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Videogiochi in parlamento

La legge sui videogiochi e sul cinema è arrivata ad un momento fondamentale: la consultazione delle parti coinvolte. Ma non tutte.

RUBRICA di Andrea Pucci   —   17/11/2007
Videogiochi in parlamento

Continua il percorso del disegno di legge N. 3014 a "Tutela dei minori in materia di videogiochi, cinema e internet". Il 14 novembre scorso dalle ore 15 alle ore 16.45 si è tenuta, di fronte alla Commissione Cultura della Camera dei Deputati, l'audizione informale delle parti coinvolte e più precisamente: l'AESVI (Associazione Editori Software Videoludico Italiana, in altre parole l'associazione dei vari publisher e distributori italiani), la Confcommercio, la Copercom (Coordinamento delle associazioni per la comunicazione), il MOIGE (il Movimento Italiano Genitori, spauracchio di ogni emittente televisiva), l'associazione e l'ordine degli psicologi e, udite udite, Google Italia.
Essendo stata un'audizione informale non ci è dato da sapere per il momento il contenuto delle dichiarazioni, cosa che normalmente invece viene riportata fedelmente sul sito della Camera. Mi impegno a consultare nei prossimi giorni l'AESVI per chiedere un resoconto, magari solo approssimativo, dell'incontro. Una domanda tuttavia rimane aperta: che cosa ci faceva Google Italia in mezzo a tante associazioni di categoria? Vogliamo forse intendere che Google Italia sia de facto l'associazione degli operatori internet? Ha poco senso. Passi che Google vada di moda, ma non sarebbe stato meglio convocare degli editori online specializzati nel mondo del videogioco e del cinema? Possibile che i nostri legislatori il massimo che riescano ad associare alla parola Internet sia Google? Appare dunque strano che non siano stati invitati anche YouTube, Ebay e Amazon, dato che vanno tanto di moda. Perplessità me ne crea anche la convocazione della Copercom, come unico rappresentante del mondo cinema che, a dispetto del nome, non rappresenta tutti, ma quelli che si ritrovano sotto questo principio: "I Cristiani devono sentirsi responsabili di fronte ai mondi della comunicazione e dell'educazione, per far sentire la presenza della Chiesa nella società e animare con intelligenza, nel rispetto della loro legittima autonomia, i diversi linguaggi dell'arena pubblica". E certamente non sono qui a rappresentare i non credenti. Ritengo solamente che in un'audizione su un tema così importante per i minori d'oggi (cinema, videogiochi e internet oramai rappresentano tutto il tempo libero di un under 18) la Commissione Cultura debba attenersi alla più ampia pluralità di vedute.
E' un peccato che solo il Copercom abbia pubblicato il testo integrale dell'intervento durante l'Audizione. Da questo mi fa piacere estrarre la parte riguardante il loro punto di vista sulla regolamentazione del videogioco:

"Anche per il settore dei videogiochi (art. 7) possono valere le osservazioni che precedono, relative alla genericità e alla incompletezza dei criteri e degli obiettivi della classificazione, nonché ai termini per "gli accertamenti" affidati al Comitato Media e Minori. Tuttavia, è pienamente apprezzabile la previsione (comma 5) del divieto di diffusione, distribuzione o pubblicità dei videogiochi prima della conclusione della fase del procedimento di riclassificazione: questa soluzione, rispondente a opportuni criteri di prevenzione, merita di essere applicata anche per la classificazione dei film. Mancando attualmente un sistema di autoregolamentazione generalmente valido e riconosciuto in tutta Europa, appare assai problematica l'applicabilità concreta ai riferimenti contenuti nei commi 1 e 8, anche per quanto riguarda una richiesta di riclassificazione all'organismo europeo a ciò preposto. Deve altresì essere segnalata una discrasia tra gli obblighi imposti ai distributori e rivenditori commerciali dei videogiochi in ordine ai divieti a tutela dei minori: nell'art. 7, comma 6, si pone un obbligo generico e assai blando di "garantire le necessarie misure affinché i minori non acquistino o noleggino il supporto", con una previsione di sanzione inadeguata (da 1000 a 5000 euro), soprattutto per i distributori (spesso importatori di massa). "

Siamo sicuri che "manchi attualmente un sistema di autoregolamentazione generalmente valido e riconosciuto in tutta Europa"? E il PEGI cos'è? Mi auguro che l'AESVI abbia fatto sentire la sua voce.

Prima di congedarmi non posso fare a meno di segnalare un'altra di quelle bufale che fanno sorridere: no ai videogiochi prima di dormire. L'ennesima ricerca "ben documentata" che asserisce che giocare con i videogiochi prima di andare a letto favorisce l'insonnia, disturba la fase di sonno profondo, diminuisce le capacità mnemoniche e di apprendimento. Esattamente il contrario di quello che dice Marc Prensky in Mamma non rompere, sto imparando! . Bah! Cosa si può dire? Solamente una costante e infaticabile controinformazione potrà far smettere questo riflusso di baggianate.

Per finire vi segnalo la copertina del nuovo numero di Multiplayer.it Gold News in uscita a brevissimo. Su questo numero le prime immagini inedite del nuovo sito di Multiplayer.it in sviluppo e un simpaticissimo regalo: Games of your life, una scheda personale per ricostruire una vita di... videogiochi! Nonché due editoriali inediti del sottoscritto che mi sono costati un mal di testa!