Oltre allo sviluppo di giochi proprietari, abbiamo visto negli anni un impegno sempre maggiore da parte di Quantic Dream sul fronte publishing, fino a creare di recente una vera e propria etichetta di pubblicazione. Spotlight, questo il nome scelto, è la divisione che si occupa di supportare e portare sul mercato una piccola selezione di giochi indie; l'anno scorso durante la fiera di Colonia avevamo provato in anteprima Under the Waves, alla Summer Game Fest di quest'anno Lysfanga e nei giorni di Gamescom 2023 abbiamo potuto trascorrere quasi un'ora in compagnia di Dustborn, un'avventura narrativa sviluppata da Red Thread Games.
Antefatti e cast
Dustborn è un'avventura narrativa a cavallo tra il distopico e il supereroistico. Nel 2000 un cataclisma noto come The Broadcast, si è abbattuto sugli Stati Uniti decimandone la popolazione. Questo ha portato non solo a una riconfigurazione della mappa geopolitica statunitense, ora frammentata in diversi territori, ma all'emersione di diversi individui molto speciali. Alcuni sopravvissuti, infatti, hanno sviluppato dei superpoteri, tutti legati all'utilizzo della voce e delle parole; immaginate qualcosa di molto vicino alla Allison Hargreeves di The Umbrella Academy. Il gioco si svolge tre decadi dopo gli eventi del Broadcast e segue Pax, una ragazza in possesso della Voce, un potere capace di manipolare gli altri esseri umani con l'utilizzo delle parole. Ribelle e reietta, Pax ha il compito di contrabbandare un carico segreto dalla California alla Nuova Scozia.
Un Coast to Coast degli Stati Divisi d'America, inaffrontabile senza l'aiuto di una squadra. Così Pax recluta altre Anomalie, il nome usato per indicare le persone con superpoteri, costruendo ad un certo punto della storia una copertura che permetta loro di viaggiare senza (troppi) problemi. Il team si fingerà una punk rock band in tour per l'America, con tanto di pulmino e autista robot assegnato. Quello che nasce come un semplice lavoro si trasformerà ovviamente in un viaggio all'insegna di valori molto più profondi come amicizia, famiglia e amore.
Fumetto on the road
L'ispirazione di Dustborn è chiara e inequivocabile, tutta incentrata sul mondo dei fumetti. Il gioco, oltre ad adottare una grafica in cel shading, assume la struttura di una storia ad episodi. Non fraintendete: il tutto sarà pubblicato in una formula unica, la suddivisione in dieci capitoli è soltanto un espediente narrativo. Alla fine di ogni episodio il Dustborn creerà automaticamente un fumetto consultabile in ogni momento, che riassume le scelte fatte e l'impatto che hanno avuto nella storia, oltre a poter visualizzare le statistiche della community di giocatori. L'elemento principale di Dustborn è quindi quello narrativo, che ha sempre la priorità su qualsiasi altra meccanica. Durante i molti dialoghi che accompagnano il viaggio, ci sarà sempre modo di gestire in autonomia la telecamera, per scegliere l'inquadratura che meglio si adatta a quella determinata conversazione.
Non mancheranno ovviamente scelte a risposta multipla, che avranno un'influenza leggermente diversa rispetto a quanto si possa pensare. Gli sviluppatori infatti ci fanno sapere che Dustborn non ha molti bivi narrativi: in termini di macro-storia sono pochi gli eventi che portano a delle grosse ramificazioni narrative. Gli effetti delle scelte multiple, in particolare dell'approccio a ogni singola conversazione, andrà a creare una diversa sfumatura emotiva tra Pax e il resto del gruppo.
Molto interessante proprio la meccanica dei dialoghi, dove più si attende nel dare una risposta, più argomenti di discussione si aggiungono alla conversazione. Bisognerà fare comunque attenzione e intervenire con il giusto tempismo: riesumare un argomento affrontato all'inizio del discorso farà sembrare Pax distratta mentre intervenire al momento opportuno con il giusto argomento dimostrerà coinvolgimento e partecipazione. Aspettare troppo per vedere la piega che può prendere una conversazione però non sempre paga, perché se gli argomenti si esauriscono e Pax non è mai intervenuta la sensazione che gli altri avranno sarà di totale disinteresse da parte sua.
Suonare e combattere
Sono numerose le soste che il gruppo di Pax si concederà durante il viaggio e che permetteranno di esplorare i vari scenari, interagire con il gruppo, suonare e menare le mani. In una scena abbiamo visto Pax gestire una situazione di emergenza, in cui una donna rimane incastrata sotto al camioncino che stava riparando. La protagonista chiede quindi a ogni membro del gruppo di rendersi utile in qualche modo, rintracciato la fonte del problema e risolvendo il guasto. Non uno scenario particolarmente difficile da gestire, ma dove il modo di porsi verso gli altri aveva comunque un peso importante.
Come anticipato, la storia della musica è una copertura architettata per poter viaggiare senza troppi problemi, ma, del resto, non si è mai vista una band che non suona. Ci saranno quindi diversi momenti musicali in Dustborn, caratterizzati da minigiochi in cui premere a tempo i tasti. Anche in questo caso il risultato non è poi così importante: i minigiochi musicali non possono essere falliti e servono per catapultare il giocatore nella giusta atmosfera, anche perché i testi delle canzoni avranno sempre a che fare con la situazione in corso; una performance scarsa poi è ampiamente giustificata dal fatto che si tratta pur sempre di punk rock.
A chiusura della presentazione abbiamo visto anche un combattimento, caratterizzato da una prima ondata di robot e una seconda di soldati umani. La Voce di Pax ha effetto solo sui nemici umani, non sui sintetici, e può essere attivata scegliendo una specifica parola da un menù a scelta rapida. Gli effetti possono essere rivolti sia verso i nemici, bloccandoli o sbilanciandoli, che su sé stessi, aumentando la forza con cui si attacca. Oltre ai superpoteri ovviamente ci sono anche gli attacchi fisici, che la protagonista infligge con una mazza da baseball. Come per i minigiochi musicali, non si possono perdere nemmeno i combattimenti: se Pax andrà a terra potrà rialzarsi dopo qualche secondo senza che la partita finisca in game over.
Dustborn è sicuramente un titolo dalla forte personalità, un'avventura narrativa che vuole evidenziare in modo chiaro l'aspetto umano dei rapporti interpersonali e che mette al centro di tutto il peso delle parole. Anche se non così originale, il fatto che i superpoteri di Pax e del gruppo di co-protagonisti sia legato proprio all'aspetto comunicativo rende la storia decisamente interessante. Curato nell'aspetto artistico e sufficientemente solido tecnicamente, il titolo riesce a veicolare bene tutte le sue peculiarità. Rimane un grande dubbio sul ritmo generale dell'avventura. Non possiamo preventivamente contestare la scelta di rendere tutte le meccaniche extra narrative accessorie, per concedere al giocatore la possibilità di immergersi nella trama senza stressarsi troppo con il resto: se la scelta di non inserire un livello di sfida è però intenzionale, allora l'aspettativa è che storia ed evoluzione dei personaggi siano così coinvolgenti da non rendere questo un peso.
CERTEZZE
- Un fumetto interattivo
- Meccaniche di dialogo interessanti
DUBBI
- Bilanciamento tra narrazione e assenza di sfida
- Ambientazione suggestiva ma "già vista"