Nonostante la sua statura e l'aspetto austero, Swen Vincke è tutto fuorché inavvicinabile. Pensate che qualche anno fa, in occasione di un evento dedicato alla versione console di Divinity Original Sin 2, il fondatore di Larian Studios decise di evitare la solita fredda presentazione in hotel e di invitare la stampa direttamente a casa sua per una grigliata. Nella sua abitazione a Gand - la città belga in cui si trova il team di sviluppo - ci siamo persino trovati a parlare con lui di calcio; dopotutto era l'anno dei mondiali, e il nostro si divertiva a prenderci un po' per i fondelli per la prestazione non proprio stellare degli azzurri (solo per poi gufarsela, dato che il Belgio sarebbe stato eliminato poco dopo).
Raro che un personaggio così influente sia tanto ben disposto alle chiacchiere, ma che Vincke sia a dir poco fuori dal comune è cosa nota: è infatti l'uomo la cui software house ha riportato in auge quasi all'improvviso i giochi di ruolo classici a turni e, per quanto il battibeccare delle sfortune calcistiche di questo o quell'altro paese fosse spassoso, abbiamo subito fatto virare la conversazione sui videogiochi, per capire meglio come un team sull'orlo del fallimento fino a poco tempo prima fosse riuscito a sfornare due perle come i Divinity Original Sin, fregandosene altamente delle voci che davano per morti i GDR vecchio stile sul mercato. La risposta? Semplice, nessuno li stava sviluppando, Swen e i suoi volevano giocare titoli simili, e allora si son semplicemente detti "tanto vale farne uno noi". Non potevano essere gli unici a desiderare esperienze simili sul pianeta, dopotutto.
Avevano ragione. Da quell'elementare quanto viscerale desiderio è nato qualcosa di molto più elaborato e sorprendente di un semplice ritorno al passato: una sorta di reazione a catena, che ha visto i Divinity alle redini di una vera e propria rinascita del GDR occidentale. Larian non si era infatti limitata a seguire le strade tracciate dai grandi classici del passato: aveva osato sfidare convenzioni consolidate e superato molte delle barriere poste dai capisaldi del genere. I due Original Sin, con il loro gameplay, davano ai giocatori strumenti complessi, tanto da esser percepiti come "rompibili" da vari utenti, quando in realtà non erano altro che giochi capaci di catturare in buona parte il caos ordinato in continua evoluzione delle avventure attorno al tavolo con un master (beh... almeno escludendo qualche problema tecnico che effettivamente le cose le rompeva per davvero). Il bello è che tutto ciò Swen e i suoi lo avevano ottenuto aggirando le spesso sballate correnti del mercato, e rivolgendosi direttamente al pubblico degli appassionati tramite Kickstarter.
Non capita spesso vedere un tale numero di fattori allinearsi così a meraviglia, eppure l'esperienza maturata in quegli anni di fatiche oggi converge in Baldur's Gate 3 (inizialmente noto come Project Gustav, dal nome del cane di Swen): un GDR con una licenza illustre, in mano a persone che si sono dedicate anima e corpo allo studio di quelle opere che il suo nome lo hanno reso grande. Quello che analizziamo oggi, dunque, è un lavoro che porta sulle spalle il futuro di un intero genere, cresciuto di pari passo con la sua community grazie a un lungo early access, e riuscito in questi giorni a dimostrare ancora una volta quanto nel mercato dei videogiochi ci sia spazio per la profondità e gli approcci atipici. Per valutarlo a dovere lo abbiamo affrontato praticamente senza sosta fin dal lancio, cercando di sviscerarne ogni dettaglio e di comprendere al meglio la sua ingarbugliata ragnatela di eventi. E su quel divano a parlare di calcio e sviluppo già avevamo avuto la percezione di avere a che fare con un team composto da talenti incredibili, ma quello che ci siamo trovati davanti è riuscito comunque a superare ogni più rosea aspettativa. Preparatevi, perché Baldur's Gate 3 alza l'asticella dei giochi di ruolo a livelli che rasentano la follia, e vi assicuriamo che quella di oggi non è stata una recensione facile.
Narrativa: c'è un bardo in ognuno di noi
Riteniamo sia cosa buona e giusta cominciare dalla narrativa di Baldur's Gate 3, perché si tratta generalmente dell'elemento più criticato dei due Divinity Original Sin. Non che quei giochi fossero da buttare da questo punto di vista, anzi, specialmente nel secondo capitolo non mancavano le vicende personali di gran qualità e gli spunti interessanti; a parere di alcuni però, il mondo fantasy inventato da Larian mancava di basi sufficientemente solide per supportare grandi storie, oltre che di originalità.
Con Baldur's Gate 3 questo problema di fondamenta non si pone: il gioco è infatti ambientato nei Forgotten Realms, tra gli universi più noti e amati di Dungeons & Dragons. E ok, non sarà forse il mondo più eccentrico e stuzzicante disponibile, eppure si tratta innegabilmente di un grosso passo avanti rispetto alla Rivellon dei Divinity, che ha permesso agli scrittori di Larian di dimostrare una volta per tutte le loro qualità.
Ora, se vi aspettate un'esperienza narrativamente appagante al livello di un Planescape Torment o di un Disco Elysium, è il caso di fare alcune precisazioni, dato che in Baldur's Gate 3 l'approccio alla trama è completamente diverso. Quelli sono titoli quasi interamente sorretti dalla qualità della loro scrittura, i cui bivi sono molteplici, ma in genere ben definiti e limitati nei possibili sviluppi; nell'opera di Larian, invece, la storia è sapientemente fusa con ogni singolo aspetto del gameplay, perché la volontà degli sviluppatori è chiaramente sempre stata quella di offrire all'utente un gioco capace di traslare in digitale la caotica e imprevedibile esperienza del Dungeons & Dragons carta e penna. Attenzione però, non abbiamo alcuna intenzione di sminuire quanto fatto, perché se dal punto di vista della "trama" nella sua forma più pura Baldur's Gate 3 non riesce a toccare certe vette, da quello della gestione delle variabili e del potere dato al giocatore raggiunge picchi assolutamente inarrivabili per qualunque altro gioco appartenente alla stessa categoria.
Il numero di modi per affrontare la titanica avventura del gioco è spaventoso, ed è davvero l'unica definizione adeguata. Larian ha creato una gigantesca ragnatela di missioni ed eventi divisa in tre diversi atti, così sapientemente interconnessa da permettere di vivere svariate campagne differenti con una manciata di scelte fatte al momento giusto (o sbagliato). Sul serio, la "player agency" - la capacità del giocatore di influire sul mondo di gioco - qui tocca livelli mai visti: scelte fatte nel primo atto possono modificare in modo enorme intere quest strutturate a più livelli nel terzo atto, ogni vostro compagno ha missioni dedicate che si evolvono in una miriade di modi, e il quantitativo di possibilità e mutamenti con cui si ha a che fare prima del finale risulta a dir poco soverchiante. La cosa più incredibile? Questa massa di avvenimenti e dialoghi avanza con naturalezza indipendentemente da cosa scegliate di fare, che si tratti di calcoli misurati o di errori grossolani non fa alcuna differenza. Baldur's Gate 3 è un titolo unico dal punto di vista narrativo proprio per questo: è quanto di più vicino ci sia al "vero" D&D, e sorprende costantemente il giocatore reagendo con intelligenza a quasi qualunque approccio. Come abbiano fatto gli sviluppatori a gestire una cosa del genere, soprattutto considerando che la campagna dura facilmente più di un centinaio di ore, non ci è dato sapere, ma dev'essere stato un lavoro a dir poco titanico.
Occhio però a quel "quasi"; per quanto eccezionale sia quel che è stato fatto, non è perfetto, ed effettivamente nel mare di conversazioni e circostanze possono capitare alcune incongruenze. Sono di norma minori e piuttosto rare, come cali relazionali con personaggi per via di repliche abbastanza innaturali (ci è capitato giusto un paio di volte), o strane interazioni che ingarbugliano parzialmente delle missioni, ma è davvero difficile che l'avanzamento dell'intera campagna si blocchi del tutto, e troviamo comunque fantastico che un gioco del genere sia così ben calcolato nelle sue innumerevoli scelte, tanto da rendere godibilissima l'esperienza anche a coloro che decidono di affrontarla senza mai ricaricare e accettano gli sviluppi delle loro azioni indipendentemente dai colpi di sfortuna.
Per la cronaca, le qualità non sono solo quelle sopra descritte: gli amanti dei vecchi Baldur's Gate avranno sicuramente di che nutrirsi in questo terzo capitolo, dato che gli sviluppatori di Larian sono chiaramente dei grossi fan della serie e non ci sono andati leggeri col fanservice. Oltre a creare un proprio alter ego da zero, nel gioco è possibile anche iniziare con dei personaggi predefiniti, interpretando uno dei compagni oppure partendo da uno specifico punto personalizzabile chiamato "Oscura Pulsione", che è, a nostro parere, quello più affascinante in assoluto (specialmente per chi ha giocato i predecessori). Solo un avvertimento: questo è un gioco estremamente maturo, che non ci va leggero né quando si tratta di parlare di violenza, né di sesso. Anzi, specialmente per quanto riguarda la seconda tematica, forse è persino "troppo" vicino al vero Dungeons & Dragons. Praticamente verrete sommersi dalle avances durante l'avventura, quindi, se quando giocate al tavolo con gli amici adorate interpretare un bardo desideroso di infilarsi nel letto di qualunque creatura del reame, avrete di che divertirvi. A nostro parere forse gli scrittori potevano andarci un po' più piano con le scene "hot", perché alle volte la tendenza dei compagni a strapparsi le vesti diventa quasi comica, ma non basta di certo a sminuire il resto di questo ben di dio.
Struttura: davanti a te c'è un forziere, cosa fai?
Ovviamente una simile gestione della narrativa non sarebbe possibile se a supportarla non ci fossero una struttura e un sistema di gioco dotati della profondità necessaria. Per fortuna Larian è maestra in questo campo, e con Baldur's Gate 3 ha superato in modo significativo quanto fatto con i suoi precedenti titoli, nonostante la necessità di rispettare (almeno in parte) la quinta edizione di Dungeons & Dragons. Il gioco infatti si basa sì sulle nozioni dell'opera di Wizards of the Coast, e segue fedelmente buona parte del suo regolamento, ma al contempo - per garantire un livello di interattività superiore a quello degli Original Sin - non solo riprende parte del sistema elementale delle passate opere della casa belga, ma osa ampliare il già notevole ventaglio di azioni base a disposizione del giocatore. Ciò, prevedibilmente, permette di fare cose abbastanza assurde se comparate alla maggior parte dei videogiochi moderni: disattivare trappole lanciando oggetti o incantesimi sugli interruttori, creare torri di casse per scalare un edificio, bypassare completamente interi puzzle mandando in cortocircuito i meccanismi con un po' di acqua e un fulmine ben piazzato, usare il corpo inerme di un nemico come arma, abusare di una delle miriadi di opzioni di movimento per ottenere ogni genere di vantaggio, e molto altro... ben poco vi è precluso in questo Baldur's Gate, e una tale stratificazione ha permesso agli sviluppatori di dar forma a missioni di rara qualità, pensate proprio per stimolare la creatività del giocatore.
Non stavamo scherzando quando abbiamo precisato che la narrativa è legata a doppio filo all'esperienza di gioco, considerando che qualunque strategia, non importa quanto assurda, viene di solito presa in considerazione. Praticamente tutti gli enigmi sono in toto o in parte evitabili solo con l'incantesimo giusto al momento giusto, serie di conversazioni ricche di difficili tiri di dado o battaglie problematiche possono diventare una passeggiata con la giusta preparazione o qualche furbo espediente, ed è spesso possibile uscire da situazioni all'apparenza insuperabili solo cambiando tattica e sfruttando meglio i tanti poteri messi a disposizione delle varie classi. Vedere un tale livello di design in un gioco di ruolo di questo tipo scalda il cuore e, seppur non sia sempre "pulitissimo" (gli incidenti capitano quando si fanno sperimentazioni un po' eccessive), rende ogni atto più divertente che mai per chi ama rischiare e andare a fondo dei sistemi.
E la cosa migliore è che Larian non ha nemmeno sacrificato la spettacolarità dell'avventura per venire incontro a questa ragnatela di missioni e battaglie. Diversamente da Original Sin 2, che nell'ultimo atto mostrava il fianco, Baldur's Gate 3 è un crescendo continuo, in cui ogni atto è migliore del precedente, e i momenti epici non mancano assolutamente, vuoi per via di ottime scene d'intermezzo o di spettacolari battaglie con boss di rara brutalità, sempre sapientemente inserite nei momenti culmine di ogni quest.
L'unica reale mancanza, qui, è il modo in cui è stata congegnata l'interfaccia. Un'opera titanica come questa conta un numero di oggetti a dir poco assurdo, e la gestione dell'inventario non è né delle più intuitive, né delle più brillanti. Gli sviluppatori ci hanno pure provato a migliorare le cose, inserendo una barra della ricerca per gli oggetti, vari modi per riordinare ogni strumento ottenuto, e persino borse e borsette di ogni dimensione per chi vuole suddividere determinati elementi, ma nel complesso si poteva fare di più per facilitare il compito al giocatore, o automatizzare la gestione di alcuni arnesi.
Gameplay: il manuale del giocatore
Le cose si complicano quando ci si addentra nella gestione delle classi e del gameplay durante le battaglie. Lo abbiamo detto, Baldur's Gate 3 si basa in larga parte sul sistema di gioco a turni di Dungeons & Dragons, e più precisamente sulla quinta edizione; gli elementi in comune sono talmente tanti che, per creare personaggi poderosi è sufficiente avere delle buone nozioni di quel regolamento, e applicare alla progressione del proprio alter ego e dei suoi compagni all'incirca le stesse basi e ottimizzazioni delle abilità che si applicherebbero nella versione carta e penna.
C'è solo un piccolissimo problema: D&D non è nemmeno lontanamente un gioco ben bilanciato, tanto che di norma a riequilibrare un po' la situazione ci deve pensare spesso l'intervento forzato del dungeon master. Master che, in Baldur's Gate 3, è completamente assente, con i ben pochi limiti del sistema a rappresentare l'unica (fragile) barriera per fermare quei giocatori particolarmente ferrati nell'arte del "powerplay". Gli sviluppatori di Larian, dal canto loro, hanno pure ritoccato un po' le varie classi e abilità, ma invece di indebolirle hanno optato per la soluzione più divertente, arrivando addirittura a potenziare alcune di quelle meno rappresentate (come il monaco, qui significativamente più solido rispetto alla sua controparte cartacea). Ad amplificare ancor di più tali eccessi ci pensano poi dei poteri extra legati ai girini Illithid, disgustosamente utili in battaglia (ma non privi di conseguenze), e una lunghissima lista di oggetti magici dotati di effetti passivi più potenti di quanto ci aspettassimo, le cui sinergie rendono le build ancora più devastanti. Pensate, è addirittura possibile resettare la classe di tutti personaggi liberamente con una manciata di monete d'oro, nel caso non si sia contenti delle scelte fatte. Come potrete ben immaginare, insomma, chiunque sappia gestire a dovere la progressione, buff, pozioni, e i tanti espedienti aggiuntivi offerti dal gioco per fare danni, potrebbe potenzialmente superare qualunque battaglia senza sforzo
Eppure, anche considerando queste basi pressoché impossibili da regolare, il condizionale resta d'obbligo. Larian dopotutto è nota per la difficoltà non proprio accessibile dei suoi giochi e, anche stavolta, ha deciso di "bilanciare" il tutto tarando le battaglie verso l'alto. Già alla difficoltà normale il primo atto vi prenderà a calci - specialmente considerando che i nemici scalano con la zona e non con il vostro livello - dopodiché, dal secondo atto in poi troverete ad attendervi battaglie selvagge e ricchissime di nemici, il cui tasso di sfida si mantiene elevato per via della scelta degli sviluppatori di limitare il livello massimo del giocatore a 12. Un peccato non si possa salire oltre, ma almeno così Baldur's Gate 3 non risulta eccessivamente facilitato per i giocatori più esperti, e vi assicuriamo che le abilità a vostra disposizione saranno più che sufficienti per darvi le giuste soddisfazioni in combattimento. Ah, se siete intimoriti da quanto detto, non temete: ci sono tre difficoltà selezionabili nel gioco, una pensata per godere della narrativa senza preoccuparsi eccessivamente degli scontri, quella normale appena descritta, e una difficoltà "stratega" per chi vuole davvero spingersi al limite. Quest'ultima porta i nemici ad essere marcatamente più aggressivi, resistenti e pericolosi, e vi costringerà ad usare al meglio tutte le vostre capacità. Per carità, ci aspettiamo che venga spezzata come un fuscello dai pazzoidi del minmaxing nel giro di poche settimane, però è bello che vi siano varie alternative molto curate tra cui scegliere persino in questo aspetto.
Comparto tecnico: dado scheggiato
Già che stiamo parlando di aggressività nemica, è il caso di fare un discorsetto anche sull'intelligenza artificiale, perché le routine comportamentali avversarie inserite da Larian in Baldur's Gate 3 sono al contempo tra le più elaborate e infami che abbiamo mai visto, e tra le più ottuse. Meglio chiarirci: i nemici del gioco, ogni volta che è il loro turno, adattano i loro attacchi tenendo in considerazione un gran numero di dati, tra cui il posizionamento dei personaggi del giocatore nella mappa e la possibilità di sfruttare certi elementi interattivi a proprio vantaggio. Questo significa che, se vi posizionate male (specialmente in modalità stratega), potreste vedere l'IA usare contro di voi alcune strategie molto "umane", come l'eliminazione di uno dei vostri combattenti con una spintarella in una voragine senza fondo, la tendenza all'assalto immediato dei personaggi con meno difesa e più potenziale offensivo, o l'uso spudorato di poteri di controllo incredibilmente fastidiosi da gestire. I calcoli sono così complessi però, che può capitare che il nemico si "blocchi" per alcuni secondi (c'è un timer interno che impedisce alle battaglie di congelarsi per questi problemi oltre un tot di tempo), incapace di comprendere quale sia il percorso migliore da seguire per raggiungere rapidamente il giocatore o come prepararsi al meglio ad alcuni vostri movimenti. Quindi, in parole povere, il nemico è straordinariamente pericoloso in mappe dalla struttura relativamente semplice, ma tende a impallarsi o a fare errori nei campi di battaglia con più verticalità, specialmente se il giocatore abusa di abilità come i teletrasporti o il volo. Attenzione, non accade sempre, tanto che ci è capitato più volte di avere a che fare con minacce agguerritissime e brillanti anche in mappe su più livelli, specialmente quando a loro volta dotate di abilità di movimento molto flessibili; quello dell'adattamento a certe zone dell'IA era però un problema presente anche nei Divinity Original Sin, e sarebbe stato bello vederlo sparire del tutto.
Difficile invece criticare la qualità grafica generale, dato che l'evoluzione del team di Vincke è stata epocale pure in tale aspetto. Baldur's Gate 3 è un GDR con visuale dall'alto, eppure il livello di dettaglio è di tutto rispetto anche quando si avvicina "pericolosamente" la telecamera, a partire dalla qualità generale di texture e modelli nella creazione del personaggio. Le mappe sono piene zeppe di elementi ben modellati, e in particolare la città di Baldur's Gate ci è sembrata un vero splendore, specie se si considerano le sue dimensioni. Persino il lavoro di ottimizzazione è di tutto rispetto: con una configurazione medio alta si riesce a far girare tutto al massimo con ben pochi problemi (il nostro buon PC dotato di 3070 non ha avuto chissà quali difficoltà), e il motore è scalabile al punto da offrire un'esperienza più che degna anche su configurazioni nettamente meno performanti, Steam Deck compreso.
Messo tutto nero su bianco, però, bisogna ricordare una cosa importantissima: Baldur's Gate 3 è sempre e comunque un gioco Larian e, per quanto talentuosa, questa software house belga non è nota per la pulizia dei suoi lavori. Siamo spanne sopra rispetto alla stabilità dei Divinity al lancio, sia chiaro, tuttavia anche il nuovo Baldur's Gate è piagato da un discreto numero di bug, spesso innocui, altre volte molto meno. Solo in un paio di casi abbiamo trovato ad attenderci problemi tecnici o glitch in grado di bloccare la nostra progressione costringendoci a ricaricare, ma per quanto riguarda i bug minori? Molto più frequenti, soprattutto nell'atto tre (comprensibile vista la sua enorme complessità). Durante le vostre scorribande potrà quindi capitare di vedere morti non proprio cristalline di questo o quell'altro personaggio, quest che non si aggiornano nonostante il passaggio d'atto e il mancato completamento, indicatori che spariscono dalla mappa, interazioni sballate tra oggetti, e via così.
È un mix piuttosto classico di inciampi, e sinceramente ci aspettavamo cadute di stile molto più gravi in un GDR gargantuesco come questo; nel complesso, seppur evidenti, le problematiche tecniche non hanno comunque realmente mai rovinato la nostra esperienza, al di là dell'averci tirato fuori qualche imprecazione in momenti particolarmente "caldi". Larian, peraltro, sta chiaramente continuando a supportare la sua creatura con patch settimanali, che ogni volta sistemano dozzine di piccole mancanze. Difficile dire se riusciranno mai davvero a ripulirla completamente, ma è sicuramente una bella dimostrazione di intenti.
Sulla cooperativa, purtroppo, è stato arduo trarre conclusioni molto approfondite. L'abbiamo testata senza troppe difficoltà ed è un'esperienza esaltante con amici, proprio per via della sua vicinanza alle follie del Dungeons & Dragons da tavolo; abbiamo però anche sentito che, giocando online, le problematiche tecniche tendono a moltiplicarsi, ed è il caso di tenerlo a mente se si desidera affrontare il gioco in gruppo per sessioni prolungate. Peccato solo per la mancanza di una "modalità master" qui: considerando che trasposizione eccezionale di D&D Baldur's Gate 3 riesce ad essere, si sarebbe trattato di un'extra a dir poco memorabile; comprensibile ad ogni modo che gli sviluppatori non siano riusciti a inserirla per il lancio, e non è detto che in futuro non possa arrivare.
Ottimo, infine, tutto ciò che riguarda musica e audio. I doppiaggi in inglese sono di qualità altissima (e si parla di un numero esagerato di dialoghi) e la colonna sonora ci ha positivamente sorpreso a tratti, dimostrando un'evoluzione del team persino in quest'ultimo costituente. Meno bene la localizzazione italiana, che conta svariati errori qua e là, ma se non altro è presente al lancio e a sua volta verrà perfezionata nelle prossime patch. È quasi un peccato; se si conta quanto sono tradotti malamente i manuali italiani della quinta edizione di Dungeons & Dragons, è per certi versi più fedele se imperfetta.
Conclusioni
Baldur's Gate 3 è un GDR straordinario, e rappresenta la definitiva consacrazione di Larian come "nuova" grande colonna portante del genere. Si tratta di una strabiliante trasposizione digitale di Dungeons & Dragons, capace di trasmettere emozioni e offrire possibilità che avremmo creduto di poter trovare solo nelle migliori partite attorno al tavolo in compagnia di un master. Il fatto che un videogioco possa regalare oggi un'esperienza simile, gli garantisce un impatto comparabile a quello dei suoi diretti predecessori, e siamo sinceramente convinti che, col passare degli anni, verrà ricordato con lo stesso amore e riverenza delle grandi opere dell'era Black Isle Studios e della vecchia Bioware. È una medaglia pesante da portare al petto, e l'unico motivo per cui non lo premiamo con il nostro voto più alto possibile è che ha ancora margini di miglioramento, sia per via di alcune piccole ma evidenti mancanze interne che per gli immancabili bug. Resta un capolavoro da avere assolutamente se amate i titoli profondi e sviluppati con passione, e un must play per chiunque adori i giochi di ruolo.
PRO
- Immenso, rigiocabile, incredibilmente complesso, e dotato di un quest design straordinario
- Narrativa magnificamente integrata al gameplay, che prevede quasi ogni approccio del giocatore
- Battaglie esaltanti e tarate verso l'alto (alle difficoltà maggiori), che danno grandi soddisfazioni
- Meccaniche elaborate, che offrono una miriade di possibilità e opzioni
- Tecnicamente notevole
CONTRO
- Molti bug minori (e qualcuno maggiore), specialmente nel terzo atto
- Qualche scelta nella narrativa non brilla per genialità
- Prevedibilmente, rompere una trasposizione del sistema di D&D non è difficile per un esperto