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Facebook e Instagram hanno usato i post pubblici per allenare l'IA di Meta, ma in UE possiamo scegliere

Facebook ha utilizzato foto, post e altri dati pubblici degli utenti adulti per addestrare i suoi modelli di intelligenza artificiale, senza offrire alcuna opzione di opt-out; ovunque tranne che in Europa.

NOTIZIA di Raffaele Staccini   —   12/09/2024
Facebook AI

Durante un'inchiesta parlamentare australiana, Facebook ha ammesso di raccogliere foto, post e altri dati pubblici degli utenti adulti australiani per addestrare i suoi modelli di intelligenza artificiale. Melinda Claybaugh, responsabile globale della privacy di Meta, ha confermato che l'azienda utilizza questi dati a meno che gli utenti non abbiano impostato i loro post come privati.

Questa pratica ha sollevato preoccupazioni sulla privacy degli utenti australiani, soprattutto perché Facebook, in virtù delle più stringenti regole dell'UE, offre agli utenti europei la possibilità di rifiutare il consenso all'utilizzo dei loro dati per l'addestramento dell'IA. La stessa Claybaugh ha spiegato che questa differenza è dovuta alle leggi sulla privacy dell'Unione Europea, che hanno spinto l'azienda a offrire un'opzione di opt-out agli utenti europei.

La mancanza di un'opzione di opt-out per gli australiani ha però suscitato critiche da parte dei senatori, che hanno sottolineato l'importanza di proteggere la privacy degli utenti. Il senatore David Shoebridge ha evidenziato come la mancanza di leggi sulla privacy rigorose in Australia permetta a aziende come Meta di sfruttare i dati di tutti gli utenti sopra i 18 anni senza il loro esplicito consenso.

Il direttore globale della politica sulla privacy di Meta, Melinda Claybaugh, ha parlato a un'inchiesta del senato sull'adozione dell'IA (Foto da ABC News, Adam Kennedy).
Il direttore globale della politica sulla privacy di Meta, Melinda Claybaugh, ha parlato a un'inchiesta del senato sull'adozione dell'IA (Foto da ABC News, Adam Kennedy).

Questa rivelazione arriva in un momento in cui il governo australiano sta valutando l'introduzione di un divieto dei social media per i minori, a causa delle preoccupazioni per i danni che queste piattaforme possono causare. Il senatore Shoebridge ha sottolineato l'importanza di affrontare la questione della privacy come parte integrante degli sforzi per proteggere i giovani online.

Il governo australiano ha promesso di annunciare a breve le tanto attese riforme della legge sulla privacy, in risposta a una revisione del 2020 che ha rilevato l'inadeguatezza delle leggi attuali. Resta da vedere se queste riforme includeranno misure per proteggere la privacy degli utenti australiani in relazione all'utilizzo dei loro dati per l'addestramento dell'IA.

La questione comunque non riguarda solo l'Australia, visto che una regolamentazione sulla privacy come quella europea non è presente praticamente in nessun altro paese del mondo, nemmeno negli Stati Uniti (e il ritardo di Apple Intelligence ne è un'ulteriore prova).

Voi che cosa ne pensate? Ritenete che sia giusta la battaglia intrapresa dall'UE e ora anche dall'Australia, oppure pensate che le piattaforme debbano poter sfruttare i contenuti prodotti dagli utenti per portare maggiore innovazione?