Apex Legends è un titolo di cui sentirete molto parlare nei mesi a venire, su questo non c'è dubbio. Il lancio a sorpresa del gioco su PC, PS4 e Xbox One rappresenta qualcosa di abbastanza inedito nell'attuale panorama videoludico, dove per forza di cose le produzioni vanno annunciate diverso tempo prima al fine di creare una certa attesa da parte degli utenti. Consapevole che il discorso si sarebbe facilmente concentrato sulla presenza di casse premio e microtransazioni, Electronic Arts ha dunque pensato con Respawn Entertainment a un debutto improvviso, lasciando che a parlare fosse il gioco e non le immancabili polemiche sul modello free-to-play adottato per l'occasione. La scelta si è rivelata a dir poco azzeccata, se consideriamo che nei primi sette giorni il titolo ha totalizzato 25 milioni di giocatori, facendo il pieno di trasmissioni su Twitch e andando a insidiare il pur consolidato dominio di Fortnite, i cui autori hanno provato a limitare i danni investendo maggiormente sul fronte del marketing. Come dicono i saggi, tuttavia, non si può fermare l'acqua con le mani ed è ormai chiaro come Apex Legends si sia fatto capostipite di una nuova generazione di battle royale.
Personaggi e microtransazioni
Apex Legends è ambientato nello stesso universo di Titanfall e ne condivide dunque l'ambientazione futuristica, anche se gli eventi rappresentati si svolgono dopo il termine della guerra di Frontiera, all'interno delle insidiose Terre Straniere: regioni abbandonate, saccheggiate, in cui la vita vale poco e i sopravvissuti, combattenti e criminali, si sfidano all'interno degli Apex Games per ottenere gloria, denaro e magari un modo per andarsene. Sono otto i personaggi che il titolo mette a disposizione fin da subito, di cui due sbloccabili unicamente tramite l'esborso di 12.000 token leggenda oppure 750 monete Apex: i primi rappresentano la valuta virtuale, ottenibile più o meno velocemente a seconda delle proprie prestazioni in-game, mentre le seconde possono essere acquistate solo nell'ottica dei tradizionali pacchetti a pagamento, con un cambio di base pari a circa 1 euro per 100 monete.
Tutto il resto sono personalizzazioni estetiche, ottenibili di partita in partita oppure spendendo denaro reale, in maniera del tutto simile al già citato Fortnite: non ci sono oggetti in grado di fornire un vantaggio durante gli scontri, dunque l'esperienza risulta fortunatamente distante da un approccio in stile pay to win. Il cast delle Leggende appare indovinato e ben caratterizzato, con ogni personaggio che viene reso unico da un set di abilità differenti. Gibraltar, il temibile samoano corazzato, attiva automaticamente degli scudi energetici quando utilizza l'iron sight, può generare una barriera a cupola per proteggere un'area ristretta e far piombare una pioggia di fuoco sugli avversari con la sua special. Lifeline è invece la tradizionale unità di supporto, una combattente rapida e sfuggente, che può gestire un drone per il ripristino dell'energia vitale e richiamare dall'alto l'invio di un modulo pieno di risorse rare.
Bangalore è una mercenaria abile e precisa, ben bilanciata, capace di lanciare fumogeni per generare il caos durante uno scontro a fuoco, mentre Bloodhound è una guerriera misteriosa e letale, equipaggiata con dispositivi che tracciano la posizione dei nemici. L'androide Pathfinder è l'unico personaggio dotato di rampino come abilità ricaricabile, laddove invece Wraith è una sorta di ninja, capace di trasformarsi in un'ombra per sfuggire a eventuali sortite, nascondersi e rispondere al fuoco. I due personaggi sbloccabili sono invece Caustic e Mirage: il primo è apparentemente lento e pesante, ma può utilizzare bombe velenose che gli permettono anche di barricarsi in una struttura giocando d'attesa, mentre il secondo può creare degli ologrammi-esca molto utili per far uscire allo scoperto gli avversari.
Gameplay e struttura
Le regole di Apex Legends sono quelle che gli appassionati di battle royale conoscono bene, ma con qualche interessante variazione. Allo stato attuale le partite sono aperte a un massimo di sessanta partecipanti, organizzati unicamente nell'ottica di squadre da tre componenti, anche se le modalità solo e duo potrebbero trovare posto nei prossimi aggiornamenti. All'avvio del match viene sorteggiato l'ordine di selezione del personaggio fra i tre compagni, quindi allo stesso modo uno dei giocatori viene investito del titolo di "jumpmaster" e decide sia quando lanciarsi dalla nave di trasporto che dove atterrare, anche se la posizione può essere ceduta e i compagni possono eventualmente decidere di "sganciarsi" per dirigersi in una parte della mappa differente.
Una volta a terra, bisogna esplorare rapidamente i dintorni alla ricerca di armi, munizioni, corazzature, kit medici e batterie per gli scudi energetici, cercando di costruire il proprio setup durante la partita attraverso il ritrovamento di oggetti sempre più performanti, armature di grado superiore, accessori che migliorino stabilità e precisione dei fucili, nonché zaini che consentano di aumentare la capienza di un inventario per forza di cose molto limitato. Dopodiché si passa all'azione, con il restringimento dello scenario che viene scandito da round dalla durata via via inferiore, al fine di rendere la situazione esplosiva molto in fretta ed evitare momenti morti durante la partita. Il gunplay è lo stesso di Titanfall, solido e consistente, con una selezione di strumenti piuttosto varia che consente di scegliere (con un po' di fortuna, è chiaro) l'approccio che riteniamo migliore.
Mitragliatrici leggere o un bel fucile a pompa? Un fucile di precisione per i tiri dalla distanza o un'agile e leggera pistola con cui bersagliare gli avversari in corsa? Oppure un fucile d'assalto ben equipaggiato, che possa rivelarsi efficace negli scontri dalla media distanza? La bontà dell'arsenale si miscela alle abilità passive e attive dei personaggi per creare un mix di spessore, che sfruttato al meglio può fare la differenza sul campo di battaglia. La squadra rimane però un fattore fondamentale: se capitate in un team in cui ogni componente gira per i fatti propri, disinteressandosi degli altri, difficilmente arriverete nelle fasi finali del match. Diversamente, organizzarsi con gli amici e guardare anche al bilanciamento durante la selezione dei personaggi può produrre risultati importanti. Non necessariamente a microfono aperto: un intelligente sistema di tag assegnato ai tasti dorsali permette di segnalare rapidamente la presenza di nemici nell'area, indicare un punto verso cui muoversi o la disponibilità di oggetti e armi per i compagni.
Sebbene il time-to-kill di Apex Legends sia relativamente lungo, a maggior ragione quando si utilizzano corazzature avanzate, ritrovarsi da soli ad affrontare due o tre avversari rappresenta un game over quasi certo. Qui però entra in ballo un'altra novità del gioco: restare a terra non implica necessariamente la fine della partita, perché un compagno può aiutarci a tornare in piedi oppure, se l'eliminazione è stata portata a compimento dal nemico, raccogliere la nostra "targhetta" entro un certo limite di tempo e portarla presso un punto di respawn per farci tornare sul campo di battaglia. A proposito di uccisioni, come in Titanfall anche qui sono presenti le finisher, che possono regalare punti e soddisfazione a chi le esegue, ma anche esporlo pericolosamente al fuoco nemico nel mezzo dell'animazione. Mancano invece, come più volte sottolineato, le meccaniche acrobatiche dei Piloti (wallrun e doppi salti), che aggiungevano un inedito dinamismo al gameplay; così come mancano i mech, capaci di cambiare le carte in tavola aggiungendo ulteriore spessore tattico all'azione. Li vedremo mai in Apex Legends?
La mappa
Nel provato di Apex Legends pubblicato subito dopo il lancio del gioco avevamo espresso qualche perplessità sul design della mappa Canyon dei Re, per forza di cose derivativo rispetto agli asset visti nei due capitoli di Titanfall. Ebbene, non c'è dubbio che gli autori abbiano dovuto fare una scelta del genere, da un lato per una questione di coerenza narrativa (il gioco è pur sempre ambientato nello stesso universo), dall'altro per ovvie esigenze di budget (la creazione degli scenari incide non poco sui costi di sviluppo), e il risultato è quello di un'ambientazione costruita tramite editor, priva di una precisa personalità. Al di là delle questioni puramente estetiche, tuttavia, col passare delle ore abbiamo trovato indovinate e coerenti le soluzioni adottate da Respawn Entertainment per quanto concerne la suddivisione delle zone, i territori aperti che separano un distretto dall'altro, la concezione dei container come fonte privilegiata di equipaggiamento ma la loro disposizione pericolosamente esposta.
Si nota un buon equilibrio fra i luoghi chiusi e quelli aperti, e sebbene i secondi siano inevitabilmente predominanti, non mancano rocce o barriere dietro cui ripararsi nel caso si venga bersagliati da una squadra nemica, anche dalla lunga distanza. La presenza di zipline permette di coprire rapidamente alcune tratte, sia in salita che in discesa, e la capacità stessa dei personaggi di scivolare laddove possibile si rivela davvero utile per evitare di passare troppo tempo alla mercé di potenziali cecchini. Il restringimento della mappa, che come detto avviene a intervalli sempre più brevi nel corso della partita, vede l'avanzata di una barriera energetica che consuma l'energia vitale qualora si finisca oltre il confine nel momento sbagliato, ma a una velocità fortunatamente moderata: correndo a tutta birra verso il centro dello scenario, dopo aver deposto le armi per essere più rapidi, ce la si potrà comunque cavare.
Trofei PlayStation 4
Apex Legends include al momento solo dodici Trofei, che naturalmente si sbloccano portando a termine per la prima volta determinate azioni in-game (curare un compagno, trovare la dotazione completa di un'arma, vincere una partita con i vari personaggi). Non mancano ovviamente alcuni achievement "numerici", come quello che premia i 5000 punti danno, le cinque volte come Jumpmaster e il raggiungimento del livello 50.
Grafica e sonoro
Apex Legends utilizza lo stesso motore grafico di Titanfall 2, nella fattispecie una versione modificata del Source Engine: si tratta di una scelta scontata nell'ottica del discorso che abbiamo già fatto per quanto concerne la gestione degli asset, ma che si rivela anche stavolta azzeccata, efficace e funzionale rispetto alle esigenze di gameplay. La mappa su cui si combatte è enorme e viene caricata nel giro di pochi secondi, il che rappresenta senza dubbio un risultato eccellente sul fronte dell'immediatezza dell'esperienza: lunghi caricamenti sono l'ultima cosa che ci si aspetterebbe da un buon battle royale, e da questo punto di vista i ragazzi di Respawn Entertainment non hanno sbagliato nulla. È anche interessante notare come gli autori siano stati capaci di caratterizzare bene lo scenario, cercando di valorizzare il tutto con ombre di alta qualità, occlusione ambientale e un'ottima drawing distance, ed evitando panorami ripetitivi o soluzioni eccessivamente generiche.
A tal proposito, il cast di personaggi disegnati per Apex Legends ci è sembrato validissimo, con diverse trovate interessanti, un'ottima varietà visiva (che poi si riflette anche nella pratica, cosa fondamentale) e un set di animazioni piuttosto curate, che riescono a mettere insieme l'esigenza di rappresentare in maniera convincente i movimenti e di farlo nell'ambito di un netcode che appare quasi sempre molto robusto, con ben poche concessioni alla latenza. La versione PlayStation 4 Pro del gioco, oggetto dei nostri test, utilizza una risoluzione dinamica che passa sovente dai 1080p ai 1440p, sebbene in alcuni casi si possa scendere ulteriormente: la priorità è chiaramente il frame rate, e su tale fronte le prestazioni si confermano solide, con 60 fotogrammi stabili nella stragrande maggioranza dei casi.
Conclusioni
Apex Legends è probabilmente il miglior battle royale attualmente sulla piazza, uno sparatutto immediato e godibile ma dotato anche di un certo spessore strategico, che si ritrova nelle caratteristiche e nelle abilità dei personaggi (ottimi) ma anche in una dotazione completa per quanto concerne l'equipaggiamento sparso all'interno della mappa. Lo scenario ha i suoi alti e bassi, appare valido nella composizione ma inevitabilmente già visto negli asset, fornendo in ogni caso un enorme, affascinante campo di battaglia per partite da sessanta giocatori sempre parecchio spinte, coinvolgenti e divertenti. Se questo è solo il debutto per il titolo di Respawn Entertainment, siamo davvero curiosi di vedere fin dove Apex Legends riuscirà a spingersi nei prossimi mesi.
PRO
- Personaggi differenti, ben caratterizzati
- Gameplay solido e immediato ma non banale
- Mappa enorme, ben organizzata...
CONTRO
- ...ma dotata di asset già visti, un po' generici
- Peccato manchino acrobazie e Titan
- Una sola modalità disponibile al momento