Una storia breve ma intensa
Far Cry, e questa è per chi ultimamente non ha vissuto altro che di Nintendo, non è affatto un brand nuovo nel mondo dei videogiochi. Circa un paio di annetti e mezzo fa, infatti, un baldanzoso e spavaldo gruppo di programmatori, i CryTek, balzarono agli onori delle cronache videoludiche col loro nuovo FPS per PC, Far Cry per l’appunto, che in verità mantenne poco le promesse di rivoluzionare il gameplay del genere e dimostrò maggior fortuna per quanto concerneva l’impianto tecnico, che sfruttava magistralmente tutte le feature dell’allora nascente generazione di schede grafiche e si dimostrava una bella bestia dal punto di vista visivo, capace di reggere con facilità il confronto di nomi ben più blasonati, DooM 3 e Half-Life 2, che uscirono solo pochi mesi dopo. Il gioco ci vedeva impersonare tale Jack Carver, un uomo come tanti che decideva di ritirarsi a vita privata su una lussureggiante isola tropicale; suo malgrado però si vedeva subito coinvolto in strani esperimenti scientifici che gli donavano poteri animaleschi, e in vicende poco comprensibili che ruotavano attorno alla scomparsa di una donna, e si ritrovava sull’isola di cui sopra braccato da diverse decine di energumeni pronti a tutto per eliminarlo, costretto a lottare ogni minuto per la propria sopravvivenza.
Nonostante le promesse non mantenute di cui sopra, Far Cry era un titolo veramente notevole dal punto di vista del gameplay, e soprattutto assolutamente straordinario da quello tecnico, ed ebbe il successo che si meritava; proprio per questo dal PC è sbarcato sulle console, e più di una volta, con diversi adattamenti del capostipite che però di volta in volta cambiavano solo il nome e poco altro. Succedeva così che, pur mantenendosi ad alti livelli, la serie perdeva via via mordente ed oggi, mentre i CryTek sono al lavoro per PC sull’incredibile Crysis, sequel spirituale di Far Cry e probabilmente la cosa più mostruosa possibile con le tecnologie moderne, il loro primo pargoletto si appresta a rinascere per l’ennesima volta, questa volta però spinto dalle innovazioni in campo d’interfaccia che ci promette Nintendo Wii.
Ma sei una bestia!
Sfortunatamente nessun rappresentante della stampa specializzata ha ancora potuto mettere le mani sopra una versione giocabile di Far Cry Vengeance, né si può dire che Ubisoft sia stata prolifica di immagini e filmati dai quali ci si possa fare un’idea dell’aspetto tecnico e del feeling “giocoso” della sua nuova creatura. Tutto quello che sappiamo di specifico al titolo in questione ci viene direttamente dalla bocca di chi è coinvolto direttamente nello sviluppo e nella produzione, il che, capirete, può essere maledettamente generico se questa è, almeno per il momento, la volontà del team di sviluppo. E così veniamo a sapere che il titolo è basato su Far Cry Instincts Evolution, uscito su Xbox, e che rispetto a questa specifica versione includerà aggiornamenti alla storyline nella forma di nuovi dettagli e approfondimenti e qualche personaggio inedito come Kien Do, fedelissimo del cattivone alla base di tutto, tre nuove mappe (Tourist Resort, una base abbandonata risalente alla Seconda Guerra e una raffineria di petrolio) e alcune nuove armi tra cui un revolver di grosso calibro (Bull44, il nome è tutto un programma), un fucile automatico G18 e uno sfiziosissimo machete. Per quanto riguarda la parte tecnica, che pure da motivo d’essere principale del franchise ha giustamente perso oggi d’importanza, i programmatori assicurano un passo avanti rispetto al gioco Xbox.
Quello che però interessa di più tutti noi è chiaramente il modo in cui verranno sfruttati Wiimote e Nunchuck Controller: come dicevamo, una prova su strada ancora non è stata resa possibile dai programmatori, possiamo però farci un’idea sulla base di quanto riportato dagli stessi oltre che confrontando titoli analoghi in produzione per la nuovissima console Nintendo, quali Metroid Prime Corruption o Red Steel della stessa Ubisoft. La base di partenza è ovviamente che il Wiimote assumerà il ruolo del mouse in un FPS su PC; col Nunchuck sarà invece possibile compiere tutta una serie di azioni quali abbassarsi, saltare, usare il machete (e già qui pregustiamo…) o i poteri “bestiali” di cui Carver è suo malgrado dotato.
Sfortunatamente nessun rappresentante della stampa specializzata ha ancora potuto mettere le mani sopra una versione giocabile di Far Cry Vengeance
Tutto molto succulento e promettente dunque, ma al momento è impossibile giudicare come FCV intenda affrontare quei problemi di cui abbiamo testimonianza in Metroid e soprattutto in Red Steel, e in generale quale sia il feeling che trasmetterà. Aspettiamo con ansia, stupendoci tra l’altro della poca informazione, visto e considerato che il titolo fa parte della lineup di lancio europea così come di quella americana. Alla luce di ciò stupisce ancor di più il fatto che nulla sia stato ancora annunciato per quanto riguarda il multiplayer online (quello offline in split screen è invece assodato) o qualsiasi funzionalità che sfrutti la Grande Rete. Nel già affollato panorama di FPS per Wii Far Cry è probabilmente il gioco che meno di per sé focalizza l’attenzione del pubblico, Ubi farebbe quindi bene a darsi una mossa sul lato del marketing se vuole fare di questo Vengeance un successo ai livelli degli altri titoli della saga. A meno che non si voglia lasciare campo completamente libero ad un certo Red Steel…
Ubisoft crede nel Wii. Otto titoli, molti dei quali dai nomi altisonanti, per il solo periodo di lancio non sarebbero pochi per alcuna console, e a maggior ragione non lo sono per la nuova macchina di una casa che in anni recenti ha certamente sofferto di scarso supporto da parte degli sviluppatori indipendenti. Senza ombra di dubbio, la strettissima parentela tra l’hardware del Wii e quello del suo predecessore ha facilitato questo stato di cose, avendo Ubisoft una certa dimestichezza con lo sviluppo su GameCube (suoi alcuni dei titoli migliori per il Cubetto viola), ma ciò non toglie che otto titoli sono una bella scommessa per una macchina così innovativa e dal successo tutt’altro che assicurato. Non possiamo fare a meno di incoraggiare il publisher francese, dedicando ai suoi progetti tutta l’attenzione che si meritano.