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Enemy Territory: Quake Wars

Splash Damage porta Quake sulla Terra del 2065, in veste di online-strategic FPS.

ANTEPRIMA di Fabio Palmisano   —   10/05/2006
Enemy Territory: Quake Wars
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Enemy Territory: Quake Wars
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Passando all’azione bellica vera e propria, Enemy Territory: Quake Wars ci è parso un titolo davvero carico di potenziale, in primo luogo in termini di accessibilità: al contrario di prodotti analoghi spesso troppo settoriali, l’opera Splash Damage permette -per ammissione stessa dei developer- di essere affrontata con piglio smaccatamente strategico dai fragger navigati ma anche in toni molto più easy ed improvvisati dagli utenti meno avvezzi. Comunque la si voglia prendere, la sostanza non cambia, come evidenziava efficacemente l’unica mappa mostrata nel corso della presentazione, che vedeva la fazione umana impegnata dapprima a costruire un ponte per poi continuare occupando un avamposto nemico e concludendo sabotando e distruggendo due costruzioni Strogg. Operazioni ovviamente rese impegnative dalle attività di contrattacco delle linee difensive avversarie, in quella danza di colpi inferti e ricevuti che è leit motiv di produzioni di questo tipo. La presenza di numerosi veicoli e di postazioni fisse e di artiglieria (che è possibile anche richiedere sul campo tramite intervento aereo) aggiunge poi ulteriore pathos al già sincopato ritmo di gioco, anche se Splash Damage ha voluto sottolineare il proprio impegno nel cercare di curare al massimo il bilanciamento in tal senso: onde evitare la preponderanza dell’utilizzo dei mezzi, le azioni chiave delle missioni vanno effettuate rigorosamente a piedi, ma allo stesso tempo il design delle mappe offrirà varie soluzioni a seconda che si guidi un ATV, un carro armato o un elicottero.
Convincente connubio tra strategia ed azione, Enemy Territory: Quake Wars si avvale anche di una realizzazione tecnica assolutamente all’altezza, capace di gestire in tranquillità situazioni concitate all’interno di scenari comunque di dimensioni più che ragguardevoli. I modelli poligonali appaiono solidi per quanto ancora un po’ grezzi sotto il profilo delle animazioni, cosÏ come effetti di luce ed esplosioni meriterebbero qualche cura in più. Generalmente, comunque, il lavoro svolto da Splash Damage sembra più che buono, forte anche della nuova tecnologia MegaTexture che consente l’utilizzo di una sola texture per coprire l’intera superficie di uno scenario. Un gioco insomma da tenere decisamente d’occhio, anche se purtroppo confinato al solo ambito PC: incalzati da una domanda, gli sviluppatori hanno infatti tristemente smentito ogni speculazione circa l’approdo del titolo su console next-gen.

Enemy Territory: Quake Wars
Enemy Territory: Quake Wars

Decisamente uno dei titoli di spicco della press-conference Activision (non a caso gli è stata dedicata una buona fetta della durata totale dell’evento), Enemy Territory: Quake Wars appare come un efficace (semi) spin-off del celebre franchise FPS, intenzionato a riprendersi dopo un quarto capitolo non esaltante. Il gioco si differenzia dai precedenti anzitutto per l’ambientazione: abbandonate le superfici marziane, Quake Wars offre uno scenario terrestre datato 2065, all’interno del quale l’esercito umano si trova costretto a fronteggiare l’invasione dei familiari alieni Stroggs.
Le novità non si fermano al solo setting, ovviamente: anzi, il gameplay di Enemy Territory prosegue sulla politica di continuo rinnovamento che Id Software ha sempre manifestato con i vari episodi di Quake. Dopo avventure single-player stilisticamente agli antipodi ed un terzo capitolo dedicato esclusivamente all’azione deathmatch più frenetica, stavolta l’etichetta da assegnare a questo nuovo progetto è infatti quella di online strategic FPS. L’utente deve quindi selezionare il proprio esercito d’appartenenza e gettarsi nella mischia in una serie di mappe contraddistinte da obiettivi specifici, nel classico binomio offesa-difesa tipico del genere. Ma andiamo con ordine. La dimostrazione di gameplay presieduta dal lead designer di Splash Damage ha dato modo di mostrare tutti gli aspetti chiave della produzione Activision, a partire dal fondamentale menu limbo: solo apparentemente complessa, questa schermata è in realtà decisamente funzionale, permettendo di visualizzare la mappa di gioco (completa di icone relative ad alleati ed obiettivi e ad una suddivisione delle zone controllate dal nemico) e soprattutto di selezionare classe e schieramento del proprio alter-ego digitale. Le differenze tra tipologie di soldato sono marcate per quanto piuttosto convenzionali: il soldato conta sulla migliore potenza di fuoco, il medico può far rivivere compagni caduti e distribuire medikit, l’ingegnere elargisce munizioni e costruisce infrastrutture e lo spec-ops si occupa di ricognizione e gestisce il supporto aereo. Discorso analogo per quanto riguarda la fazione degli Stroggs, anche se non mancano diverse peculiarità capaci di far pendere la predilezione del giocatore al di là dell’aspetto meramente estetico.