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Google Stadia, pregi e difetti di una piattaforma controversa

Disponibile fra pochi giorni, Google Stadia fa ancora discutere per la qualità dell'offerta, i requisiti di sistema e gli indubbi vantaggi di una tecnologia a cui tutti gli sviluppatori possono aderire.

NOTIZIA di Tommaso Pugliese   —   14/11/2019

Google Stadia farà il proprio debutto il 19 novembre, fra pochissimi giorni, eppure ancora si discute di quanto sia controversa questa nuova piattaforma di game streaming, che arriva sul mercato senz'altro con dei pregi ma anche con un bel po' di difetti che risulta difficile ignorare.

Della line-up di lancio abbiamo già discusso: la qualità della maggior parte dei giochi che saranno disponibili al day one, o entro la fine dell'anno, è indiscutibile; tuttavia praticamente nessuno di essi è un'esclusiva, dunque non c'è alcun motivo per cui un videogiocatore debba volerli acquistare a prezzo pieno su Google Stadia.

Il che ci porta al secondo, grosso problema concettuale che ruota attorno all'esperienza di Google Stadia: se è vero che lo streaming consentirà di cimentarsi con qualsiasi videogame con un semplice click e senza tempi d'attesa, magari mentre stiamo guardando il nostro streamer preferito che lo prova su YouTube, il paywall e la mancanza di versioni di prova liberamente accessibili potrebbe spegnere rapidamente qualsiasi entusiasmo.

A ciò si aggiungono gli esosi requisiti di sistema necessari per poter giocare anche solo a 1080p, ergo facendo un passo indietro rispetto a ciò che è possibile fare su PS4 Pro, Xbox One X e PC. Se avete una normale ADSL, anche a 20 mega, il sistema non funzionerà: serve la fibra, ma in Italia non tutte le zone sono coperte dalla banda larga e ciò finirà inevitabilmente per tagliare fuori un'ampia fetta di potenziali utenti.

Infine gli svarioni dell'ultimo minuto, quelli che stanno venendo a galla a ridosso del lancio e danno la sensazione che Google si stia muovendo un po' a casaccio, cercando di arrivare sul mercato al più presto per poi provare a correggere il tiro gradualmente; vedi ad esempio le limitazioni del controller e la compatibilità con pochissimi dispositivi mobile.

A chi si rivolge davvero Google Stadia? Per quale motivo un videogiocatore navigato dovrebbe acquistare un gioco a prezzo pieno per utilizzarlo con le inevitabili limitazioni dello streaming? E qualora il target sia quello degli utenti occasionali, quanti di loro sono disposti a pagare più dell'abbonamento di base per accedere a ogni contenuto disponibile? Si tratta di domande che non hanno ancora una risposta ma che, come detto, potrebbero trovarla "in corsa", sul lungo periodo.

Il fatto che Stadia debutti senza esclusive implica la volontà di piazzarsi rapidamente sul mercato e monopolizzare quel tipo di offerta, apportando modifiche e aggiustamenti col passare dei mesi e svolgendo un ruolo "silenzioso" rispetto ai principali attori dell'industria videoludica.

Ci saranno dei singhiozzi iniziali e delle polemiche, è inevitabile, ma a un certo punto il concetto di game streaming e Google Stadia arriveranno a corrispondere nell'immaginario collettivo, o almeno crediamo sia questa l'intenzione.

E i pregi? Al di là della riproduzione alla massima qualità visiva, laddove possibile, al momento sono tutti a vantaggio di publisher e sviluppatori, che non devono praticamente fare alcun lavoro extra per portare i loro giochi su Google Stadia.

Quelle che vedremo riprodotte in streaming sui nostri televisori, infatti, saranno senza dubbio le versioni PC dei vari titoli, senza bisogno di ritocchi o conversioni. Il che renderà l'operazione di portare i propri giochi su Google Stadia qualcosa di estremamente semplice, che aprirà a potenziali incassi supplementari senza alcun costo di sviluppo ulteriore: una vera e propria manna, di questi tempi.

Voi che ne pensate? Parliamone.