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Immortals of Aveum, i giochi non open world, gli 80 euro e il dramma del "lo recupero in sconto"

Per quanto possa non aver danneggiato troppo le serie più blasonate, non c'è dubbio che il nuovo prezzo pieno dei giochi stia penalizzando i titoli non open world.

NOTIZIA di Tommaso Pugliese   —   22/08/2023
Immortals of Aveum, i giochi non open world, gli 80 euro e il dramma del 'lo recupero in sconto'

Il budget è sempre lo stesso, i prezzi sono aumentati: un'amara constatazione che rappresenta un po' il quotidiano per qualsiasi lavoratore dipendente e non, ma che applicata al mercato dei videogiochi può produrre e sta senz'altro producendo situazioni drammatiche.

Non tanto per l'utente finale, che dovrà suo malgrado effettuare una selezione più stretta e attenta, quanto per tutti quegli sviluppatori al lavoro su progetti che generalmente rientrano nella definizione di doppia A, privi di una struttura open world da centinaia di ore ma portati nei negozi alla cifra ormai standard di 80 euro.

Ci è capitato di riflettere sulla questione quando, giunti all'ultimo capitolo di Immortals of Aveum (qui la recensione), ci siamo resi conto che il pur entusiasmante impianto confezionato da Ascendant Studios si esaurisce nel giro di quindici ore laddove si proceda dritto per dritto.

Alla luce di queste informazioni, piuttosto distanti dalle 20-25 ore promesse dal producer Kevin Boyle, nonché di un giudizio internazionale che appare diviso fra chi ha apprezzato l'esperienza e chi davvero sembra non averla minimamente sopportata, si è levato il coro di chi, pur volendo concedere una possibilità al gioco, lo acquisterà solo una volta scontato.

Una reazione legittima e inevitabile

Immortals of Aveum, Jak si chiede dove sia finito Daxter
Immortals of Aveum, Jak si chiede dove sia finito Daxter

Torniamo alla constatazione di partenza: il budget è sempre lo stesso, i prezzi sono aumentati e così è necessario essere ancora più critici, risparmiare denaro per le grandi esclusive PlayStation e Nintendo, l'abbonamento a Xbox Game Pass e quegli open world third party in grado di restituire un certo valore contenutistico a fronte degli 80 euro necessari per acquistarli.

Tutto ciò che sta al di sotto di questa soglia, a meno di giudizi straordinariamente positivi e unanimi, si rimanda a data da destinarsi, probabilmente quando i prodotti in questione finiranno nei cestoni del centro commerciale o in forte sconto su PlayStation Store, per forza di cose a discapito del mercato e della sua capacità di esprimersi.

Insomma, la sensazione è che il passaggio al nuovo prezzo pieno avvenuto ormai da alcuni anni, pur necessario in virtù dei sempre più ingenti costi di sviluppo, abbia aumentato la distanza fra i giochi irrinunciabili e quelli che magari in passato avremmo acquistato anche solo perché ci stuzzicava l'idea di quella particolare ambientazione o di quella nuova meccanica.

Voi come state vivendo questa situazione? Parliamone.

Questo è un editoriale scritto da un membro della redazione e non è necessariamente rappresentativo della linea editoriale di Multiplayer.it.