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Dee e console

Il remake del terzo capitolo del folle RPG di Idea Factory arriva su Vita

RECENSIONE di Massimo Reina   —   20/07/2015
Hyperdimension Neptunia Re;Birth 3: V Generation
Hyperdimension Neptunia Re;Birth 3: V Generation
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La console war è da sempre uno dei temi più diffusi nell'universo dei videogiochi, almeno fin da quando sono nate le prime piattaforme di intrattenimento concorrenti.

Dee e console

Proprio partendo da questo presupposto, Nippon Ichi, NIS, Compile Heart e Idea Factory hanno immaginato qualche anno fa uno strano universo il cui le console rappresentano idealmente quattro divinità venerate visceralmente da altrettanti gruppi di fedeli, i quali combattono spesso fra di loro per imporre l'uno sull'altro le proprie ragioni. Tutto si svolge nel mondo di Gamindustri, suddiviso in quattro aree che rappresentano idealmente ciascuna una delle console dei principali marchi del settore. Abbiamo così Lastation (PlayStation), Leanbox (Xbox), Lowee (Wii) e Planeptune (il riferimento è al Neptune, la console di SEGA mai pubblicata che avrebbe dovuto unire MegaDrive e Sega Mega Drive 32X in unico chassis, o il nome in codice del Dreamcast prima del rilascio). Su ognuna di loro vegliano poi quattro avvenenti divinità, vale a dire White Heart, Purple Heart, Green Heart e Black Heart, che hanno look diversi sia a seconda della forma che assumono (umana o divina), che della console che rappresentano. Hyperdimension Neptunia Re;Birth3 V Generation è in tal senso il terzo capitolo della saga, rifacimento dell'ultimo episodio della trilogia rilasciata su PlayStation 3, vale a dire Hyperdimension Neptunia: Victory, ad opera del team di sviluppo giapponese Felistella.

Il remake di Hyperdimension Neptunia: Victory arriva su Vita in una edizione meglio confezionata

Nintendo contro SEGA

La trama del gioco si mantiene come sempre sui livelli di folle umorismo a cui ci ha abituato la serie, raccontando in questo caso di come Purple Heart, protettrice di Planeptune, e sua sorella Nepgear siano sgridate quotidianamente da Histoire, infuriata con le divinità di Gamindustri che a suo dire trascorrono ormai troppo tempo a giocare coi videogiochi e poco in quelle che dovrebbero essere le loro "attività" di Dee. In realtà queste ultime oziano grazie al fatto che il loro mondo vive un periodo di relativa pace, a parte le proteste di un movimento anti-CPU. Per una serie di eventi che non vi sveliamo per non rovinarvi il piacere di scoprirli da soli, l'alter-ego di Purple Heart, Neptune, viene a un certo punto catapultata in una dimensione sconosciuta alternativa dove tutto e fermo ancora agli anni '80.

Dee e console

Lì è infatti il 1989 e oltre alla minaccia di una misteriosa organizzazione chiamata "I Sette saggi", la Console War è in pieno svolgimento, con SEGA e Nintendo impegnate ad affrontarsi in quello che nella nostra realtà (1989-1990) è stato un periodo che ha dato per certi versi il via al cambio generazionale fra le piattaforme a 8bit e 16bit. Ad ogni modo, dopo pochi attimi in quella dimensione e la conoscenza di Plutia, la CPU equivalente alla Purple Heart del mondo "normale", per Neptune cominciano i veri guai. Il titolo di per sé non offre grandi cambiamenti a livello di meccaniche rispetto al passato, anche perché quelli più importanti, soprattutto in termini di rifiniture e gameplay, li avevano già apportati i predecessori nel passaggio da PlayStation 3 a PlayStation Vita. A parte qualche sensibile miglioria estetica e, rispetto alla versione casalinga, l'aggiunta di alcuni nuovi capitoli che incrementano la longevità del prodotto facendogli superare di molto le venti ore se si decide di giocarlo fino in fondo senza lasciare nulla in sospeso, non ci sono di fatto novità eclatanti. Comunque sia, per quanto concerne la struttura, anche stavolta il gioco alterna degli interminabili dialoghi gestiti attraverso apposite schermate più o meno statiche, con gli avatar dei personaggi in stile anime, con l'esplorazione di dungeon più ampi e labirintici del solito dove svolgere missioni di varia natura, e coi combattimenti a turni non casuali.

Dee e console

I nemici, infatti, sono visibili sullo schermo e pertanto possono perfino essere evitati. In alternativa si può cercare di sorprenderli alle spalle e guadagnare un vantaggio nel momento stesso in cui si viene poi trasportati nell'apposita schermata di battaglia. Queste si svolgono come detto a turni alterni, ma in maniera veloce: ogni gesto compiuto dai membri del party, composto da quattro elementi (più altrettanti in panchina), consuma un certo numero di punti, esauriti i quali il turno passa al personaggio o all'avversario successivo. Le azioni che un personaggio può eseguire sono molteplici: può disporsi in posizione difensiva, tentare una fuga o attaccare, selezionando la mossa da effettuare fra quelle a distanza, in mischia o con un oggetto, tenendo ovviamente conto della sua posizione, del tipo di arma e delle abilità che lo contraddistinguono. Senza dimenticare le combo, la cui particolarità consiste nel fatto che è l'utente a poterne scegliere la composizione e il potere speciale con cui concluderne la sequenza. Addirittura ha la possibilità di personalizzarne la resa visiva e il nome. Importante anche creare una certa intesa fra le ragazze, visto che grazie al Lily Rank, più le coppie combattono fianco fianco, più aumentano il feeling tra di loro e accrescono statistiche e abilità speciali. Comunque sia, durante il combattimento il prodotto non perde la sua verve ironica ed è dunque possibile assistere a dei divertenti siparietti tra le protagoniste, riprese spesso con inquadrature ad hoc per esaltarne le forme e la bellezza.

Trofei PSVita

Hyperdimension Neptunia Re;Birth3 V Generation offre quarantadue Trofei da sbloccare, suddivisi in 23 di bronzo, 16 d'argento, 2 d'oro e 1 di platino. La maggior parte di essi si ottengono semplicemente con la progressione nel gioco, per esempio completando 100 quest, superando la Neptral Tower o realizzando 100-hit combo nell'avventura.

Anime e Core

Il livello di sfida dei combattimenti non è mai eccessivo, anche se a un certo punto dell'avventura e di fronte a certi boss diventa indispensabile, durante uno scontro, prestare attenzione a cosa potrebbe fare il nemico che si sta affrontando, a chi tocca il turno successivo, e così via, adottando quindi la giusta strategia. Alla fine di ogni battaglia, come consuetudine, si viene premiati con punti esperienza e altri elementi utili per potenziare abilità e parametri dei vari personaggi. Altri si ottengono invece lungo l'avventura: grazie ad alcuni personaggi di contorno o al completamento di determinate missioni, per esempio, si possono sbloccare dei progetti che grazie al Remake System, un interessante sistema di crafting, possono poi con l'ausilio dei materiali adatti consentire di apportare diverse modifiche alle difficoltà di molti dungeon, cambiando per esempio la disposizione o la presenza di nemici e oggetti, il tipo di bottino e via discorrendo. Inoltre, cosa alquanto divertente a nostro parere, il gioco giudica anche la prestazione dell'utente, con tanto di commenti taglienti ma utili, che spesso lo invitano a esplorare più a fondo gli scenari alla ricerca di oggetti, anziché puntare di fretta alla fine dell'area, o viceversa ne vantano la capacità e la voglia di conoscere ogni angolo del mondo di gioco. Sempre presente, infine, lo Stella's Dungeon, che si svolge parallelamente all'avventura principale in maniera indipendente.

Dee e console
Dee e console

Per coloro che non lo conoscessero si tratta di un minigioco dove la piccola mascotte di Felistella - nome del team di sviluppo che come detto all'inizio ha curato questo remake e tutti gli altri della serie su PlayStation Vita - viene spedita dall'utente in una serie di missioni automatiche che può seguire tramite log mentre continua tranquillamente a giocare la sua partita. Quando la ragazzina ritorna, il videogiocatore può quindi raccogliere i frutti del suo lavoro, accaparrandosi equipaggiamenti e oggetti utili per migliorare i personaggi e altri aspetti del gioco. Per il resto, passando alla parte tecnica, Hyperdimension Neptunia Re;Birth3 V Generation non compie particolari passi in avanti rispetto al predecessore. La grafica del gioco, in cel shading e tridimensionale per le fasi esplorative, rispecchia comunque il tono scanzonato e ironico della trama, con un motore che sembra esaltarsi sul piccolo schermo di Vita e che punta decisamente allo stile anime anche per il look dei personaggi. In particolare le eroine sono ben disegnate, semi svestite e ammiccanti, ma mai volgari, come solo gli artisti giapponesi sanno raffigurare. Se i personaggi principali sono ben realizzati, lo stesso non può dirsi per il resto. Gli scenari, specie i dungeon, tendono a essere piuttosto scialbi, spogli e ripetitivi, al punto che in alcuni casi sembra di rivisitare gli stessi luoghi già esplorati, mentre buona parte dei nemici risultano per certi versi un po' anonimi. Dal canto suo, invece, l'audio è identico a quello dell'originale su PlayStation 3, presentando quindi un ottimo doppiaggio in giapponese (disponibile via DLC gratuito), o in alternativa un discreto parlato in inglese per i dialoghi principali (molti, soprattutto quelli secondari, sono invece solo testuali e in inglese), mentre delude la colonna sonora dove le musiche, quasi tutte riciclate dai capitoli precedenti della serie, mancano dello spunto vincente.

Conclusioni

Versione testata PlayStation Vita
Multiplayer.it
7.0
Lettori (7)
9.8
Il tuo voto

Hyperdimension Re;Birth 3: V Generation è la conclusione di una trilogia che ha ritrovato vigore su PlayStation Vita, dopo le buone ma non esaltanti uscite originali sulle console domestiche. Anche questo terzo capitolo non è un capolavoro, né pretende di esserlo, ma resta un divertente jRPG con elementi da dungeon crawler che, difetti a parte, pone come suoi punti di forza l'ironia, il fanservice e un gameplay leggero e divertente. E se sotto il profilo strutturale non offre novità eclatanti, sotto quello tecnico migliora sensibilmente la grafica e il level design delle ambientazioni rispetto all'originale Hyperdimension Neptunia: Victory, rendendo quindi l'esperienza di gioco a nostro parere migliore sulla piattaforma portatile di Sony. Come se non bastasse il publisher ha pure reso disponibile gratuitamente quasi tutti i DLC dedicati al gioco, cosa volete di più?

PRO

  • Personaggi come sempre simpaticissimi
  • La grafica delle scenette non è lontana da quella di un anime
  • Longevità che si attesta ben oltre le venti ore, soprattutto se giocato a fondo
  • Tutti i DLC più importanti scaricabili gratuitamente

CONTRO

  • Battle system buono, ma livello di difficoltà migliorabile
  • Dungeon tendenzialmente anonimi e ripetitivi
  • Mancata localizzazione in italiano