79

Telegram vietato in Spagna: troppe violazioni del copyright; la decisione è storica

La decisione di bloccare Telegram per violazione del copyright è stata emessa venerdì su richiesta dei principali gruppi broadcaster spagnoli.

NOTIZIA di Luigi Cianciulli   —   25/03/2024
Telegram vietato in Spagna: troppe violazioni del copyright; la decisione è storica

In risposta a una denuncia presentata da Antena 3, EGEDA, Mediaset e Movistar, l'Alta Corte spagnola ha preso la decisione di bandire temporaneamente Telegram in Spagna.

I principali gruppi media spagnoli hanno accusato la piattaforma di messaggistica di consentire la pubblicazione di contenuti protetti da copyright senza autorizzazione all'interno dei propri canali da parte degli utenti, cosa che accade senza l'interferenza o il veto dell'app.

Dopo vani tentativi prolungati nei mesi di collaborare con Telegram, l'istituzione giudiziaria ha ordinato il blocco totale dell'app nel Paese come misura di difesa contro la pirateria.

I fatti

Gruppi tra cui Atresmedia, Mediaset Espana e Movistar, hanno segnalato l'ampio utilizzo di canali Telegram per la diffusione di contenuti protetti e la vendita di servizi correlati
Gruppi tra cui Atresmedia, Mediaset Espana e Movistar, hanno segnalato l'ampio utilizzo di canali Telegram per la diffusione di contenuti protetti e la vendita di servizi correlati

Venerdì scorso, il giudice della Audiencia Nacional, Santiago Pedraz, ha ordinato agli operatori di telecomunicazione spagnoli di bloccare il servizio di Telegram.
Tuttavia, sabato mattina, i provider sembravano non aver ancora agito poiché l'app continuava a funzionare.

Di conseguenza, un ultimatum è stato stabilito, con il provvedimento che sarebbe dovuto entrare in vigore oggi, rendendo il servizio inaccessibile per circa 8,5 milioni di persone, il numero di utenti della piattaforma nella penisola iberica.
A livello globale, Telegram ne conta 900 milioni.

Questa mossa rappresenta una decisione storica senza precedenti in Europa.
L'opinione pubblica è attualmente divisa tra chi la sostiene e chi teme invece possa danneggiare utenti, aziende, organizzazioni e istituzioni pubbliche e private che legalmente utilizzano la piattaforma per diffondere contenuti attraverso i loro canali; è il caso dall'associazione FACUA-Consumidores en Acción, che si sta mobilitando contro il provvedimento.

Da molti percepita come sproporzionata, l'ordinanza è il risultato di un lungo processo contraddistinto dalla mancanza di cooperazione da parte di Telegram.
Pedraz ha sostenuto che "non esistesse altro tipo di misura" in grado di fermare la ripetizione dei fatti denunciati dalle aziende coinvolte, se non la sospensione del servizio come misura precauzionale.

Battaglia per Telegram

Nonostante il divieto, tuttavia, la piattaforma sembra ancora funzionare
Nonostante il divieto, tuttavia, la piattaforma sembra ancora funzionare

Il divieto di utilizzo di Telegram doveva rimanere in vigore fino al termine delle indagini.

Tuttavia, l'ultimatum del tribunale per oscurare immediatamente l'applicazione è stato violato: nel frattempo, l'avvocato del partito Pirates de Catalunya, Josep Jover, ha presentato un ricorso alla Corte di Giustizia dell'Unione Europea il cui esito ha portato alla sospensione della misura.

Sebbene il giudice avesse dato agli operatori tre ore per attuare il blocco dell'applicazione dalla ricezione della comunicazione giudiziaria, alla fine si è deciso di posticipare la sospensione fino alla redazione del rapporto della piattaforma da parte della Comisaría General.

Il segretario generale di FACUA, Rubén Sánchez, ha paragonato il ban di Telegram alla chiusura di Internet per via di alcuni siti che ospitano illegalmente contenuti protetti o alla cancellazione dell'intero segnale televisivo per via dei canali pirata.