Più di un milione e settecentomila utenti connessi contemporaneamente su Twitch. Questo è il numero da capogiro con cui Valorant, il nuovo sparatutto tattico di Riot, si è presentato ufficialmente al mondo. La closed beta lanciata solo pochi giorni fa ha stimolato la curiosità di tantissimi giocatori facendo entrare di diritto questa nuova produzione nella Hall of Fame dei titoli più visti nella storia. Certo, gran parte di questo successo deriva dalla possibilità di ricevere una chiave per la closed beta tramite Drop di Twitch (seguite il canale di Multiplayer per la possibilità di riceverla!), ma è anche un termometro di quanto la gente avesse voglia di un prodotto del genere e di come Riot si sia riuscita a ritagliare una fetta importantissima nel mercato di massa. Eppure, non appena si prende in mano Valorant, si percepisce immediatamente quanto questo nuovo titolo sia tutto tranne che uno sparatutto immediato e facile da giocare.
80% Counter Strike e 20% Overwatch
Dopo aver visto e toccato con mano Valorant l'associazione mentale con Overwatch, o con Paladinsse preferite restare nel mercato dei Free to Play, è automatica. I colori vivaci e le forme semplici sembrano voler far di tutto per parlare a un pubblico piuttosto ampio ma bastano pochi attimi a tu per tu con il gioco per rendersi conto che le similitudini si fermano qui.
Il modo di muoversi in squadra, di sparare e persino di ragionare si discostano completamente dai titoli sopracitati, avvicinandosi molto di più a Counterstrike. Con il campione di incassi di Valve il paragone, infatti, è molto più azzeccato laddove muoversi e sparare contemporaneamente diventa estremamente complesso e dove un solo colpo in testa può voler significare un game over prematuro. Partiamo dunque dal concetto alla base di Valorant e cerchiamo di capire perché il titolo dovrebbe interessarvi ma, soprattutto, se questo modo di intendere gli sparatutto faccia davvero al caso vostro.
Valorant è studiato esclusivamente per dare il meglio di sé in modalità competitiva e da questo non si scappa. Scordatevi di poter entrare in partita con un gruppo casuale, prendere il personaggio che preferite (tra i 10 al momento a disposizione in Beta) e sparare qualche fucilata in leggerezza con il solo intento di svagarvi un po'. L'unica cosa che otterreste da una prestazione del genere sarebbe quella di far perdere malamente la vostra squadra e buttare via una mezz'ora di partita nel migliore dei casi, fino a superare i sessanta minuti sul cronometro nel caso in cui le cose vadano per le lunghe e si arrivino ad esaurire tutti e venticinque i round a disposizione. Un fattore importantissimo da tenere a mente è infatti la complessità nel poter mantenere alta la concentrazione per un lasso di tempo così prolungato, laddove viene proposta una struttura di attacco e difesa alternate incapace di lasciare troppo spazio all'improvvisazione e alle tattiche fantasiose.
Certamente, contro un avversario di basso livello, sarà possibile permettersi giocate da campione e magari portarsi a casa un Ace o qualche uccisione multipla in scioltezza, ma nella stragrande maggioranza dei casi, e se il matchmaking farà bene il suo dovere, mantenere un rateo positivo tra uccisioni e morti sarà già da considerarsi un grande successo. Valorant risulta essere un gioco particolarmente bilanciato e venir uccisi per un errore di posizionamento banale potrebbe voler dire lasciare il proprio team in inferiorità numerica e regalare la vittoria agli avversari.
Durante i round non esiste il respawn e non ci si può curare, tranne per qualche piccola eccezione, e giocare bene significa accumulare denaro da poter spendere durante gli intermezzi per acquistare nuove armi, armature e gadget per sé ma anche per i propri compagni nel caso in cui non abbiano avuto la sorte dalla loro parte. Tutti gli agenti disponibili condividono infatti lo stesso pool di bocche da fuoco, ad eccezion fatta di tre gadget che li differenziano sostanzialmente gli uni dagli altri. Inserire nuovi agenti in futuro resterà ovviamente complesso vista la delicatezza del bilanciamento ma sarà altresì decisamente più facile da fare rispetto a quanto visto in altri FPS proprio per via del minor numero di parametri da tenere in considerazione.
La varietà di armi è buona ed è una copia carbone di Counterstrike, dove alle armi realistiche vengono preferiti fucili dal design più futuristico ed essenziale ma il cui utilizzo è esattamente il medesimo. Il Phantom è sostanzialmente l' M4A1-S di CS:GO mentre il Vandal si sposa alla perfezione con le caratteristiche dell'AK-47. Non mancano nemmeno i fucili per gli amanti del cecchinaggio come l'AWP, che trova il suo gemello nel fucile Operator o la versione della Desert Eagle che qui si chiama Sheriff. Insomma, se venite di Counterstrike la grossa barriera iniziale sarà decisamente più agevole da superare e in men che non si dica vi troverete a fare Bunny Hop cercando il vostro spot preferito su de_dust2 o su Split, che dir si voglia.
Come essere a casa
Abbiamo giocato ancora troppo poco a Valorant per poter dare un giudizio definitivo sulle mappe, per quello serviranno diverse settimane e molto tempo sul gioco, ma abbiamo intravisto un design davvero eccellente con linee di tiro prevedibili e per questo strategicamente efficaci sia in difesa sia in attacco. Questo vuol dire che potreste sapere in anticipo dove si celano i vostri avversari, essendo questo un gioco basato principalmente sull'attesa, ma va sottolineato anche come ogni punto da difendere abbia una quantità di accessi davvero considerevole, permettendo di variare sostanzialmente strategia tra un round e l'altro.
Al momento, e giocando senza team, vi troverete catapultati in una caccia all'uomo spietata ma appena la massa di giocatori che si è riversata sui server entrerà nell'ottica del sistema di gioco le partite andranno via via a farsi sempre più tecniche, fino a raggiungere la perfezione quando la sincronia e l'organizzazione diverranno automatiche anche tra le squadre non precostruite.
Questo è un discorso importante da capire soprattutto per chi si affaccia per la prima volta ad un titolo del genere, magari affascinato dal marchio Riot: Valorant è appena nato ed è lontanissimo dalla sua fase di maturazione più importante, che avverrà solamente dopo la scrematura iniziale di giocatori curiosi di provare la novità. Tantissimi arriveranno sui server sperando di trovare un'alternativa a Overwatch e ne resteranno immancabilmente delusi, attirati anche dalla varietà degli agenti e dalle loro similitudini con lo sparatutto Blizzard (Qualcuno ha detto Sova e la reincarnazione del Ryuu Ga Waga Teki Wo Kurau?) o magari scopriranno un modo di giocare che più gli si addice e decideranno di investire tempo e risorse in un gioco che ha tutte le carte in regola per regalare grandi soddisfazioni, in cambio però di un impegno da parte dei giocatori decisamente superiore rispetto a quanto siamo stati abituati ultimamente.
Valorant è partito con il botto ma questo non è uno sparatutto nato per far breccia nel cuore delle masse. È un titolo tecnico, che richiede estrema dedizione per essere goduto al meglio e che è capace di sfibrare e deludere tutti i giocatori che decideranno di approcciarlo in maniera leggera e senza troppe pretese. Riot vuole puntare nuovamente agli eSport e cercare di bissare il successo ottenuto con League of Legends, e lo fa con una produzione dalle qualità notevoli, carente forse al momento in personalità laddove agenti e armi hanno fin troppe cose in comune con quelle dei diretti contendenti. Tuttavia siamo molto fiduciosi ed estremamente curiosi di vedere l'evoluzione del titolo. Quello di oggi è solo il primo passo verso quella che speriamo possa essere una nuova alba per gli sparatutto tattici competitivi.
CERTEZZE
- Sistema di gioco sublime
- Tecnicamente di altissimo livello
- Visivamente pulito ed essenziale
DUBBI
- Manca di carisma