I bei vecchi tempi
Gunstar Future Heroes rappresenta, senza troppi giri di parole, un vero e proprio salto nel passato. Lo schema di gioco principale è molto simile a quello di Contra o, per restare in tempi più recenti, a Metal Slug: si controlla infatti un personaggio in livelli a scorrimento orizzontale letteralmente farciti di nemici, ovviamente pronti a tutto pur di agevolare la comparsa sullo schermo delle parole Game Over. La storia che fa da sfondo alle vicende è niente più di una scialba e banale giustificazione per il classico tema del “solo contro tutti”. La possibilità di scegliere tra due diversi eroi, Red e Blue, non porta con sè sostanziali differenze, fatta eccezione per l’arma principiale e alcuni dialoghi. Roba di poco conto quindi, tanto da rendere i due protagonisti praticamente identici al momento dell’atto pratico. Ma i meriti di Gunstar Future Heroes non vanno ricercati sicuramente nell’intreccio narrativo nè nella varietà dei personaggi presenti, bensì nella bontà del gameplay puro e semplice. Il sistema di controllo è estremamente reattivo, e ben risponde alle sollecitazioni del giocatore. La meccanica non è complessa, e come nei migliori titoli della “vecchia scuola” è infatti possibile saltare, sparare con le diverse armi o combattere corpo a corpo coi nemici; questi vanno dai semplici avversari da “attacco di massa” ai boss grandi metà schermo e capaci di porre fine con un paio di colpi ai sogni di gloria. Tutto piuttosto convenzionale quindi, ma eseguito con grande cura come ci si attende da un lavoro di Treasure. A dare una marcia in più a questa produzione per GBA è però la varietà; le fasi classiche appena descritte sono infatti inframezzate da sezioni sparatutto, in svariate salse, e platform. Un chiaro attestato della cura nella realizzazione profusa dai programmatori, anche se va detto chiaramente che Gunstar Future Heroes non è un gioco per tutti; il livello di difficoltà –a patto di non scendere sotto il normal- è piuttosto elevato, anche troppo per qualcuno, e malgrado la varietà appena descritta, non c’è nulla di nuovo o sorprendente nella fatica dei programmatori nipponici.
Per molti ma non per tutti
L’aspetto tecnico è sicuramente eccellente, tenuti ben presente i limiti di un hardware che è sul mercato da quasi 5 anni. Gli sprite su schermo sono molti, e anche di buone dimensioni e ricchi di dettaglio. Assolutamente positive anche le ambientazioni, dotate di una sufficiente varietà, colorate e arricchite da efficaci livelli di parallasse. Peccato per alcuni rallentamenti nelle fasi di gioco più concitate, che comunque non penalizzano troppo l’esperienza di gioco. Non granchè invece il sonoro, non irritante ma tutto tranne che indimenticabile. Il limite maggiore di Gunstar Future Heroes è però da ricercarsi nella longevità, limitata a 6 livelli davvero troppo brevi; e quando diciamo brevi, intendiamo che per completare l’intero gioco è sufficiente meno di un’ora. Senza dubbio troppo poco, dal momento che altrettanto pochi sono gli stimoli alla rigiocabilità. Come se non bastasse, questo episodio per GBA rappresenta quasi in toto un riadattamento dell’originale, dal momento che larga parte delle ambientazioni sono direttamente importate dal Megadrive. Omaggio al valore del capolavoro di 12 anni fa, o pigrizia di Treasure, sta al singolo giocatore decretarlo. L’assenza di una modalità multiplayer cooperativa è il colpo finale che affonda la durata di un titolo davvero troppo breve.
Commento
Liberando la mente dalla dolce influenza che l’originale Gunstar Heroes può avere sul giudizio di questo episodio per GBA, l’ultima fatica di Treasure si rivela un prodotto di discreto livello, ma lontano dall’essere indimenticabile. Pur esaltato da un comparto tecnico di primo piano, e rinfrescato dalla varietà dei diversivi alla meccanica di gioco principale, Gunstar Future Heroes scivola via in meno di un’ora, giungendo ai titoli di coda senza lasciare grandi emozioni. Troppo “old school” e poco accessibile per entrare nei cuori dei videogiocatori giovani, troppo fedele al capitolo per Megadrive per stimolare i nostalgici, e troppo breve per chiunque spenda i soldi necessari per acquistarlo. Per carità, siamo ben lontani dal disastro di Guardian Heroes Advance, ma la Treasure di oggi è solo lontana parente di quella dei tempi d’oro. Peccato.
Pro
- Tecnicamente ottimo
- Piuttosto divertente
- Buona varietà
- Un’ora di gioco
- Niente multiplayer
- Si lascia giocare senza emozionare
Gunstar Heroes per Megadrive è stato uno dei titoli che hanno più contribuito a creare la fama di Treasure, da molti riconosciuto come uno dei team più creativi e gameplay-oriented del mercato dei videogiochi. A distanza di 12 anni dall’originale, i programmatori nipponici hanno deciso di tornare sul brand in questione, realizzando un prodotto ex-novo per la gioia di tutti i fan che avevano ormai perso da tempo le speranze. Su Ps2? O su console next-gen? Niente di tutto questo. Treasure ha voluto infatti concentrarsi nuovamente, dopo Astro Boy e Guardian Heroes, sul buon vecchio Game Boy Advance, forte di un bacino d’utenza mostruosamente ampio, ma soprattutto in grado di accettare una produzione bidimensionale senza nessun altezzoso e snobistico atteggiamento denigratorio.