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Uno strigo potenziato

Geralt arriva finalmente anche su Xbox 360 con una versione potenziata di quel The Witcher 2 che ha fatto innamorare i giocatori PC lo scorso anno

RECENSIONE di Pierpaolo Greco   —   13/04/2012
The Witcher 2: Assassins of Kings
The Witcher 2: Assassins of Kings
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Ad undici mesi esatti di distanza dall'uscita di The Witcher 2: Assassins of Kings, i ragazzi di CD Projekt RED sono riusciti a lanciare sul mercato la conversione per Xbox 360 del loro meraviglioso sequel. Un gioco di ruolo uscito originariamente su PC con un'atmosfera coinvolgente e irresistibile, una trama densa e ricca di colpi di scena, graficamente con ben pochi rivali sul mercato e un gameplay dalla chiara svolta action, specie se confrontato con l'originale, ma in grado di dare grandi soddisfazioni una volta provato in prima persona.

Uno strigo potenziato

Già nel "lontano" maggio del 2011, quando il titolo arrivò sui nostri computer, risultava evidente la decisione dello sviluppatore polacco di strizzare l'occhio verso un pubblico più di massa, magari orientato al gioco su console attraverso una serie di scelte di design che inizialmente spaventarono i fan di Geralt lo strigo, ma che molto presto si rivelarono all'altezza delle aspettative e in grado di svecchiare un gameplay che, nel primo capitolo, peccava proprio di dinamicità e immediatezza nelle fasi di combattimento.

Uno strigo potenziato

Durante la nostra recensione avevamo segnalato quanto The Witcher 2 fosse addirittura più piacevole da giocare con un joypad piuttosto che con l'accoppiata mouse e tastiera, beccandoci un buon numero di critiche per questa audace affermazione. Ora questa scelta non è più disponibile visto che su Xbox 360 il gioco può essere controllato, ovviamente, solo con il pad ma tutta una serie di piccole migliorie e ritocchi che la software house ha implementato in questo anno scarso di lavoro, si notano immediatamente e, non abbiamo paura di essere smentiti, sono in grado di rendere The Witcher 2: Assassins of Kings, un'esperienza di gioco che tutti gli amanti degli RPG non possono assolutamente farsi sfuggire.

Dov’eravamo rimasti?

Non è facile recensire un titolo di cui abbiamo già scritto tantissimo in passato, motivo per cui abbiamo deciso di riadattare la nostra recensione originale per tenere conto di tutte le modifiche fatte nel tempo dallo sviluppatore sulla versione PC e dedicando ovviamente ampio spazio alle corpose novità dell'Enhanced Edition qui recensita. Questa, vi ricordiamo, oltre ad arrivare per la prima volta sulla console Microsoft, sarà rilasciata anche su PC in un duplice formato: da un lato come normale pacchetto fisico o digitale acquistabile ad un prezzo veramente concorrenziale, dall'altro sottoforma di patch gratuita, scaricabile da chi possiede già la release originale.

Uno strigo potenziato

The Witcher 2: Assassins of Kings segue in modo perfetto la storia raccontata nel primo capitolo della serie approfittando di un piccolo buco temporale di appena sei mesi. Geralt, il protagonista, è un non più umano allevato a suon di magie e mutazioni il cui obiettivo è quello di cacciare e uccidere abomini e mostruosità, sventando anche eventuali maledizioni. Il tutto al soldo di reggenti e famiglie facoltose che ne fanno richiesta. È un witcher, italianizzato con la parola strigo, estremamente competente nell'uso delle spade, forte e resistente alle ferite e con la capacità di maneggiare una particolare forma di magia, i segni, che popolano l'immaginario di un mondo fantasy dai toni particolarmente dark. I nani e gli elfi sono ghettizzati, tenuti alla larga dalla vita cittadina dagli umani mentre i maghi sono a malapena tollerati all'interno di un ecosistema tenuto in piedi da deboli equilibri e spietati giochi di potere dove un enorme impero gestisce con il pugno di ferro le terre del sud mentre cinque diversi regni si fronteggiano per la gestione e il dominio della parte settentrionale del mondo.

L'Enhanced Edition offre finalmente un vero e proprio tutorial che può essere affrontato in modo facoltativo e che permette di prendere dimestichezza con tutti i controlli e i menu di gioco, offrendo anche un microscopico sostrato narrativo alla modalità arena, l'altra corposa aggiunta di questa edizione (in realtà già vista con la patch 2.0 per la versione PC).

Uno strigo potenziato

Si tratta dell'interpretazione di CD Projekt dell'immancabile Orda, selezionabile dal menu principale del gioco e completamente slegata dalla campagna single player. Attraverso round di difficoltà crescente potremo potenziare l'equipaggiamento di Geralt, farlo livellare, acquistare equipaggiamento e persino assoldare dei compagni di battaglia (ce ne sono tre differenti dal costo crescente in base alla loro potenza). L'azione di gioco dell'Arena è ovviamente frenetica e permette da un lato di padroneggiare a dovere lo stile di combattimento di The Witcher 2 e dall'altro di dimostrare al mondo intero, o almeno ai propri amici attraverso una classifica online la propria competenza nelle battaglie attraverso un punteggio che tiene conto della rapidità di uccisione, della varietà e persino dell'uso dello scenario visto che utilizzando a dovere i segni sarà possibile scaraventare nel vuoto i propri avversari.

Potenziamenti di trama

Il canovaccio narrativo del gioco è suddiviso in un prologo, tre atti e un breve epilogo che ci guideranno per mano attraverso gli sconvolgimenti del mondo di Temeria e il lento ma inesorabile ritorno della memoria di Geralt. Ma ve lo diciamo subito che non basteranno le trentacinque ore abbondanti di gioco che ci sono state necessarie per completare questa nuova Enhanced Edition a rispondere a tutte le domande riguardanti lo strigo, la bella Triss, sua maga compagna di viaggi e tutta la combriccola che ruota intorno al protagonista visto che un terzo capitolo della serie appare assolutamente inevitabile una volta completata l'avventura.

Uno strigo potenziato

La trama, come nel predecessore, è estremamente adulta per toni, linguaggio e scene rappresentate (non mancano come da tradizione numerose e audaci incontri sessuali) con l'indiscutibile plus di mettere il giocatore davanti a numerosissime scelte comportamentali e morali dove non c'è mai una chiara suddivisione tra l'agire in funzione del bene o del male, ma piuttosto in base al proprio stato d'animo e all'empatia che si viene a creare con i vari comprimari che Geralt incontrerà lungo il suo cammino. Sedici sono i differenti finali a cui potremo assistere e in moltissime occasioni ci troveremo di fronte non a dei semplici bivi di trama con quest differenti, ma addirittura a zone diversamente esplorabili e situazioni completamente differenti in termini di attività da svolgere. Vi possiamo quindi garantire che non disdegnerete di iniziare l'avventura almeno una seconda e magari anche una terza volta per ammirare un diverso punto di vista del canovaccio narrativo. Fondamentale aggiunta poi dell'Enhanced Edition di The Witcher 2: Assassins of Kings e quindi vera punta di diamante della versione Xbox 360 è la presenza di una manciata di nuove quest secondarie che andranno a potenziare il terzo atto del gioco, quello maggiormente criticato da chi scrive nel corso della prima recensione.

Come risultato non sembra più di trovarsi di fronte a un epilogo frettoloso ma gran parte delle vicende conclusive saranno meglio raccontate e soprattutto alcuni risvolti narrativi saranno più facilmente comprensibili. Lodevole è poi la decisione di CD Projekt di implementare persino una manciata di nuove sequenze d'intermezzo per spiegare meglio cosa concretamente avviene tra un atto e il successivo e in prossimità di alcune quest cruciali. Una mancanza che in precedenza avevamo sottolineato e che poteva lasciare storditi tutti quei giocatori che non avevano alcun libro di Andrzej Sapkowski, il creatore della saga di Geralt. I possessori di Xbox 360 ovviamente non potranno accorgersi di questo cambiamento ma, per loro fortuna, si troveranno davanti ad una storia ora molto più fluida e coerente anche se continua a non convincerci la decisione dello sviluppatore di concludere il sequel con un cliffhanger così possente.

Obiettivi Xbox 360

Il gioco offre 50 obiettivi per il totale classico di 1000 punti ottenibili. Una piccola parte sono relativi al completamente della campagna single player con i quantitativi più grandi sbloccabili completando l'avventura al massimo livello di difficoltà e raggiungendo il 35° livello di esperienza. Tre obiettivi sono invece relativi alla modalità arena ma la grande maggioranza degli achievement si ottengono con azioni particolari come l'uccisione di nemici multipli senza venire mai colpiti, l'uso di bombe per far fuori gli avversari o la distruzione di tutti i nidi di mostri.

Chiacchiere e cazzotti

Il titolo si fa forte di un numero enorme di dialoghi, tutti rigorosamente a scelta multipla e dove risulta sempre ben chiaro quale risposta farà andare avanti l'avventura e quali invece fungono da approfondimento per il giocatore affamato di approfondimenti. Non mancano alcune risposte a tempo soprattutto nelle situazioni di maggiore "ansia" e una manciata di opzioni aggiuntive rappresentate dall'uso della persuasione, della forza o dell'inganno che consentiranno di risolvere alcune situazioni più complesse talvolta uccidendo rapidamente un avversario o al contrario evitando dei combattimenti. E visto che li abbiamo citati, parliamo proprio dell'aspetto maggiormente action di The Witcher 2: gli scontri. Questi sono gestiti attraverso due differenti tipi di colpo, il classico lento ma potente e il veloce ma debole, con un pulsante per effettuare la capriola che funge anche da schivata, un altro per la parata, un tasto per lanciare il segno selezionato ed un altro ancora per l'uso di armi da lancio e trappole. A tutto questo si unisce un altro comando che porta all'apparizione di un particolare menu radiale che consente al giocatore di selezionare il segno e l'arma a distanza predefiniti, di sguainare una delle due armi bianche oppure di accedere alla meditazione. Il tutto rigorosamente in tempo reale con soltanto un effetto di slow motion per consentire una selezione leggermente più ragionata ma distante chilometri dal tatticismo tipico della pausa tattica che troviamo nei giochi di ruolo più classici. In questo aspetto del gioco si evidenziano gran parte dei miglioramenti implementati con l'Enhanced Edition che ovviamente risulteranno subito evidenti a chi ha già giocato la versione "liscia" su PC.

Prima di tutto è ora possibile fare il lock dell'avversario tenendo premuto il grilletto sinistro. In questo modo si entra in una sorta di Z-Targeting di zeldiana memoria (anche se la visuale rimane liberamente ruotabile) che consente di bersagliare con precisione un singolo nemico sia attraverso i segni che con i fendenti delle spade. Tramite lo spostamento laterale dell'analogico destro è poi possibile spostarsi da un avversario al successivo. Il tutto si unisce poi a un sensibile aumento della velocità di risposta ai comandi di Geralt che è ora molto più reattivo e meno legnoso nelle animazioni rispetto a quanto sperimentato in precedenza.

Uno strigo potenziato

Il risultato è un'esperienza molto più frenetica, probabilmente meno tattica, ma che sicuramente riesce a far sentire maggiormente il giocatore padrone della situazione e del suo avatar soprattutto quando la situazione si complica in termini di numero di avversari sullo schermo. Permane una certa assenza di feedback nei colpi ma almeno, adesso, i nostri attacchi non vengono interrotti in modo frustrante dalle azioni dei nemici e di molto è stato smorzato l'effetto rimbalzo che si provava ogni volta che Geralt finiva a terra e cercava di rialzarsi davanti a un nemico di dimensioni, e colpi, generosi. Similari parole positive possono essere spese anche per il livello di difficoltà finalmente implementato in modo coerente per tutto l'arco dell'esperienza. Ora il gioco è in grado di offrire una sfida duratura che tiene conto del potenziamento di equipaggiamento e talenti sul lungo periodo e soprattutto che riesce ad essere più permissiva nelle prime ore del gameplay.

Uno strigo potenziato

Morire è sicuramente più difficile rispetto al The Witcher 2 del passato ma assolutamente non impossibile specie se ci si avventura allo sbaraglio senza essersi prima preparati al combattimento con pozioni e unguenti. Il titolo mantiene così quel suo mordente quando per la prima volta si esplorano territori sconosciuti e spesso riesce a tenere il giocatore con il fiato sospeso complice un sistema di salvataggio sia automatico che manuale che non può però essere utilizzato durante un combattimento. Dove invece il gameplay stona rumorosamente è negli scontri con i mostri più grandi, fortunatamente una minoranza all'interno dell'esperienza di gioco e gestiti in parte con dei noiosi e scontati quick time event. Lo stesso vale anche per le scazzottate in cui ci ritroveremo talvolta coinvolti (sono uno dei tre minigiochi inclusi nel titolo, insieme al braccio di ferro e ai dadi, tutti francamente dimenticabili) e che si risolveranno attraverso la pressione al momento giusto del tasto indicato. Francamente ridondanti e completamente slegati dal resto del gameplay.

Ma quindi è un gioco di ruolo?!

The Witcher 2 si presenta come un RPG piuttosto atipico. Il protagonista, Geralt, è fissato nella pietra: il suo aspetto fisico non può essere customizzato e non c'è un sistema di classi. Lo strigo è infatti un guerriero piuttosto classico in grado di utilizzare due armi bianche, in particolare due spadoni a due mani (anche se teoricamente è possibile impugnare asce, martelli e mazze, cosa mai consigliata per la scarsa potenza di queste armi), non competente nell'uso dello scudo e con la capacità di scagliare cinque diverse magie. In conseguenza di ciò, la scelta e la gestione dell'equipaggiamento sono piuttosto ridotti anche se risultano molto versatili grazie a un sistema di rune e slot di potenziamento per spade e corazze e a un sistema di crafting piuttosto profondo e ampio.

Uno strigo potenziato

Attraverso le ricette e gli schemi di creazione sarà infatti possibile forgiarsi le proprie armi, cucirsi pezzi di armatura od ovviamente sbizzarrirsi con pozioni, bombe e trappole, vero fiore all'occhiello della serie, essenziali per avere la meglio quando i combattimenti iniziano a complicarsi. Tornando invece alla gestione del personaggio, troviamo un sistema di talenti suddiviso in quattro rami: uno piuttosto breve e generico e gli altri tre focalizzati sul combattimento all'arma bianca, sull'uso della magia e sul potenziamento della competenze in alchimia di Geralt. Ognuno di questi talenti può essere potenziato due volte spendendo i punti che si guadagnano al salire di livello (con un level cap impostato al 35° livello) e in alcuni casi possono essere "mutati" applicando i geni raccolti dai nemici uccisi così da avere accesso a ulteriori potenziamenti. Inoltre raggiungendo le specializzazioni di fascia più alta, si apre la strada alla gestione dell'adrenalina. Quest'ultima è rappresentata da una barra che si riempie utilizzando le competenze in cui ci si è specializzati e, una volta piena, può essere scaricata dando il via a speciali mosse che uccidono solitamente in modo istantaneo tutti i nemici che circondano Geralt. Il sistema pur non compensando a nostro parere la mancanza di vere e proprie specializzazioni di classe, funziona molto bene e garantisce grande flessibilità al giocatore che si ritroverà piuttosto libero di personalizzare lo strigo secondo lo stile di combattimento che più gli si addice.

Concludiamo il discorso parlando delle magie, ovvero dei segni. Questi sono cinque, disponibili fin dall'inizio del gioco e potenziabili attraverso il ramo di talenti dedicato. Possono essere utilizzati durante il combattimento spendendo il vigore, una sorta di energia soggetta a tempi di ricarica piuttosto lunghi. Originariamente anche la parata consumava questo vigore ma nell'Enhanced Edition è stata finalmente resa libera e utilizzabile in qualsiasi momento anche se la sua efficacia è stata ridotta visto che i colpi nemici vengono solo smorzati nei danni causati e mai completamente bloccati. Scendendo nel dettaglio delle magie ne troviamo due offensive che inceneriscono o scaraventano a terra il nemico, una barriera protettiva che ripara Geralt da un colpo nemico, una trappola che può essere lasciata a terra per paralizzare il nemico che la calpesta e infine un segno di inganno che ammalia un avversario e lo fa combattere temporaneamente al nostro fianco. Inutile sottolineare che il loro utilizzo è assolutamente cruciale ai fini della sopravvivenza in combattimento dello strigo e, uniti alle bombe e alle trappole meccaniche, rappresentano l'unica componente veramente tattica di questo gioco di ruolo.

Eccellenza grafica

Se escludiamo il primo incontro avuto con la conversione al momento del suo annuncio, The Witcher 2: Assassins of Kings per Xbox 360 ci ha sempre convinto da un punto di vista tecnico e aver provato a lungo e a fondo la versione finale ha confermato adeguatamente le nostre impressioni. Il titolo riesce a stupire sulla console Microsoft sotto molteplici punti di vista e graficamente, a parere di chi scrive, teme pochissimi rivali. Il lavoro fatto dai ragazzi di CD Projekt nel realizzare questa conversione è degno di nota e il risultato finale che si muove sulla televisione è tranquillamente paragonabile al settaggio alto (con una manciata di accortezze) visto su PC. L'orizzonte visivo è vasto, i modelli dei personaggi sono realizzati in modo impeccabile, specie gli esponenti di sesso femminile, e in generale tutte le animazioni sono credibili e di ottima fattura soprattutto per quanto riguarda le espressioni facciali e la gestualità dei personaggi.

Uno strigo potenziato

È stata sensibilmente migliorata anche la gestione della telecamera che ora presenta alcuni automatismi in grado di ridurre gli "impallamenti" causati dagli ostacoli e legati alle aree più ristrette come gli interni. Il gioco è inoltre molto stabile in termini di frame rate con rarissimi cali di prestazione solo in prossimità dei caricamenti più corposi. A questo proposito ci sentiamo di consigliare vivamente l'installazione di entrambi i dischi di gioco sull'hard disk della console non solo per accelerare il loading degli scenari (molto più presenti rispetto alla controparte per computer) ma anche e soprattutto per godere di texture di un dettaglio che ci è sembrato leggermente più elevato. Naturalmente i compromessi ci sono e si vedono: l'aliasing è piuttosto frequente, le luci diffuse ed i particellari che rendono incredibili la versione PC qui sono praticamente assenti e talvolta sono molto evidenti dei fenomeni di pop-up soprattutto della vegetazione e dei personaggi di contorno con cui non si può interagire. Nulla è stato fatto in questo anno di sviluppo per migliorare il bestiario che ci troveremo ad affrontare nella nostra avventura che rimane piuttosto anonimo e poco vario in termini di design ma in una visione generale del gioco non possiamo che ritenerci estremamente soddisfatti per tutto quello che lo sviluppatore polacco è riuscito a portare su Xbox 360. Chiudono il cerchio una colonna sonora dai tratti tipicamente fantasy e con una discreta varietà stilistica e un doppiaggio inglese d'atmosfera e ben recitato. A titolo informativo, il gioco è localizzato in italiano soltanto nei testi.[video id=16184pos=c res=h]

Conclusioni

Versione testata: Xbox 360
Multiplayer.it
9.4
Lettori (999+)
9.2
Il tuo voto

Se ancora non si fosse capito questa Enhanced Edition è a tutti gli effetti la versione definitiva di The Witcher 2: Assassins of Kings. Se siete dei possessori di PC e non avete ancora comprato il gioco di ruolo di CD Projekt ora non avete più scuse e dovete rimediare a questa mancanza. Se invece sotto alla vostra televisione c'è una Xbox 360 pronta a fare faville, il nostro consiglio non può essere molto differente. Pur con i suoi piccoli difetti di gameplay che ancora permangono nonostante l'enorme lavoro fatto sulla conversione, specie in termini di combattimento e di fluidità nella narrativa, la creatura della software house polacca è senza dubbio tra le migliori esperienze ruolistiche che è possibile sperimentare su questa generazione di console. E sicuramente aiuta in questa nostra valutazione l'ottimo comparto tecnico che in più di un'occasione riesce a stupire nonostante gli inevitabili artifici grafici implementati per far girare in modo stabile e costante il titolo su Xbox 360.

PRO

  • Buone le aggiunte fatte nel comparto narrativo e nelle missioni secondarie...
  • Evidenti i miglioramenti effettuati al sistema di combattimento...
  • Tecnicamente anche su Xbox 360 riesce a stupire...

CONTRO

  • ...ma l'arco narrativo totale si conclude ancora in modo frettoloso
  • ...che rimane però ancora approssimativo in alcuni frangenti
  • ...ma non manca qualche artificio grafico per far girare tutto fluidamente