La recensione di Wired che ha dato 1/10 di Hogwarts Legacy è stata in assoluto quella più commentata relativa al gioco di Avalanche Software. Molti l'hanno aspramente criticata, ma dopo più di una settimana che se ne parla, a ben vedere è stata a suo modo una benedizione per un settore che sembra vivere in uno stato di trance perenne.
Pensate, una recensione accusata di non parlare del gioco che dovrebbe avere come oggetto e con un voto considerato da molti senza senso ha scatenato più dibattito di centinaia di altre recensioni scritte con tutti i crismi del caso, di cui al massimo si è badato a verificare l'aderenza o meno al Metacritic (è un'operazione da menti molto semplici, quindi frequentissima).
Ecco, che una recensione provocatoria sia riuscita a provocare non dovrebbe destare grosso stupore, ma che provocare sia spesso l'unico modo per penetrare nella coltre di nulla che ammanta il dibattito pubblico dell'industria dei videogiochi, pur con tutti i limiti che un'operazione del genere si porta dietro (in particolare quello della polarizzazione), dovrebbe far riflettere più dei contenuti della recensione stessa.
Naturalmente poi possiamo contestare quanto vogliamo l'opportunità o meno di un articolo del genere, ma la verità è che è stato a suo modo istruttivo e in tanti hanno approfondito i contenuti del gioco dopo averlo letto, per provare a capirlo meglio. Tutti hanno ritenuto necessario commentarlo, anche in modo asprissimo e spesso più deprecabile dell'articolo stesso (pensate a certi siparietti scemi da social messi in scena da qualcuno per apparire brillante o a tutti quelli che ne hanno approfittato per portare attacchi transfobici all'autrice).
Anche quelli che hanno dichiarato che dell'articolo non gli "fregava nulla" non hanno esitato a scagliare qualche pietra nella lapidazione di massa, quando avrebbero dovuto semplicemente dare seguito alle loro parole e non partecipare.
Insomma, quella recensione è da considerarsi un grande successo, perché ha ottenuto esattamente l'effetto desiderato, immaginiamo anche oltre le intenzioni iniziali dell'autrice e della testata. Altro che da non pubblicare o da pubblicare come editoriale. E chi si lamenta per il voto sappia che sta proprio facendo da conferma vivente per quelli che dicono che senza il voto la risonanza sarebbe stata enormemente inferiore. Del resto è noto che nelle recensioni si commenta praticamente solo quello, quindi perché rinunciarvi se l'obiettivo era quello di attizzare gli animi?