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Google Stadia, una vera rivoluzione? Pro e contro della piattaforma di game streaming

La piattaforma di game streaming Google Stadia, appena presentata alla GDC 2019, si pone come una vera rivoluzione per il mondo dei videogame? Cerchiamo di analizzare i pro e i contro di questo ambizioso progetto.

NOTIZIA di Tommaso Pugliese   —   19/03/2019

Google Stadia, la piattaforma di game streaming appena presentata nello speciale evento organizzato alla GDC 2019, promette un'esperienza innovativa con i videogame in termini di accessibilità, versatilità e potenza.

Una rivoluzione sotto diversi aspetti, nel concetto stesso di console (che non è una console) e nella forma di un sistema remoto dinamico, che può cambiare le proprie specifiche a piacimento partendo da ben 10,7 TFLOPS di potenza per offrire giochi a 4K HDR e 60 frame al secondo fin dal lancio.

Google Stadia

Pensiamo un attimo a questo primo aspetto: se pure PlayStation 5 e Xbox Scarlett dovessero esordire con un hardware in grado di sprigionare 11 o 12 TFLOPS, a Google basterebbe rivedere un attimo le specifiche dei server per effettuare nuovamente un sorpasso. È il concetto dell'upgrade che gli utenti PC conoscono fin troppo bene, applicato però a una piattaforma di cloud gaming che non potrà dunque mai essere superata da una home console.

L'aspetto rivoluzionario di Google Stadia non sta però nelle sue specifiche tecniche né nei giochi annunciati per la piattaforma, al momento in verità pochissimi (ma ne parliamo dopo). No, la rivoluzione è nell'accessibilità, in quel semplice link "Play on Stadia" che consentirà a chiunque di giocare a qualsiasi titolo nel giro di pochi secondi dopo averlo visto in un video o in un livestream.

Stadia Controller

Riflettete sulle enormi potenzialità di una feature del genere. Il vostro streamer preferito sta mostrando il gameplay di un nuovo tripla A e voi siete lì che lo vedete per la prima volta. Volete provarlo? Vi basta cliccare sul link, attendere qualche secondo e via, ecco quella stessa esperienza a vostra disposizione, su qualsiasi PC, dispositivo Android o terminale di streaming compatibile con Chrome.

Il concetto rappresenta dunque un game changer per l'intera industria videoludica, non ci sono dubbi. Ma i contenuti e i requisiti? Questi sono gli aspetti meno convincenti della presentazione organizzata da Google, francamente: il colosso americano dispone del denaro sufficiente per comprare qualsiasi esclusiva, eppure non ha ritenuto necessario annunciare qualcosa durante il reveal, limitandosi a mostrare Assassin's Creed Odyssey e DOOM Eternal, e portando sul palco due sviluppatori indipendenti che non hanno neppure presentato i loro nuovi progetti.

Doom Eternal 8

L'annuncio di una console, o di una piattaforma di game streaming come in questo caso, deve entusiasmare più per i contenuti promessi che non per le modalità attraverso cui accedervi. Cosa sarebbero PlayStation e Xbox senza le loro esclusive? Eppure su tale fronte non è stato rivelato nulla, rimandando all'estate per ulteriori dettagli, nella speranza che qualcosa di pronto fra i titoli first party ci sia già, cosa che al momento non diamo per scontata.

Dopodiché c'è il proverbiale elefante nella stanza, il piccolo dettaglio di avere una piattaforma che promette contenuti in streaming a 4K e 60 frame al secondo, ma che dovrà fare i conti con la velocità delle connessioni, specie quelle nostrane. Un aspetto non da poco, se consideriamo le prestazioni di un servizio come PlayStation Now quando viene provato su di una ADSL "normale".

Google Stadia promette una rivoluzione, ma sarà in grado di mantenere la parola? Parliamone.