Il grande Jeff Minter si è scagliato contro alcune tendenze della moderna industria di videogiochi in alcuni suoi post su Twitter. Secondo lo storico sviluppatore inglse, l'industria utilizza metodi sempre più truffaldini per mungere soldi ai videogiocatori e non è più orgogliosa delle sue opere.
"Quando creo un gioco so che è per una ristretta nicchia di persone, che vuole qualcosa che la faccia sentire in un certo modo grazie ai suoi loop visivi e di gameplay. Passo settimane, mesi a pulire la merda che faccio in modo che soddisfi me e le persone cui piace.
Alla fine la mia speranza è che ci siano abbastanza persone che mi diano qualche sterlina per quell'esperienza e io non gli chiedo altri soldi finché non ho qualcosa di nuovo da dargli: niente abbonamenti, niente pubblicità o altre porcherie simili.
È tutto ciò che voglio, davvero, ossia di fare il massimo per rendere felici alcune persone e non perdere l'anima.
Mi spezza il cuore vedere l'industria dei videogiochi adottare sempre più strategie bizantine e truffaldine, pensate per mungere soldi a quante più persone possibili.
Dov'è l'amore? Dove l'orgoglio nel sapere che la vostra opera ha dato gioia vera ad alcune persone?"
Minter non ne fa quindi solo una questione economica, ma anche di rapporto tra gli sviluppatori e le persone. In effetti è uno dei pochi nomi storici che si è sempre mantenuto coerente con se stesso e, pur ormai marginalizzato dalla grande industria e dai videogiocatori, continua a produrre i giochi che gli piace, come Moose Life o Tempest 4000.