Huawei è stata accusata in più occasioni dal governo statunitense di essere un potenziale strumento di spionaggio nelle mani della Cina. Nelle ultime ore il Segretario di Stato, Mike Pompeo, è tornato sull'argomento ai microfoni della CNBC.
"La società ha legami profondi non solo con la Cina ma con il Partito Comunista Cinese. E quella connettività, l'esistenza di queste connessioni, mette a repentaglio le informazioni americane che passano dalle loro reti", ha dichiarato Pompeo.
L'azienda cinese, per bocca del fondatore e amministratore delegato Ren Zhengfei, ha smentito categoricamente questa eventualità, ma per il Segretario di Stato americano si tratterebbe di affermazioni inattendibili.
"È semplicemente falso. Dire che Huawei non collabora con il governo cinese significa dichiarare il falso. Sono obbligati dalla legge cinese a farlo. Il CEO di Huawei almeno su questo non sta dicendo la verità al popolo americano, né a tutto il mondo."
"Ogni nazione, ogni società privata ha il diritto di fare le proprie scelte, ma quando spieghiamo loro i rischi e l'impossibilità di mitigare questi rischi notiamo che giungono alle stesse conclusioni a cui sono giunti gli Stati Uniti."
Dopo gli Stati Uniti anche altri Paesi hanno emanato leggi che impediscono alle società cinesi di distribuire apparecchiature di rete 5G. Per il momento si sono mosse in questo senso Australia e Giappone, ma anche in Europa la situazione potrebbe evolvere in futuro. Secondo Pompeo, le vicende legate alla sicurezza nazionale saranno comunque trattate indipendentemente dalle ragioni formali che hanno condotto alla pronuncia del ban nei confronti di Huawei da parte degli USA, per il momento sottoposta a sospensiva per un periodo di 90 giorni.