Sono passati cinque mesi da quanto è stato annunciato il rebrand di Facebook in Meta e da allora la compagnia guidata da Mark Zuckerberg ha perso ben 500 miliardi di dollari. Il motivo è da ricercarsi nelle nuove politiche sulla privacy di Google e Apple, che hanno azzoppato gli affari di Meta e in una serie di altri fattori.
Di base, la maggiore difficoltà di accesso ai dati personali degli utenti, ha reso più difficile per Meta spiare i suoi utenti, limitando le possibilità di creare inserzioni mirate. A febbraio le azioni di Meta sono già calate del 30% e le prospettive non sembrano essere rosee per l'immediato futuro.
Comunque sia, oltre al blocco del tracciamento dei dati degli utenti, sono anche altri i fattori che hanno frenato Meta. Uno dei più importanti è la preferenza delle giovani generazioni per altri social network rispetto a Facebook, in particolare TikTok. Facebook e altre piattaforme social di Meta vengono viste da molti come luoghi in cui si fa disinformazione e in cui vanno gli adulti, più che dei social cool a cui collegarsi. Altro fattore è la sterzata imposta da Zuckerberg verso il metaverso, parola sicuramente alla moda e di cui il marketing va riempiendo i media, ma che finora sembra aver convinto molti meno utenti di quanti ci si aspettasse.
Il risultato è che, stando al New York Mag, Meta avrebbe perso circa 500 miliardi di dollari dal rebrading. Non poco. Chissà per quanto la compagnia potrà resistere proseguendo su questa strada.