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Chiude lo store di Xbox 360: l'industria videoludica ha ancora problemi con la preservazione dei giochi

Alla luce della prossima chiusura dello store di Xbox 360, ritorna viva la discussione sulla preservazione dei videogiochi nel tempo.

NOTIZIA di Giorgio Melani   —   18/08/2023
Chiude lo store di Xbox 360: l'industria videoludica ha ancora problemi con la preservazione dei giochi

Passano gli anni ma sembra che l'industria videoludica continui ad avere problemi con la preservazione dei videogiochi nel tempo, visto che anche in questo caso a farne le spese saranno alcuni titoli destinati probabilmente a scomparire definitivamente, essendo rimasti al di fuori della retrocompatibilità e senza versioni aggiornate per le console successive. È una questione che sembra specifica del medium videogioco, visto che per quanto riguarda altri mezzi di comunicazione risulta decisamente più facile trovare archivi e copie conservate in vario modo per consentire la fruizione in maniera costante. Non è più del tutto vero nemmeno questo, in effetti, visto che la distribuzione digitale, paradossalmente, può anche causare dei buchi neri "artificiali" che impediscono di recuperare determinati titoli, se questi non sono gestiti in maniera ottimale sul fronte della distribuzione e preservazione dei diritti correlati.

Tuttavia, il problema pare molto più evidente per quanto riguarda i videogiochi. Qualche tempo fa era emersa una situazione del tutto simile con la chiusura degli eShop Nintendo e anche con l'intenzione manifestata da Sony di chiudere gli store PS3 e PSP. Il caso dello store di Xbox 360 è parzialmente mitigato dal buon lavoro eseguito da Microsoft sulla retrocompatibilità, che di fatto ha ridotto notevolmente la quantità di giochi potenzialmente persi con questa eventualità. La lista degli oltre 220 titoli Xbox 360 che potrebbero perdersi completamente comprende infatti anche numerosi giochi che sono però stati ripubblicati in versione Xbox One, dunque non è del tutto corretto sostenere che il problema riguardi tale quantità di giochi, essendo molto più ristretto, ma resta comunque un problema. La questione fa discutere soprattutto perché, tecnicamente, il supporto digitale dovrebbe favorire una preservazione dei videogiochi, e non il contrario.

Un problema paradossale nell'era digitale

Il problema della chiusura dello store Xbox 360 è parzialmente mitigato dall'ottima retrocompatibilità di Xbox
Il problema della chiusura dello store Xbox 360 è parzialmente mitigato dall'ottima retrocompatibilità di Xbox

La digitalizzazione potrebbe consentire uno stoccaggio potenzialmente infinito del software, nonché forme di distribuzione "democratica" molto avanzate, ma sembra rimanere sempre fortemente limitata dalle vecchie meccaniche del mercato videoludico. In certi casi, come per quanto riguarda Nintendo, i vecchi software sono visti giustamente come risorse preziose e vengono (meno giustamente) utilizzati come prodotti da rivendere ulteriormente a caro prezzo, attraverso vendita standard o diffusione di abbonamenti. In altri casi, i titoli datati vengono semplicemente dimenticati, perché magari non vale più la pena di controllarne la distribuzione o rinnovarne i diritti, ma in molti casi i giochi finiscono in una sorta di limbo dal quale non riescono ad uscire, perché i publisher non consentono una distribuzione gratuita e non esiste un sistema centralizzato di preservazione delle opere del passato.

Una prospettiva interessante potrebbe essere la costituzione di un archivio unitario e centralizzato per il mantenimento del software nel tempo, attraverso un'iniziativa costante e sistematica come quella adottata dalle biblioteche nazionali per i testi scritti. In questo modo, una sorta di organismo che travalica le norme standard del mercato potrebbe garantire quantomeno una gestione costante dei giochi e, magari, interfacciarsi con i detentori dei diritti per studiare varie tipologie di distribuzione nel corso del tempo, una vota che tali titoli hanno esaurito il proprio ciclo vitale sul mercato standard. Un'altra soluzione ancora potrebbe essere, semplicemente, imporre lo stato di abandonware per tutti i giochi che hanno raggiunto una notevole anzianità e magari trovare un modo per conservarli e distribuirli in maniera "etica".

È un problema che riguarda soprattutto le console e che potrebbe trovare progressivamente soluzione attraverso la retrocompatibilità estesa delle piattaforme del futuro, ma che al momento è alquanto reale e sentito, come dimostra l'esplosione della passione per il retrogaming e anche il conseguente incremento impressionante dei prezzi legati a tale passione.

Questo è un editoriale scritto da un membro della redazione e non è necessariamente rappresentativo della linea editoriale di Multiplayer.it.