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Return to Monkey Island: alcuni videogiocatori hanno dimostrato di essere dei bambinoni da ciuccio

Alcuni videogiocatori hanno avuto una reazione quantomeno infantile davanti al cambio di stile di Return to Monkey Island rispetto ai primi due episodi.

NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   30/06/2022

Propositi educativi. Mio figlio ha tre anni ed è in quella fase terribile in cui ama guardare a ripetizione lo stesso cartone animato. Mi avrà fatto vedere per cento e più volte (non esageriamo dai Ndcoscienzainteriorechefrenaleesagerazioinidialettiche) tutte le puntate delle due serie di Bluey su Disney+ (i cui autori capiscono di game design più della maggior parte dei videogiocatori, questo va detto), con le sue preferite mandate a ripetizione anche cinque volte di seguito. Ma è ancora un bambino e posso capirlo. Piano piano cercherò di introdurre un po' di varietà nel suo menù mediatico (in concorso con gli amici di scuola), quindi cercherò di fargli astrarre la lettura di ciò che vede, legge e gioca e infine cercherò di insegnargli un concetto importantissimo per poter davvero apprezzare o, più semplicemente, imparare a criticare qualsiasi cosa: quello di interpretazione. Non voglio vederlo ridotto come quei videogiocatori che hanno offeso Ron Gilbert per lo stile grafico scelto per Return to Monkey Island. Devo provare a fare in modo che diventi curioso verso tutte le interpretazioni del mondo e del bello e che non parta pieno di pregiudizi facendosi scudo dei suoi gusti personali (che sono un fraintendimento psicologico, ma non divaghiamo).

Il nuovo stile grafico di Return to Monkey Island
Il nuovo stile grafico di Return to Monkey Island

Naturalmente avrà le sue preferenze e qualcosa gli piacerà più di qualcos'altro, come naturale e com'è giusto che sia. Ma vorrei che fosse criticamente acuto e al contempo rispettoso verso il "qualcos'altro" e si sforzasse di capirlo, anche se non gli interessa più di tanto o non gli piace. Vorrei che prima di sputare bile cercasse di comprendere perché è fatto in un certo modo, a chi vuole parlare e se chi ne è l'autore abbia seguito un certo percorso per arrivarci. Vorrei che non fosse uno di quelli che davanti alle tele tagliate di Fontana dicono: "La potevo fare anche io" o uno di quelli che rapporta ogni esperienza al suo apparato riproduttivo. Come i giocatori che hanno minacciato di morte Ron Gilbert per il nuovo stile grafico di Return to Monkey Island.

Cercherò, insomma, di regalargli un po' di autonomia interpretativa, conscio del fatto che non si finisce mai di imparare, provando a evitare che diventi arrogante. Speriamo che capisca che una scelta autoriale diversa da quella attesa non è la fine del mondo e che, passato lo sconcerto iniziale, se ci si adopera per comprendere l'opera ci si può trovare dentro anche qualcosa di inatteso, perché non sempre ciò che è importante arriva da ciò che scegliamo, ma spesso lo incontriamo per caso, magari facendo un minimo sforzo di adattamento così da capire che non tutto può essere fatto a misura nostra. Non come quegli esseri monocellulari che hanno offeso la famiglia di Gilbert per il nuovo stile grafico di Return to Monkey Island. Quelli hanno solo bisogno del ciuccio.

Parliamone è una rubrica d'opinione quotidiana che propone uno spunto di discussione attorno alla notizia del giorno, un piccolo editoriale scritto da un membro della redazione ma che non è necessariamente rappresentativo della linea editoriale di Multiplayer.it.