spada corta e una casa. A volte veniva costretto a trasportare gli strumenti di Nobunaga-sama". Non sappiamo a che strumenti si riferisca la fonte ma, visto che Yasuke conosceva il Giapponese, le lettere di Fróis raccontano che il lord non si stancava mai di parlare con il suo nuovo vassallo e che lo mandava in giro per la città con un attendente per sbrigare le sue faccende.
La missione contro gli shinobi
Yasuke riappare nelle fonti quasi un anno dopo, al castello di Azuchi, dove il samurai Matsudaira Ietada annota nel suo diario l'arrivo, insieme a Oda Nobunaga, del suo imponente vassallo. Questa citazione, soprattutto ai fini della trama di Assassin's Creed Shadows, è fondamentale perché Nobunaga si era recato nella regione per distruggere il clan Takeda, suo acerrimo nemico, e per sottomettere al suo controllo le province ribelli di Iga e Koga il cui territorio era adiacente alla provincia di Omi dove si trova il castello di Azuchi. La seconda protagonista del gioco, Naoe, viene proprio da Iga e nel trailer cinematografico presentato da Ubisoft vediamo l'incontro tra i due personaggi mentre Yasuke è in missione per eliminare i nemici del suo lord.
La distruzione dei clan di shinobi di Iga e Koga è stata la fine delle leggendarie scuole di ninja di quelle aree ma alcuni guerrieri di queste terre sono riusciti a fuggire per arrivare al servizio nientemeno che di Tokugawa Ieyasu, vassallo di Nobunaga e futuro shogun del Giappone. Alcuni membri del clan Iga, fra cui il leggendario Hattori Hanzō, sono persino arrivati a servire come guardie del corpo di Tokugawa. Naoe, infine, è figlia di Fujibayashi Nagato, uno dei più famosi shinobi realmente esistiti quindi sarà interessante vedere come due personaggi inizialmente rivali si ritroveranno ad essere alleati.
L’incidente di Honnō-ji e la fine della documentazione
Yasuke compare nelle fonti storiche per l'ultima volta nel 1582, anno della morte di Oda Nobunaga. Tradito da uno dei suoi più importanti vassalli, Akechi Mitsuhide, Nobunaga si è ritrovato circondato e in estrema inferiorità numerica al tempio di Honnō-ji: l'unica opzione che gli rimaneva era commettere il seppuku, il suicidio rituale. Nobunaga era a un passo dall'ultimare l'unificazione del Giappone quando morì, i suoi due servitori più leali, però, hanno terminato l'opera. Prima Toyotomi Hideyoshi ha sconfitto Akechi vendicando il suo lord, poi, alla sua morte, Tokugawa Ieyasu, dopo aver sconfitto ciò che rimaneva di chi si opponeva al disegno di Nobunaga, è stato nominato Shogun, dando inizio all'era che porta il suo nome e che terminerà nel 1868 con la restaurazione Meiji.
In tutto questo trambusto generazionale, Yasuke si trovava vicino al tempio di Honnō-ji ma, al contrario di quanto dicono alcune teorie, non abbiamo prove che sia stato lui a fare da secondo (l'atto di tagliare le testa a chi si è pugnalato nel ventre) nel suicidio del suo benefattore. Quello che sappiamo è che Yasuke si è recato dal figlio di Nobunaga, Oda Nobutada, sotto il cui comando ha affrontato le forze di Akechi. Qui le fonti non specificano se Yasuke si sia arreso o sia stato sconfitto, sappiamo, però, che è stato risparmiato da Akechi Mitsuhide e che è stato portato in un Nanban-ji, una proto-chiesa cristiana nel Giappone del tempo, dove Fróis annota, cinque mesi dopo la morte di Nobunaga, che Yasuke era vivo e guarito.
Questa è l'ultima menzione del samurai di cui si ha traccia, cosa che da un lato genera un'insaziabile sete di ulteriori fonti per scoprire cosa gli è successo davvero, ma dall'altro offre a Ubisoft ampio spazio per espandere le vicende di questa incredibile figura storica. Non abbiamo documenti sul suo stile di combattimento, le armi che preferiva o l'esatto ruolo che ha ricoperto sul campo di battaglia: queste sono tutte domande a cui Assassin's Creed Shadows proverà a rispondere. Sappiamo che nel gioco impugnerà, oltre alla katana, il kanabō (il bastone corazzato che si vede nel trailer), un arco (speriamo in quello lungo tipico del Giappone) e la naginata, un'arma inastata lunga e versatile. Il gioco potrebbe espandere anche sul suo passato, sia sui due anni al servizio di Valignano sia su come è arrivato in India, e, soprattutto, sul suo futuro. Ora non resta che aspettare il 12 novembre per vedere cosa Ubisoft ha preso di storico e dove ha lasciato spazio alla fantasia.