WhatsApp, Facebook, Google e i principali colossi del mondo della tecnologia negli ultimi messi hanno investito notevoli risorse in difesa della privacy dei propri utenti; forse finalmente qualcosa comincia a cambiare, anche se probabilmente si tratta anche e soprattutto di conseguenze legate a scandali come quelli di Cambridge Analytica. Ciò non toglie che in alcuni paesi come l'Australia la situazione sia molto più complessa che altrove.
Un po' come già in Russia per Telegram, anche l'Australia pretende la consegna da parte di WhatsApp delle chiavi di accesso alle chat criptate degli utenti, soprattutto per motivi di sicurezza nazionale. La situazione sembra essere giunta ad un punto di non ritorno ora che il parlamento australiano ha approvato una specifica legge che consente a polizia e servizi segreti l'accesso alle chat segrete (criptate) delle piattaforme social più note al mondo.
Sembra che WhatsApp dal canto suo non sia particolarmente entusiasta della decisione: il servizio di messaggistica istantanea potrebbe negare a polizia e servizi segreti l'accesso alle chat degli utenti, un po' come fa da sempre Apple nei confronti dell'FBI. Si prospettano quindi un nuovo braccio di ferro e un nuovo periodo di tensione in Australia tra le forze governative e l'App.
WhatsApp sfida l'Australia, niente accesso alle chat per polizia e servizi segreti
Nuovo braccio di ferro tra WhatsApp e l'Australia: la società non vuole consegnare l'accesso alle chat criptate della piattaforma, nonostante la nuova legge parlamentare.