Il futuro di PlayStation è soprattutto nei live service. Questa in pochissime parole è la strategia per il lungo termine scelta da Sony, supportata dall'acquisto di studi specializzati nei GaaS, piani per incrementare notevolmente gli investimenti in questo settore e affidando ai PlayStation Studios e terze parti il compito di dare alla luce ben 12 giochi giochi in grado di penetrare nel florido quanto insidioso mercato dei live service. Da allora è passato più di un anno, e tra i malumori degli appassionati e un PlayStation Showcase insipido, questo cambio di rotta continua a non convincere.
Il quadro dipinto da Sony lo scorso anno è chiaro: i giochi AAA single-player sono ancora un grandissimo punto di forza PlayStation e le vendite di PS5 vanno a gonfie vele, tuttavia PlayStation per crescere ulteriormente ha bisogno di diversificare la propria offerta e di diventare meno dipendente dal tradizionale business dei giochi tripla A, che si sta rivelando sempre meno sostenibile di generazione in generazione.
La compagnia giapponese dunque ritiene che i GaaS siano la risposta a questa esigenza e solo il tempo ci dirà se si sarà rivelata una mossa azzeccata o disastrosa. Per il momento tuttavia i giocatori più affezionati alla "vecchia" PlayStation hanno visto solo i risvolti negativi, con un focus degli investimenti pesantemente ricalibrato sui live service a discapito dei giochi single player e un 2024 ancora da inquadrare dal punto di vista delle produzioni dei team dei PlayStation Studios, tra l'altro dopo un 2023 sorretto dal solo Marvel's Spider-Man 2 di Insomniac Games.
Puntare sui live service è stata la mossa giusta?
Non aiutano poi le ultime notizie arrivate da casa PlayStation. Da una parte il multiplayer di The Last of Us, sicuramente il GaaS più appetibile e atteso tra quelli svelati finora, scomparso dai radar, voci di corridoio su dei malumori interni dei PlayStation Studios sulla nuova strada tracciata da Jim Ryan, mentre Bungie (acquisita da Sony per 3,6 miliardi di dollari per sfruttare la sua grande esperienza nei live service) è apparentemente allo sbaraglio, tra pesanti tagli al personale, previsioni di ricavi nettamente sotto le aspettative e il presunto rinvio di Marathon e Destiny 2: La Forma Ultima.
Oggi invece è arrivata la notizia che ben 6 dei 12 giochi live service in produzione presso i PlayStation Studios sono stati posticipati oltre la scadenza ultima di marzo 2026 precedentemente fissata. Stando alle Hiroki Totoki, prossimo CEO ad interim di PlayStation, tale decisione è stata presa per migliorarne la qualità e la capacità di attirare giocatori per lungo periodo. Una scelta sensata, ma il fatto che sia stata presa con così largo anticipo suggerisce che i progetti in questione siano molto indietro con i lavori o ben lontani dagli elevati standard qualitativi della compagnia.
Se il buongiorno si vede dal mattino, è comprensibile che parte degli appassionati, perlomeno quelli che si tengono informati sui movimenti del mercato videoludico, siano ancora più timorosi sulla nuova strada scelta dall'azienda, per quanto va detto che è sicuramente prematuro tirare le somme, anche perché di fatto potremo farlo solo nei prossimi anni quando arriveranno sul mercato i primi GaaS made in PlayStation.
Quello che è certo è che parliamo di un mercato estremamente insidioso. Se da una parte abbiamo una manciata di produzioni dai profitti faraonici come Fortnite, League of Legends, Apex Legends, Warzone e Genshin Impact, dall'altra abbiamo numerosi progetti morti dopo pochi mesi dal lancio o che dopo un lancio promettente hanno fallito nel trattenere i giocatori sui server.