PlayStation ha una forza enorme e PS5 è una console che sta ottenendo dei numeri eccellenti. I suoi risultati finanziari del terzo trimestre dell'anno fiscale corrente hanno mostrato che è capace di produrre ricavi per più di 10 miliardi di dollari, in un periodo particolarmente florido come quello natalizio. Eppure il suo enorme successo è anche lo specchio della crisi dell'industria, lì dove i profitti operativi della divisione si sono rivelati ridottissimi.
Stiamo arrivando, o siamo già arrivati a quel punto di insostenibilità dell'industria dei videogiochi di cui parlava Shawn Layden qualche anno fa, lo stesso che aveva anticipato che sarebbe stato l'argomento principale del 2024, con i ricavi che non riescono più a coprire i costi. PlayStation è solida, ma un margine minimo (circa 500 milioni di dollari) come quello dichiarato ieri nel suo resoconto finanziario per il terzo trimestre dell'anno fiscale corrente la mette in una posizione delicata: le basta un periodo sottotono per andare in passivo. La crescita è piatta e il mercato a cui ha fatto riferimento finora non sembra poter essere ampliato.
Molti giocatori non ci pensano e guardano il tutto con gli occhi a forma di cuore pensando solo al gioco successivo da giocare (lecito, per carità), ma i mercati hanno già reagito alla precarietà della situazione facendo scendere il titolo della compagnia in borsa, così da inviare un messaggio inequivocabile alla dirigenza: c'è bisogno di un cambio di rotta. Le timidezze degli ultimi anni rispetto a certe politiche non hanno più senso: anche PlayStation deve allargare il suo sguardo. Del resto Totoki, l'attuale CEO della compagnia, lo ha detto chiaramente: il modello delle esclusive che vendevano le console andava bene, ma non funziona più come un tempo, quindi va modificato. È il retaggio di un passato, glorioso quanto vogliamo, ma che rischia di rompere il giocattolo. Stare a sentire i piagnistei dei fan rischia di far finire l'intera nave contro un iceberg, anche in virtù delle stime peggiorative rispetto al venduto di PS5 per i prossimi mesi e anni.
Futuro incerto
Tra poche ore Microsoft potrebbe annunciare l'arrivo di alcuni dei suoi titoli first party su altre piattaforme come Nintendo Switch e PS5. Molti lo vedono come un tradimento, non si sa bene di cosa, ma quella dell'allargamento del mercato è sempre più l'unica via percorribile per non far crollare tutto, almeno nel breve e nel medio periodo. Gli editori hanno bisogno di vendere più giochi per sopravvivere, lì dove l'hardware sta diventando effettivamente un grosso peso da gestire, per via dei costi di produzione elevatissimi.
Quindi, prima o poi anche PlayStation dovrà aprirsi in tal senso, a meno di grossi rivolgimenti del mercato. Inizierà lanciando i suoi titoli da subito anche su PC, così da aumentare il venduto sulla piattaforma e non dover frammentare ogni volta il marketing, spendendo di più per ottenere di meno. In futuro chissà che alcuni giochi first party non arrivino anche sulle altre piattaforme. Già sento le urla di quelli che considerano la cosa improbabile. Del resto era improbabile anche che lo facesse Xbox o che i giochi PlayStation arrivassero su PC. Qualcuno aveva provato ad avvisare che la strada sarebbe stata questa e a far notare come Spencer si stesse aprendo anche a Nintendo e Sony, ma le reazioni non furono proprio positive, per usare un eufemismo. Il tempo è galantuomo, fortunatamente.
I bilanci di PlayStation di ieri sono stati il classico bagno di realtà, che speriamo abbia fatto capire la difficoltà della situazione attuale anche ai più intransigenti. Difficile che sia così, ma la speranza...