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A caccia di mostri marini: la recensione di Monster of the Deep: Final Fantasy XV

Il minigioco di pesca dell'avventura di Noctis e compagnia sbarca nella realtà virtuale

RECENSIONE di Rosario Salatiello   —   08/12/2017
Monster of the Deep: Final Fantasy XV
Monster of the Deep: Final Fantasy XV
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Per chi ha avuto modo di giocare a Final Fantasy XV, la storia principale ha rappresentato solo una parte di ciò che Square Enix aveva in mente per l'ultimo arrivato della celebre saga di giochi di ruolo. Il publisher giapponese ha infatti messo in piedi un vero e proprio universo, popolato da opere che vanno dai classici contenuti aggiuntivi fino a sconfinare in altri media, come nel caso del lungometraggio animato Kingslaive: Final Fantasy XV. L'ambito videoludico la fa ovviamente da padrone, anche col neoarrivato Monster of the Deep: Final Fantasy XV, titolo che sin dalla presentazione avvenuta nel corso dell'ultimo E3 ha fatto discutere i fan. In primo luogo perché si tratta di un gioco dedicato alla realtà virtuale, nello specifico come esclusiva PlayStation 4 con PlayStation VR, secondariamente perché mette al centro della sua esistenza il minigioco di pesca visto nello stesso Final Fantasy XV. Indossato il visore, siamo dunque andati a scoprire che cosa ci riservano le acque di Eos.

Demoni subacquei

L'aspetto narrativo di Monster of the Deep: Final Fantasy XV è ovviamente solo un pretesto per collocare questo titolo sul mondo in cui è ambientato il gioco principale, molto simile alla nostra Terra. Oltre ai normali pesci, nelle acque di Eos ci sono però anche delle creature demoniache, che il protagonista è chiamato a sconfiggere grazie alle sue abilità da cacciatore. Il personaggio che ci ritroviamo a controllare In Monster of the Deep: Final Fantasy XV non è nessuno dei volti che già conosciamo, i quali ovviamente non ci lasciano da soli tra una caccia al demone e l'altra: non poteva essere altrimenti, per un'operazione che fa leva sul proprio fanservice per accalappiare tutti coloro i quali sono rimasti affascinati da Final Fantasy XV. La prima a farsi vedere è Cindy, provvidenziale all'inizio della storia nel salvare la vita al nostro protagonista, seguita poco dopo dall'immancabile Noctis, pronto a raccontarci della sua passione per la pesca e a rivivere insieme a noi la giornata di caccia davanti al fuoco. Chi ha giocato a Final Fantasy XV avrà senza dubbio piacere di poter passare del tempo aggiuntivo in compagnia dei protagonisti dell'avventura principale, confinati tuttavia a poche battute che non deviano Monster of the Deep: Final Fantasy XV dalle sue dinamiche principali legate alla pesca. Dalla casa base che fa da punto di partenza per le varie opzioni e modalità, il giocatore può partire per andare a caccia dei demoni che hanno invaso Eos, ma anche scegliere di dedicarsi alla pesca in tutta tranquillità attraverso il gioco libero. Sono presenti anche tornei e altri tipi di modalità, attraverso i quali si possono ottenere elementi per personalizzare la propria strumentazione. A livello generale c'è poco altro da dire su Monster of the Deep: Final Fantasy XV: non ci resta quindi che andare a vedere come si comporta il gioco una volta messo in testa il caschetto.

A caccia di mostri marini: la recensione di Monster of the Deep: Final Fantasy XV

Trofei PlayStation 4

Monster of the Deep: Final Fantasy XV conta un totale di trentasei Trofei, di cui uno Platino, quattro Oro, dieci Argento e ventuno Bronzo. Buona parte di essi può essere ottenuta andandosene a caccia delle varie creature presenti nel gioco, ma chi vuole ottenere tutti quanti gli obiettivi deve essere disposto a recuperare i vari elementi collezionabili introdotti da Square Enix. Dopotutto, si tratta di un gioco di pesca e la pazienza non deve di certo mancare!

Pesci venite a me

Come immaginabile, Monster of the Deep: Final Fantasy XV mette a disposizione del giocatore due diverse alternative di controllo per la pesca virtuale. È infatti possibile ricorrere alla coppia di PlayStation Move oppure al DualShock 4, ritrovandosi in entrambi i casi a mimare i gesti che andremmo a compiere con una vera canna da pesca tra le mani. Usando i due "gelati" diventa senza dubbio possibile contare su un livello superiore di coinvolgimento, ma anche il DualShock 4 si comporta bene grazie alle leve analogiche, come per esempio nel caso in cui dobbiamo riavvolgere il filo da pesca usando il mulinello per portare verso di noi la preda che ha abboccato. Il lancio avviene invece mimandone con le mani il movimento, determinando con quest'ultimo la distanza alla quale l'esca finisce per cadere. C'è da dire a questo proposito che il gioco non riesce a essere sempre preciso alla stessa maniera, presentando a volte lanci chilometrici che vanno ben oltre il nostro obiettivo, mentre altre volte invece l'esca finisce per cadere a pochi passi da noi. Questo avviene anche con un po' di pratica alle spalle, segno che probabilmente la causa è da ricercare nella precisione con cui vengono gestiti i controlli. Riuscire a centrare la zona d'acqua desiderata può quindi voler dire provare diverse volte, ripetendo le stesse dinamiche fino all'arrivo del pesce-demone che siamo andati a cacciare. In quest'ultimo caso la canna da pesca lascia spazio a una vera e propria arma, trasformando il gioco in uno sparatutto rudimentale in cui bisogna indebolire la creatura prima di tirarla su dall'acqua. Niente di complicato per la verità, né di particolarmente eclatante nelle modalità di svolgimento: avremmo senza dubbio apprezzato la possibilità di vedere un pizzico di diversificazione in più tra le varie fasi del gioco. Dal punto di vista grafico, Monster of the Deep: Final Fantasy XV presenta luci e ombre: da un colpo d'occhio generale le ambientazioni e gli specchi d'acqua resistono egregiamente alla degradazione imposta da PlayStation VR rispetto al normale monitor, così come i modelli dei personaggi sono rappresentati piuttosto bene in realtà virtuale. I problemi iniziano quando questi elementi devono avere a che fare con le dinamiche di gioco: il difetto più ricorrente affligge la sincronia tra il modello del personaggio e i movimenti dell'utente, che in qualche modo finiscono per interferire con quello che vediamo nel caschetto. In più di una occasione ci è capitato di vedere la visuale "staccarsi" dal corpo del protagonista, vedendo davanti a noi il suo inquietante modello senza testa.

A caccia di mostri marini: la recensione di Monster of the Deep: Final Fantasy XV

Conclusioni

Digital Delivery PlayStation Store
Prezzo 29,99 €
Multiplayer.it
6.8
Lettori (3)
8.1
Il tuo voto

Monster of the Deep: Final Fantasy XV si rivolge a un pubblico ben preciso tra i tanti che hanno giocato a Final Fantasy XV, in particolar modo a coloro i quali hanno trascorso intere mezz'ore in compagnia del suo minigioco di pesca. Se rientrate in questa specifica categoria e morite dalla voglia di tornare ad avere a che fare con Noctis e soci, avrete modo di apprezzare questo titolo chiudendo un occhio sui difetti evidenziati. In caso contrario, proprio di questi tempi il catalogo PlayStation VR offre alternative più interessanti.

PRO

  • Si rivedono Noctis e tutti gli altri
  • Buona quantità di contenuti
  • Riuscire a pescare all'inizio è esaltante...

CONTRO

  • ...ma dopo un po' si ripetono sempre le stesse azioni
  • Controlli poco precisi
  • Qualche difetto tecnico