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Xbox Series X: a Microsoft interessa vendere console?

Cerchiamo di capire come mai affermare che Microsoft sia poco interessata a vendere Xbox Series X sia di fatto sbagliato: i prodotti esistono per essere venduti.

NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   07/09/2020

Quando si afferma che a Microsoft non interessa vendere console come a Sony, perché punta maggiormente sui suoi servizi in abbonamento, si dice qualcosa di vero. Purtroppo affermazioni simili andrebbero spiegate, perché è facile che vengano fraintese, tanto che nella testa di alcuni si è formata l'idea del tutto sballata che Microsoft non interessi vendere Xbox Series X tout court. Gli interessa eccome e non potrebbe essere altrimenti visto come funziona il mercato dei videogiochi. Cerchiamo di capire perché.

Il primo motivo è strettamente pragmatico: se immetti un prodotto sul mercato, vuoi che venda. Chiariamo: per Sony PS5 è il perno attorno a cui ruota l'intero ecosistema PlayStation, mentre per Microsoft Xbox Series X è un prodotto tra i tanti che formano l'ecosistema Xbox. Detto questo pensare che qualcuno spenda miliardi di dollari per progettare una console e commercializzarla, per poi essere disinteressato a venderla è un po' da ingenui. Probabilmente l'obiettivo della casa di Redmond non è quello di concorrere con Sony in termini di quantità di venduto, ma allo stesso tempo i dirigenti della divisione Xbox avranno presentato ai vertici della compagnia degli obiettivi a breve, medio e lungo periodo che dovranno cercare di raggiungere in ogni modo, obiettivi in linea con quelle che sono le aspettative di una multinazionale così grande per ogni suo prodotto, in proporzione a quanto investito per realizzarlo.

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Il secondo motivo è spesso sorvolato, quando non completamente ignorato, ma è nondimeno fondamentale: i giochi. Se si vuole avere il supporto delle terze parti bisogna garantire un sistema in salute, su cui si possano fare affari. Per inciso: se si vogliono i port dei giochi, bisogna offrire una certa mole di vendite potenziali, ossia la base installata deve essere la più ampia possibile. In caso contrario i grossi publisher perderebbero velocemente interesse nella piattaforma. Gli abbonamenti di loro non bastano, perché si tratta di un prodotto di cui beneficia economicamente soprattutto Microsoft. Per le terze parti è quindi fondamentale poter vendere i giochi, prima di farli arrivare su Xbox Game Pass quando ormai il loro mercato è ridotto. Quando vedete giochi di terze parti che sbarcano al lancio sul servizio è perché Microsoft ha pagato i publisher per coprirli dalle perdite. Si tratta di una strategia per far aumentare il numero di abbonati dandogli dei prodotti nuovi e particolarmente appetibili, ma non è fattibile con ogni gioco che esce sul mercato, altrimenti il servizio diventerebbe presto economicamente insostenibile.

Il terzo motivo è che esiste ancora un'ampia fetta di utenti che ama avere una console in salotto. Si tratta di una fascia di mercato minoritaria rispetto a quella mobile, ma è nondimeno interessante quando si parla di nuovo hardware perché è a loro che vengono indirizzati gli sforzi di marketing specifici per la vendita delle console. Del resto, nonostante le alternative, per molti la console fisica rimane un oggetto desiderabile da usare da soli o insieme ad amici e parenti. Affermare che una compagnia che produce console da salotto sia disinteressata a vendere la sua console a queste persone è semplicemente errato. E come fai a vendergliela? Con i giochi, sia quelli di terze parti, sia quelli esclusivi. Per questo motivo il rinvio di Halo Infinite è da considerarsi drammatico per le vendite potenziali di Xbox Series X.

Ricapitolando: Microsoft è sicuramente concentrata più sull'espansione dell'ecosistema Xbox che sulla vendita di console, ma quest'ultima è comunque funzionale all'obiettivo principale e non può essere sottovalutata, almeno finché gli abbonati a Xbox Game Pass avranno raggiunto una mole tale da rendere il servizio completamente autosufficiente.