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Spettro di se stesso

In concomitanza col Ghostbusters di Paul Feig, arriva su Steam anche un videogame dedicato, con una squadra di acchiappafantasmi completamente nuova

RECENSIONE di Aligi Comandini   —   15/07/2016
Ghostbusters
Ghostbusters
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Ad oggi la rete è giudice e giuria di ogni cosa, e per qualunque videogioco, film, libro o oggetto esistente vale una sola regola: "se internet ti odia, sei fregato". Il nuovo Ghostbusters al femminile - diretto da Paul Feig - è forse una delle più illustri vittime dell'odio del web, ove i fan dello storico film originale e del suo seguito lo hanno bocciato senza appello prima ancora dell'uscita, per via dell'attaccamento nostalgico al marchio e di un paio di trailer davvero poco ispirati. Eppure partire prevenuti in questo caso non è del tutto sbagliato; Hollywood negli ultimi anni ha trasformato classici del cinema in americanate senz'anima, tramite operazioni puramente commerciali che non hanno mai realmente compreso cosa rendeva grandi le opere originali. Il film di Feig potrà magari anche risultare superiore alle aspettative, ma non può sostituire il primo Ghostbusters nel cuore degli appassionati e il suo arrivo dipende solo dalla volontà delle major di lucrare ancora una volta su un nome storico. Con il nuovo lungometraggio, dunque, sono giunti anche degli inevitabili spin off, e noi abbiamo ovviamente messo le mani su quello videoludico. Semplicemente chiamato Ghostbusters, questo nuovo titolo è recentemente apparso su Steam a un prezzo "relativamente" budget di 40 euro circa, pronto a cavalcare l'onda del marketing a stelle e strisce. Consci della discreta qualità del vecchio Ghostbusters: The Videogame, ci aspettavamo perlomeno un tie-in passabile, magari capace di sfruttare al meglio il materiale di fondo. Abbiamo invece trovato una mostruosità tale da non poter essere contrastata neanche incrociando i flussi. Che Gozer il Gozeriano ce ne scampi.

Il nuovo videogioco dedicato ai Ghostbusters è... spettrale: ecco la nostra recensione

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Sappiamo di aver parlato immediatamente del nuovo film, ma la verità è che questo Ghostbusters ha ben poco a che vedere anche con la pellicola di Feig. Gli eventi del gioco si svolgono infatti dopo la sua conclusione e non vi vedono nei panni della nuova squadra di eroine, bensì di una squadra mista di personaggi che chiameremo amichevolmente: emo bionda stereotipata 1, americano ariano stereotipato 2, variante barbuta dell'Heavy di Team Fortress stereotipato 3, e dottoressa di colore con afro stereotipato 4. Se hanno dei nomi non vale la pena ricordarseli e, se hanno una caratterizzazione, viene massacrata nel giro di qualche secondo dall'atroce qualità della storia, delle battute e della recitazione.

Spettro di se stesso

Non aspettatevi un team anche solo lontanamente carismatico in questo gioco, siamo davanti a una squadra di acchiappafantasmi che fa sinceramente sembrare ben recitato persino il protagonista di Ride to Hell Retribution. Ma c'è sempre un fondo in un abisso, quindi se lo si è toccato nella caratterizzazione e nella narrativa si può solo risalire, direte voi. E invece vi sbagliate, perché l'orrore vero in Ghostbusters lo si vede solo una volta preso in mano il pad, o il mouse. Il gioco in realtà è subdolo: graficamente è uno shooter con visuale dall'alto, dotato di un piacevole stile cartoonesco che ricorda per certi versi quello di DOTA 2 . Solo che è più lento di una tartaruga zoppa nelle sabbie mobili. Non è un'esagerazione, il ritmo di gioco è devastante e viene a noia praticamente subito. Tutti e quattro i personaggi disponibili si muovono quasi al rallentatore, e possono accelerare solo grazie a una rotolata che si ricarica dopo qualche istante. I nemici non sono molto più rapidi di loro, e le sparatorie si riducono di solito a un'amalgama di proiettili sparata a casaccio verso pseudo-zombie barcollanti, teschi e libri fluttuanti che vanno giù con un colpo, o mini boss dai pattern ridicoli che ci mettono un po' a tornare al creatore.

L'ectoplasma nel cervello

Col fatto che si gioca accompagnati da tre personaggi controllati dall'intelligenza artificiale, utilizzabili anche da altri giocatori, l'azione dovrebbe farsi rapidamente caotica, ma invero non decolla mai a causa di scelte di game design assolutamente folli (o dettate dalla volontà di creare un prodotto banale in poco tempo).

Spettro di se stesso

I livelli sono infatti piuttosto estesi, una cosa che potrebbe risultare anche positiva se non fosse che sono tutti strutturalmente identici. Che sia il quadro tutorial o uno qualsiasi dei successivi, farete in loop sempre le stesse cose: uccidere nemici e avanzare lentamente, trovando punti bonus sparsi per la mappa con l'ausilio di un sensore che rallenta ulteriormente la vostra camminata, per poi venir interrotti da nemici fluttuanti o da qualche spettro più pericoloso da stremare e catturare in modo da aprire la porta successiva. Persino la cattura dei fantasmi diventa tediosa a livelli quasi velenosi, perché il minigioco dedicato è di una semplicità paradossale e dovrete ripeterlo un numero sconsiderato di volte per ogni mappa. Ci sono oggetti segreti, collezionabili, e persino un punteggio finale in ogni missione, ma sarete così annoiati da fregarvene altamente già dopo la prima mezz'ora. Non solo, al di fuori di una granata con effetti variabili e di un'arma specifica, la possibilità di usare uno qualunque dei quattro acchiappafantasmi disponibili non offre il minimo brio. La meccanica di surriscaldamento è sfruttata malamente, lo sviluppo dei personaggi è basilare, la co-op non aiuta affatto e persino i boss risultano ridicoli, il tutto con un livello di sfida generale bassissimo (i vostri compagni possono riportarvi in vita all'istante con il massimo dei punti vita appena eliminati e voi potete fare altrettanto, i medikit poi non scarseggiano). A un certo punto arriverete a un tale livello di incredulità da decidere di sfruttare gli errori dei programmatori per sottrarvi il prima possibile all'esperienza. Eh sì, non ve l'avevamo ancora detto: il gioco ha persino degli elementi "rotti".

Mortacci sua

Molti dei livelli sono strutturati a checkpoint e a zone, quindi correre evitando tutti i nemici a forza di schivate può rapidamente farvi completare un quadro che avrebbe richiesto quasi mezz'ora per essere finito. La cosa funziona fino a un certo punto, per via delle porte bloccate da alcuni miniboss di cui parlavamo prima, ma è in generale un buon modo per evitare l'ennesima ripetizione di un nemico già visto un migliaio di volte o un nuovo gruppo di lentissimi mob da sterminare.

Spettro di se stesso

L'intelligenza artificiale è programmata altrettanto superficialmente, con compagni che alle volte si incartano nella mappa (anche senza correre e giocando normalmente) e non ricompaiono fino alla cutscene successiva, o nemici che vagano ubriachi per le zone impallandosi qua e la. Unite queste problematiche al gameplay atroce, alle scene di intermezzo piattissime, alla storia inesistente e ai livelli tirati avanti all'infinito, e otterrete un titolo che fa della svogliatezza la sua essenza. Alle volte sembra addirittura che i suoi sviluppatori abbiano fatto apposta a renderlo così insulso, perché certe soluzioni adottate davvero non si spiegano. Ed è uno spreco, almeno dal punto di vista del talento grafico, perché se c'è un reparto che ha dimostrato di saper fare qualcosa in questo incidente stradale è quello dedito al motore di gioco. Come detto, Ghostbusters non è malaccio graficamente, pur non arrivando mai a sorprendere sul serio, e riesce a tratti ad esser persino abbastanza ispirato dal punto di vista artistico. Certo, non è ottimizzato in modo eccellente e tradisce un'interfaccia pensata per le console (noi abbiamo provato la versione PC), ma mica avrete realmente creduto di trovare un aspetto del tutto impeccabile in questo prodotto dopo esser arrivati alla fine dell'articolo... suvvia.

Conclusioni

Versione testata PC Windows
Digital Delivery Steam, PlayStation Store, Xbox Store
Prezzo 39,99 €
Multiplayer.it
4.0
Lettori (2)
4.0
Il tuo voto

Ghostbusters è un gioco atroce. Non è semplicemente mediocre, né soltanto un tie-in poco ispirato: è proprio uno shooter terribilmente noioso, sviluppato con superficialità, ripetitivo fino allo sfinimento e la cui unica attrattiva è un comparto tecnico passabile. Praticamente è un perfetto esempio di tutto ciò che non va con i tie-in cinematografici affrettati. Quale che sia la qualità del nuovo film, difficilmente potrà essere più deludente di questo funereo sparatutto.

PRO

  • Graficamente non è malaccio

CONTRO

  • Lentissimo, ripetitivo fino allo sfinimento, banale
  • Programmato superficialmente e ricco di bug
  • Annoia persino in co-op
  • Umorismo zero e personaggi mal caratterizzati