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Xbox e PlayStation navigano in acque turbolente, ma c’è ancora chi vuole far finta di non vedere

Nonostante ormai sia chiaro che Xbox e PlayStation navighino in acque sempre più turbolente, c'è ancora chi spera che tutto si risolva chiudendo gli occhi.

NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   26/03/2024
Xbox e PlayStation navigano in acque turbolente, ma c’è ancora chi vuole far finta di non vedere

Xbox e PlayStation navigano in cattive acque, questo ormai dovrebbe essere chiaro per tutti. Ciò non significa che stanno per chiudere bottega, ma semplicemente che stanno affrontando una fase problematica della loro esistenza, dovuta a congiunture di mercato particolarmente sfavorevoli e a scelte che non hanno portato i risultati sperati fatte dalle relative dirigenze nel corso degli ultimi anni. Le questioni che devono affrontare sono note: mercato console stagnante con vendite inferiori alle attese, costi di sviluppo sempre più alti, sottovalutazione della risacca post COVID, servizi in abbonamento che non hanno spiccato il volo, hardware venduto con dei margini bassissimi, quando non in perdita e altre ancora.

Ora, il quadro è chiaro ed è stato raccontato più volte. Ormai anche molti degli osservatori che negli scorsi anni hanno nascosto la testa sotto la sabbia si sono dovuti ricredere. Naturalmente la crisi di due dei più grossi produttori hardware si è riversata inevitabilmente su tutto il settore, con i principali editori che avranno iniziato a porsi domande e a rivedere i loro piani, in base ai numeri disponibili, che conoscono sicuramente meglio di noi.

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Le vecchie formule non aiuteranno a uscire dalla crisi
Le vecchie formule non aiuteranno a uscire dalla crisi

Vediamo: Xbox ha puntato tutto su Game Pass ottenendo risultati inferiori alle attese, frenando al contempo il mercato tradizionale (gli abbonati comprano meno giochi)? Di fronte al calo delle vendite e a un'alternativa che non decolla, come dovrebbe comportarsi un editore? Dovrebbe continuare a supportare una piattaforma che non gli garantisce rientri? O guardare altrove?

Per PlayStation la situazione è migliore, ma comunque non stabile: PS5 vende, ma non bene come pensava Sony. La generazione non ha ancora detto nulla, con tante software house, anche di primo piano, che non sono riuscite a lanciare nemmeno un gioco nuovo. Quindi perché PS5 Pro? A chi serve? Come può risollevare un mercato ormai a rischio asfissia?

Queste sono le voci riportate dai dietro le quinte della GDC 2024, voci che provengono da operatori di alto livello del settore e che sono state raccolte da giornalisti di grande affidabilità come Christoper Dring. Un settore sano le userebbe per riflettere sul suo stato e, nel caso, fare anche quella sana autocritica che aiuta a crescere. Un settore sano, appunto. Il nostro, invece, sta tentando a tutti i costi di ritrovare un po' di sabbia dove riseppellire la testa, perché evidentemente si sta comodissimi. In particolare alcune sacche di giocatori core non accettano proprio la possibilità che ci sia una crisi in atto e che occorrano dei cambiamenti profondi per superarla. Così si ragiona ancora di esclusive, di console che vendono dieci unità in più o dieci unità in meno e di argomenti che avevano senso qualche anno fa, ma che ormai non sono più applicabili a un mercato sempre più schiacciato da mali che provengono da anni insospettabili e che hanno semplicemente trovato sfogo in questi, tra licenziamenti, decine di progetti in sviluppo cancellati e un'aria che va facendosi sempre meno salubre per un certo modo di intendere il medium.

Del resto Hiroshi Yamauchi, storico presidente di Nintendo che ha traghettato la compagnia nel mondo dei videogiochi, aveva già predetto quello che sarebbe successo in un'intervista concessa nel 2001: "Fino ad ora i giochi non hanno avuto nulla a che fare con i film, come ho continuato a dire per tutto questo tempo, ma ora la gente sta affermando che da adesso in poi ogni gioco sarà come un film. Siamo arrivati fino a qui, ma da qualche parte lungo il cammino abbiamo dimenticato che dovremmo fare giochi, non film. Ora, come conseguenza di ciò, lo sviluppo dei giochi sta diventando un circo, i costi stanno aumentando vertiginosamente, gli utenti si annoiano più rapidamente che mai, e lo sviluppo di giochi veramente nuovi - cioè di nuovi modi di divertirsi - è praticamente fermo." Che altro aggiungere?

Questo è un editoriale scritto da un membro della redazione e non è necessariamente rappresentativo della linea editoriale di Multiplayer.it.