Blizzard Entertainment ha aperto le porte di StarCraft II: Heart of the Swarm la sera dell'11 marzo, con uno spettacolare evento dedicato al lancio durato oltre venti ore. Un minuto dopo l'uscita ufficiale era già possibile giocare e finalmente abbiamo assistito ad un rilascio perfetto. Il traumatico avvio di Diablo III, insomma, è un ricordo lontano. Ad ogni modo le aspettative erano alte, soprattutto perché la concorrenza nel settore dei videogame competitivi si fa ogni giorno più agguerrita. Non dimentichiamo che molti di questi titoli seguono il modello del free-to-play e possono quindi essere giocati gratuitamente.
Blizzard aveva e ha per questo l'onere di andare oltre ed offrire un prodotto qualitativamente migliore in grado di giustificare l'acquisto. In particolare Battle.net, l'infrastruttura a cui si appoggia Starcraft II per proporre tutti i suoi contenuti, aveva ricevuto varie critiche sin dal momento del suo arrivo con Wings of Liberty. Era considerata carente nelle opzioni di supporto ai giocatori e la sua stessa interfaccia grafica stava diventando ormai datata e alquanto disorganizzata. Per fortuna Heart of the Swarm ha radicalmente migliorato l'intera esperienza, proponendo una campagna per giocatore singolo degna di questo nome ed una completa rivoluzione di Battle.net. Giocare oggi a Starcraft II è un'esperienza decisamente migliore a quella sperimentabile anche solo un mese fa.
Kerrigan è reale
Sono passate alcune settimane dalle vicende narrate in Wings of Liberty e Sarah Kerrigan è stata portata da Jim Raynor in una base segreta, dove viene sottoposta ad una serie di test per verificarne l'effettivo ritorno alla natura umana. L'artefatto che ha reso possibile questa sua trasformazione è sparito e nel frattempo lo Sciame Zerg si è frammentato, spaccato dalla scomparsa della Regina delle Lame. La nostra avventura inizia proprio nel laboratorio dove Sarah viene studiata: dopo una breve missione che introduce le meccaniche del gioco, la guidiamo durante la fuga dall'avamposto messo sotto assedio dalle forze del Dominio. Una delle novità principali della campagna è proprio la presenza fisica di Kerrigan nelle varie missioni. È un'unità speciale dotata di abilità uniche che spesso risultano fondamentali per portare a termine con successo gli obbiettivi. Man mano che avanziamo guadagna livelli aggiuntivi ed ha accesso a poteri sempre più complessi. L'aspetto positivo è che possiamo modificare le sue abilità attive prima di ogni nuova missione
- prenderne una implica infatti l'impossibilità di attivarne altre - ma nessuna di queste scelte è definitiva ed alla missione successiva potremo modificarle liberamente, adattandole alla bisogna. Terminato il prologo, Kerrigan prende possesso del Leviatano, un'imponente creatura Zerg capace di spostarsi nello spazio profondo. Da questo punto di vista dobbiamo dire che la nave di Jim Raynor presente nel primo capitolo era più completa, con ambienti caratterizzati meglio che permettevano al giocatore di immergersi maggiormente nell'esperienza di gioco. All'interno del Leviatano abbiamo a disposizione solo tre aree: il ponte della nave dove interagire con i personaggi secondari, l'area dedicata a Kerrigan dove selezionare le sue abilità ed infine la Fossa Evolutiva. Dentro quest'ultima possiamo potenziare le unità che man mano sblocchiamo e farle addirittura evolvere completando appositi livelli. In totale sono presenti sette missioni evolutive, tutte molto brevi e con l'unico obbiettivo di far provare direttamente al giocatore le possibili migliorie alle singole unità. A differenza di tutte le altre precedenti opzioni di personalizzazione, le evoluzioni sono permanenti: una volta effettuata una scelta, questa resterà tale per tutte le successive missioni.
Ad esempio, per quanto riguarda gli Zergling potremo decidere di evolverli in agili Raptor o in proliferi Sciamidi. I primi hanno la facoltà di saltare addosso ai nemici, mentre gli Sciamidi vengono generati a gruppi di tre. È positivo che venga offerta la possibilità di provare le due versioni prima dell'effettiva scelta, purtroppo però queste missioni secondarie sono molto simili tra loro e non caratterizzate a dovere. La campagna in totale conta comunque di venti missioni principali, a cui si aggiungono le sette di cui sopra. Trattandosi di un'espansione, l'offerta proposta risulta essere adeguata e la sua durata complessiva è buona. Fatto salvo per le missioni evolutive, le altre sono interessanti e si alternano quelle più classiche che prevedono la realizzazione di una base e la formazione di eserciti, a quelle dove controlliamo direttamente Kerrigan o altre unità speciali. Le scene di intermezzo ed i filmati in alta definizione completano al meglio il pacchetto per singolo giocatore. Insomma, chi ha apprezzato la campagna di Wings of Liberty non resterà deluso.
Perennemente in Guerra
Oltre alla campagna, StarCraft II: Heart of the Swarm porta tutta una serie di novità espressamente dedicate all'ambito multiplayer. Per ogni razza sono state introdotte nuove unità e in totale ne avremo a disposizione sette in più rispetto al passato.
I Terran vedono aggiungersi gli Hellbat, una trasformazione degli Hellion utile per affrontare gli scontri in mischia, e la Mina Widow. I Protoss hanno il Nucleo della Nave madre, l'Oracolo e la Tempesta. Gli Zerg possono ora schierare l'Ospite dello Sciame e la Vipera, una particolare unità in grado di attirare a sé le forze nemiche e portare in questo modo il caos negli schieramenti avversari. Oltre a questo fa la sua comparsa un nuovo sistema di progressione: i giocatori ottengono esperienza nelle varie modalità per la razza con cui stanno giocando. Ogni unità creata o distrutta fornisce dei punti che saranno poi conferiti al termine della partita. In totale sono presenti 30 livelli per ciascuna delle tre razze, 90 in totale, ottenendo i quali si sbloccano tutta una serie di ritratti, emblemi, nuove grafiche per le unità ed animazioni speciali. Lo possiamo considerare un sistema complementare ed in parte sostitutivo alle classiche imprese, che è in grado di fornire una ricompensa anche nel caso in cui dovessimo perdere la partita in corso.
L'ottenimento dell'esperienza prescinde infatti dall'esito finale dello scontro. Resta da vedere quanto sarà veloce arrivare ai massimi livelli, visto che una volta raggiunto questo obbiettivo si tornerà ad avere una possibile mancanza di stimoli. È difficile immaginare un ampliamento indefinito di questo sistema con l'aggiunga continua di nuovi traguardi; vedremo come Blizzard lo svilupperà in futuro. Per il momento non possiamo che considerarla un'aggiunta positiva ed interessante. Allo stesso modo le nuove unità per il multigiocatore richiederanno qualche rifinitura nel bilanciamento, ma considerando l'ottimo supporto fornito in passato a Wings of Liberty non abbiamo dubbi che il gioco continuerà ad essere molto competitivo ed un punto di riferimento nell'ambito degli sport elettronici.
Battle.net 3.0 e oltre
StarCraft II: Heart of the Swarm è andato bel oltre tutto questo ed ha modificato radicalmente Battle.net. Dopo anni di richieste da parte dei giocatori è finalmente arrivato il supporto per i Clan. Adesso possiamo riunirci con i nostri amici in un gruppo, scegliere un nome, una tag ed avere a disposizione una chat privata con un sistema di news interno. Nulla di sorprendentemente innovativo, ma senza dubbio una caratteristica lungamente attesa.
Oltre a questo fanno la loro comparsa anche i Club, un sistema simile a quello dei Clan, destinato però a riunire i giocatori attorno a specifiche attività, interessi o figure di rilievo all'interno della comunità. Come commentatori e giocatori professionisti. Tutti i menù di accesso alle varie modalità di gioco sono stati rivisitati e l'interfaccia grafica di Battle.net ha subito un alleggerimento complessivo. Le informazioni vengono mostrate più chiaramente rispetto a prima. Blizzard ha anche provato a risolvere uno dei problemi principali di Wings of Liberty, la mancanza di un adeguato passaggio guidato tra la campagna e gli scontri online. Per questo motivo sono state aggiunte alcune specifiche missioni di addestramento che introducono gradualmente ed in maniera guidata al multiplayer e a tutte le azioni che dovremo comunemente compiere in ogni partita. Completata questa prima introduzione vengono proposte delle schermaglie nelle quali sfideremo diversi livelli di Intelligenza Artificiale.
Ciliegina sulla torta è la possibilità di svolgere partite non classificate che non influenzano la nostra posizione nella ladder ufficiale e ci permettono di giocare più tranquillamente, con meno pressioni. Tutte modifiche positive che rendono l'accesso alla modalità multigiocatore più graduale e soprattutto aggiungono nuove opzioni di gioco oltre alle classiche partite classificate.
Tecnicamente ci troviamo di fronte ad un prodotto di tutto rispetto. I filmati in alta definizione della campagna e le scene di intermezzo tra le varie missioni rappresentano da anni lo standard di riferimento per tutta l'industria del settore ed Heart of the Swarm continua su questa strada. Allo stesso modo è stata migliorata la fisica del gioco: quando distruggiamo un'unità nemica o un edifico vediamo effetti più curati e realistici rispetto a Wings of Liberty. Fa anche il suo debutto il Gioco Globale, la possibilità di accedere alla ladder multigiocatore di qualsiasi regione pur giocando nella propria lingua, e tutta una nuova serie di tecnologie che rendono possibile la visione di un replay di una partita insieme ai proprio amici direttamente all'interno del gioco. Piccole aggiunte che contribuiscono a completare l'offerta e nel complesso aggiungono spessore all'intera esperienza di Starcraft II.
Conclusioni
A quasi tre anni dal lancio di Wings of Liberty, arriva finalmente StarCraft II: Heart of the Swarm. Un'attesa lunga, troppo lunga, che riesce però a portarci tra le mani un'espansione in grado di modificare profondamente Starcraft II. La campagna soddisfa le aspettative ed offre la consueta dose di divertimento mentre la trasformazione completa di Battle.net, unita alle novità per le partite multigiocatore, completa un'offerta di alto livello. Nuovo giocatore o veterano della serie, non c'è momento migliore per entrare nell'universo di Starcraft II.
PRO
- Campagna per giocatore singolo di ottimo livello
- Battle.net 3.0
- Novità importanti per il multiplayer di Starcraft II
CONTRO
- Le missioni evolutive della campagna sono troppo ripetitive
- Il Leviatano è meno interessante della Hyperion
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- La redazione usa il Personal Computer ASUS CG8250
- Processore Intel Core i7-3770K @ 3.50GHz
- 16 GB di RAM
- Scheda video NVIDIA GeForce GTX680
- Sistema operativo Windows 8
Requisiti minimi
- Intel Pentium D o AMD Athlon 64 X2 [su Mac Intel Core 2 Duo]
- NVIDIA GeForce 7600 GT o ATI Radeon X800 XT [su Mac NVIDIA GeForce 9400M]
- 1.5 GB RAM
- 20 GD di spazio su disco fisso
Requisiti consigliati
- Intel Core 2 Duo E6600 o AMD Athlon 64 X2 5000+
- NVIDIA GeForce 8800 GT (512 MB) or ATI Radeon HD 4850
- 2 GB RAM