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Facebook e il presunto strumento di censura per la Cina: nuove rivelazioni da una whistleblower

Un'ex dirigente di Facebook ha presentato una denuncia dettagliata alla SEC, rivelando che la società avrebbe sviluppato un sistema di censura per entrare nel mercato cinese.

NOTIZIA di Simone Lelli   —   11/03/2025
Facebook

Nuove accuse emergono contro Facebook (oggi Meta) in una denuncia di 78 pagine presentata alla Securities and Exchange Commission (SEC) dall'ex direttrice delle politiche globali, Sarah Wynn-Williams. Secondo quanto riportato, l'azienda avrebbe lavorato per anni a un sistema di censura progettato per soddisfare le richieste del governo cinese, con l'obiettivo di sbloccare l'accesso al social network nel paese.

La denuncia fa riferimento a un'iniziativa segreta, denominata "Project Aldrin", avviata nel 2014, quando Facebook avrebbe formato un team dedicato a sviluppare una versione conforme alle rigide leggi di Pechino. Oltre al sistema di censura, tra le proposte discusse figurava la possibilità di far revisionare i contenuti pubblicati dagli utenti cinesi da una società di private equity locale, oltre all'assunzione di centinaia di moderatori per rimuovere contenuti ritenuti sensibili dal governo cinese.

Facebook e la Cina: una strategia controversa

L'interesse di Facebook per il mercato cinese non è un segreto. Dal 2009, il social network è stato bloccato in Cina, ma Mark Zuckerberg ha più volte tentato di riaprire un canale di accesso, incontrando anche alti funzionari governativi e imparando il mandarino per migliorare le relazioni con Pechino.

Mark Zuckerberg
Mark Zuckerberg

Già nel 2016, il New York Times aveva riportato le prime indiscrezioni sullo sviluppo di un software di censura, ma la denuncia di Wynn-Williams getta nuova luce sulla portata delle concessioni che Facebook sarebbe stata disposta a fare.

Secondo la whistleblower, la società ha spinto il progetto fino a valutare la condivisione di dati utente con le autorità cinesi, una mossa che avrebbe messo a rischio la privacy e la sicurezza degli iscritti.

Meta risponde: “Nessun segreto” sui piani passati

Interpellata dal Washington Post, Meta ha minimizzato le rivelazioni. Il portavoce Andy Stone ha affermato che l'interesse dell'azienda per la Cina è sempre stato noto, e che già dal 2019 Zuckerberg ha annunciato la fine di qualsiasi tentativo di entrare nel mercato cinese.

Tuttavia, la denuncia di Wynn-Williams dipinge un quadro più dettagliato e inquietante, rivelando fin dove Facebook sarebbe stata disposta a spingersi per acquisire una base di utenti in Cina.