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Red Dead Redemption: port, remaster, operazione commerciale, capolavoro, complotto?

Red Dead Redemption è uscito su PS4 e Nintendo Switch: è un port, una remaster, una bieca operazione commerciale, un capolavoro, un uccello, un aereo, Superman?

NOTIZIA di Tommaso Pugliese   —   17/08/2023
Red Dead Redemption: port, remaster, operazione commerciale, capolavoro, complotto?

Red Dead Redemption è disponibile da oggi su PS4 e Nintendo Switch, con qualche anno di ritardo: si potrebbe riassumere così tutta la (legittima) polemica che ha accompagnato l'annuncio della riedizione, che arriva dopo tredici anni dalla pubblicazione originale ma soprattutto debutta nel 2013 sulle piattaforme della precedente generazione anziché di quella attuale.

In realtà ciò a cui puntava Rockstar Games è abbastanza chiaro: consegnare agli utenti PlayStation una versione retrocompatibile del gioco, come quella disponibile da tempo immemore su Xbox; consegnare agli utenti Switch un biglietto d'ingresso per una serie dal valore indiscutibile; consegnare alle casse dell'azienda un bel po' di quattrini.

Inevitabile parlare del prezzo, quei 49,99€ che vengono percepiti come una somma troppo alta per una semplice conversione dell'avventura di John Marston a cui è stata aggiunta l'espansione Undead Nightmare e tolto il comparto multiplayer. Ma si tratta davvero di un normale port? Oppure l'aumento della risoluzione e la stabilizzazione del frame rate possono valergli l'appellativo tecnico di remaster?

Sia come sia, controller alla mano c'è poco da discutere: l'esperienza è ancora piacevolissima, come abbiamo scritto nella recensione di Red Dead Redemption per Nintendo Switch, e le migliorie rispetto all'originale non solo sono presenti, ma appaiono anche piuttosto evidenti per quanto riguarda definizione grafica e fluidità, specie facendo girare il titolo su PS4 Pro o PS5.

Si doveva fare di più

Red Dead Redemption, John Marston stringe in mano i soldi della riedizione. Ah, no, è una locandina.
Red Dead Redemption, John Marston stringe in mano i soldi della riedizione. Ah, no, è una locandina.

Non c'è alcun dubbio, anzi davvero sfondate una porta aperta: ci aspettavamo di più, era lecito aspettarsi di più da uno studio che ha venduto 185 milioni di copie solo considerando GTA 5 e che dunque disponeva senz'altro delle risorse necessarie per realizzare un remake vero e proprio utilizzando il motore grafico e gli asset del sequel, come fatto da Sony per The Last of Us Parte 1.

Il titolo che è approdato oggi su PlayStation Store ed eShop, e che fra qualche tempo arriverà anche nei negozi in formato fisico, rappresenta per molti versi uno sforzo minimo per la massima resa, la semplice conversione del prodotto originale che peraltro si guarda anche bene dallo sbloccare i 60 fps su PS5 per evitare di dover fare altrettanto su Xbox.

Era dunque un'operazione necessaria per preservare il gioco, quella compiuta da Rockstar Games: nulla più di questo, tutt'altro che a buon prezzo. Voi che ne pensate? Parliamone.

Questo è un editoriale scritto da un membro della redazione e non è necessariamente rappresentativo della linea editoriale di Multiplayer.it.