Intelligenza di concetto.
Dalla Birmania coperta di giungle piovose e umide al caldo rovente del Sahara fino ai fiordi norvegesi, non si può certo dire che l’ambientazione di HD2 sia monotona. Venti livelli divisi in nove campagne da affrontare in diverse modalità di gioco. Dalle varie modalità bonus in solitario (che però sinceramente non valgono moltissimo) alla modalità tradizionale che consente di scegliere i quattro uomini che comporranno il nostro dream team d’assalto e l’equipaggiamento che considereremo più idoneo. La scelta del team è molto importante, ogni soldato viene presentato in maniera dettagliata e possiede un sistema di statistiche che molto si avvicina a quello usato nei giochi di ruolo. Per ogni campagna dovremo decidere quindi che armi portare, quale equipaggiamento sarà più utile e quali uomini potranno servire al meglio per completare le missioni.
Intelligenza di concetto.
Queste varieranno molto, ma la prerogativa principale sarà la vostra eterna e fantozziana inferiorità numerica, per cui molto spesso sarete costretti ad agire di soppiatto cercando di aggirare il nemico o di coglierlo di sorpresa. Non male, in questo caso specifico, il comportamento dell’IA nemica: può capitare, proprio all’inizio, di dovervi infiltrare da soli in una base nemica. Provate a catturare una guardia e a scambiarvi i vestiti (non uccidetela o non potrete usare gli abiti sporchi di sangue): detto fatto ecco che potrete girare indisturbati, ma state all’erta perché se passerete troppo tempo vicino a qualche tedesco potrebbe accorgersi di non riconoscere la vostra faccia, oppure potreste anche commettere l’errore di avere una divisa inpeccabile ma impugnare un’arma di fabbricazione non tedesca… insomma, sperimentate per stupirvi. Il completamento delle missioni farà incrementare le abilità dei nostri guerrieri e conferirà loro numerose medaglie, in questo modo sarete costretti a tenere la testa giù: perdere i vostri veterani diventerà proibitivo man mano che ci si inoltrerà nella storia e quei maledetti Kar98 saranno sempre in mani migliori, quindi occhio a fori d’areazione non regolamentari e schiacciatevi a ventre a terra.
Combattimenti artificiosi.
Se non starete molto attenti a come vi muoverete sul campo, infatti, rischierete di perdere la faccia in senso letterale nel giro di due secondi circa. Un lifting calibro 7.62 non è consigliabile e compromette drasticamente i successivi trattamenti al collagene, quindi muovetevi piano e state al coperto. L’intelligenza artificiale fa del suo meglio per obbedire ai vostri ordini, cercare di sopravvivere e farvi la pelle, nel caso del nemico. Il risultato non è sempre garantito e si possono notare talvolta seri problemi di pathfinding, a causa del quale i vostri uomini potrebbero smarrirsi nel mezzo di uno stadio. Ciò nonostante gli scontri sono emozionanti e letali, il nemico sembra consapevole dell’ambiente che lo circonda e reagisce realisticamente ai vostri attacchi. Uno dei punti di forza dell’interazione ambiente-IA dovrebbe essere l’audio. Il nemico e i vostri uomini dovrebbero reagire adeguatamente agli stimoli auditivi percepiti dall’ambiente circostante: ebbene questo a volte accade, altre volte meno. Se sparare di notte una fucilata non è il modo migliore per penetrare un campo nemico di nascosto, può accadere che le sentinelle più vicine reagiscano, mentre gli uomini accampati a 20 metri facciano beatamente finta di niente… scaricabarili? Mica stupidi. Diciamo quindi che i problemi più scomodi appartengono, per ovvie ragioni, ai vostri uomini. Finchè il nemico non si orienta nel suo giardino, poco male. Se uno dei vostri dovesse invece iniziare a girare a vuoto durante uno scontro, la faccenda sarebbe un po’ più grave, fortunatamente con un vostro piccolo intervento si dovrebbe aggiustare tutto.
Motorini grafici.
Questi difettucci di progettazione, uniti a qualche baco dell’IA e a un po’ di bad clipping, possono dare del filo da torcere a volte, ma sicuramente non rovinano l’ottima atmosfera di ogni missione e l’appagamento per averla completata. A mio avviso il problema più evidente di Hidden and Dangerous 2 è l’età. Il gioco sarebbe dovuto uscire sul mercato un anno fa ormai. Invece venne posticipato più volte, probabilmente per scelte strategiche. Tutto questo lo si vede dall’implementazione tecnica del titolo, che sfrutta il motore dell’action cittadino che fece tremare GTA, Mafia, ma è innegabile il fatto che quella tecnologia oggi sia vecchia. 15 HD2 non è brutto da guardare, anzi, però sicuramente non regge il passo con rivali del calibro di Call of Duty, almeno dal punto di vista estetico. Texture a tratti un po’ scialbe, modelli delle armi super semplificati, paesaggi generalmente piatti e vegetazione in brutale 2d tendono a porre l’atmosfera, di per sè fantastica, un pelo sottotono. I modelli dei personaggi implementano pure una sorta di fisica “rag doll” per creare dei movimenti realistici soprattutto nei frangenti drammatici, la cosa funziona a volte; altre vedrete i cadaveri accartocciarsi come foglie secche e vorticare per mezz’ora prima di decidere la posizione giusta per morire, uno spettacolino orrido. Un dettaglio non da poco è la presenza dei veicoli: carriarmati, camion e jeep varie sono tutte controllabili in HD2, da voi o dai vostri uomini. Ovviamente sono presenti anche in multiplayer dove ci si accorge di una piacevole novità rispetto a titoli simili: la possibilità di sparare dai posti dei passeggeri, cosa che generalmente sia in OFP così come in BF1942 veniva sempre negata e che invece arricchisce di parecchio il gioco, soprattutto in rete.
HD usability
Se HD2 a primo avviso può sembrare a un neofita un normale fps militare con l’aggiunta della visuale in terza persona, dovreste sapere che in realtà il gioco è molto più corposo. L’interfaccia tattica del vecchio primo capitolo è stata eliminata e ricostruita da zero: potrete così comandare i vostri uomini in tempo reale o scegliendo di mettere in pausa il gioco. Non dovrete più fare calcoli astrusi per sincronizzare le loro manovre, ma potrete semplicemente creare dei waypoint al volo e poi sincronizzarli tramiti appositi segnali. Più facile da vedere che da spiegare, l’azione tattica in questo modo non pesa sulla giocabilità e grazie ad un discreto menu in-game sul modello di Operation Flashpoint o Swat3, potreste anche rinunciare alla gestione tattica e impartire comandi al volo ai vostri uomini. In questo modo ogni giocatore dovrebbe trovare l’approccio giusto, più o meno tattico, più o meno riflessivo: decisamente un bel passo avanti dal primo titolo della serie. Se l’interfaccia di comando è buona, un po’ meno lo è quella riservata alla gestione dell’inventario. Macchinosa e poco intuitiva, fa spesso guadagnare al giocatore una palla in fronte gratis, costringendolo a smanettare sui comandi nel tentativo di tirare fuori dalle tasche la maledetta pistola, mentre il nemico se la ride. Avrebbero potuto trovare un sistemino un po’ più semplice, in singleplayer può essere un impiccio, ma in multy avere a che fare con l’inventario diventa una mezza tragedia.
Due parole per concludere.
In definitiva un buon titolo, sarebbe stato meglio averlo un anno fa, ma comunque resta un gran bel gioco. In verità all’inizio ero tentato di dargli un punto in meno, vuoi per l’aspetto un po’ datato (in cambio vi girerà su sistemi un po’ meno all’ultimo grido), vuoi per i numerosi bug (che stanno già correggendo tramite patch). Però sono un vecchio nostalgico della serie e questo episodio nasce come il primo tactical sulla Seconda Guerra Mondiale a implementare i veicoli, anche in multiplayer ( non dite Battlefield, quella è spazzatura arcade! ). Insomma lo ammetto c’è una componente emotiva nel mio giudizio, ammetto anche di non averlo giocato tutto e dover ricorrere alle sessioni multiplayer per farvi vedere qualche screenshot in più, ma il gioco va gustato lentamente e ci sarebbe voluto troppo per scrivere questa review. Se vi siete stufati di Raven Shield e volete cambiare periodo storico dateci un occhio, ma anche se siete solamente curiosi di vedere come si costruisce un buon titolo profondo e giocabile pensate a lui. Call of Duty potrebbe abbagliarvi, HD2 può prendervi il cuore.
- Pro:
- Grande profondità
- Varietà di mezzi e armi
- Sonoro su ottimi livelli
- Contro:
- Va patchato subito
- Grafica datata
- Interfaccia a volte poco usabile
Iniza la guerra.
Nel 1999 Hidden and Dangerous fu uno dei primi titoli a comparire sul mercato offrendo un’ambientazione anni Quaranta, dandoci il comando di un manipolo di uomini appartenenti all’ S.A.S. inglese (Special Air Service, i primi commandos della storia) per compiere devastanti azioni dietro le linee della Wermacht. Fu anche uno dei pochi tactical shooter a utilizzare una modalità di gestione tattica della squadra per coordinarne le azioni, copiando e migliorando il sistema già introdotto precedentemente dalla serie Rainbow Six. Dove però in RS bisognava preparare un dettagliato piano di missione prima di gettarsi nella mischia, in HD si poteva creare una sequenza complessa di ordini direttamente durante il gioco. Il titolo riscosse successo nonostante i numerosi bug presenti e consentì ad Illusion Softwork di proseguire la propria strada verso Mafia e Vietcong, che tutti noi ben conosciamo (ok Vietcong in realtà è del team Pterodon, ma non facciamo i fiscali). Ora, forti del successo di Mafia, questi fanciulli dell’est europeo hanno colto l’occasione per riciclare il motore grafico del successo dello scorso autunno per rinverdire la saga del team di incursione più letale che la storia militare abbia mai visto. Hidden and Dangerous 2, un titolo senza fantasia per allacciarsi direttamente all’illustre predecessore e mostrare al mondo che non si vive di pane e Call of Duty, stiamo un po’ a vedere.