L'ultimo contendente a scendere nell'arena dei PC handheld è Lenovo, popolare multinazionale di origine cinese che, dopo aver trovato il grande apprezzamento da parte del pubblico dei giocatori con l'eccellente linea di notebook Legion Pro, non vuole lasciare nulla di intentato e inesplorato e ha pensato bene di concludere il 2023 con la sua personale risposta ai vari Steam Deck, ROG Ally e AYANEO.
Il protagonista di questa lunghissima recensione è infatti Legion Go, un PC portatile o tascabile - o valutate voi come chiamare questa recente aggiunta al mercato del PC gaming - che, oltre a spingere forte sul fronte delle componenti, a partire da un display straordinariamente grande, cerca di farsi notare per alcune soluzioni di design direttamente mutuate da Nintendo Switch come i controller sganciabili.
Il tutto ad un prezzo di lancio non economico ma chiaramente molto aggressivo nei confronti degli altri contendenti: 799€ nell'unica configurazione che sarà disponibile sul mercato italiano, al momento solo sul sito ufficiale Lenovo e in una grande catena di negozi su strada. Ma, come sempre accade con questa tipologia di prodotti, non sono solo le componenti interne o il design a contare, tantomeno le performance brutali, ma ci sono da fare moltissime valutazioni in merito all'ergonomia, all'autonomia e alla maturità del sistema operativo e del software che permette di gestire la macchina. Cercheremo di fare del nostro meglio per non tralasciare nulla prima di giungere al verdetto finale che, ve lo diciamo da subito, non vi stupirà e, anzi, vi renderà ancora più difficile fare una scelta univoca e completamente razionale in merito al device da comprare. Sono troppi i fattori che entrano in gioco in fase di acquisto e il nostro obiettivo è di essere per voi un aiuto nel comprendere davvero fino in fondo di cosa avete bisogno e se e quanto Legion Go può rispondere a queste vostre esigenze.
E ora seguiteci, che la strada è lunga.
Caratteristiche tecniche
Il cuore del Legion Go di Lenovo è rappresentato dal System on Chip Ryzen Z1 Extreme, una delle più recenti aggiunte nell'enorme libreria hardware di AMD, specificatamente disegnato per potenziare device di dimensioni ridotte e con specifiche esigenze di consumo, come nel caso specifico dei PC tascabili. A titolo informativo, si tratta dello stesso SoC che è alla base anche di ROG Ally di ASUS. Per quanto riguarda la parte dedita alle operazioni di calcolo, il processore si basa su architettura Zen 4 ed è composto da otto core fisici capaci di lavorare con sedici thread logici con una frequenza massima di 5.1 GHz. Lo Z1 basa gran parte della sua ragione di esistere proprio in questa sua unica capacità di offrire prestazioni in gioco particolarmente elevate, mantenendo però le richieste energetiche il più basse possibili visto che un dispositivo portatile dovrà costantemente fare i conti con l'autonomia offerta dalla sua batteria. Per questo motivo il suo range di esercizio spazia da un minimo di 9 watt ad un massimo di 30 watt per quello che concerne il TDP a cui poi vanno aggiunti i consumi delle altre componenti. Tra l'altro le soluzioni di raffreddamento utilizzate da Lenovo consentono di sfruttare proprio l'intero arco di lavoro dello Z1 Extreme a differenza dei 25 watt massimi a cui può accedere ROG Ally.
Sul fronte video invece, il SoC è basato sull'architettura RDNA 3 con 12 compute unit sbloccate e direttamente utilizzabili dalle applicazioni con un limite teorico di 8,6 TeraFLOPS di potenza bruta nel rendering. Il supporto all'FSR è quindi garantito e perfettamente implementato e, a livello teorico sarebbe possibile anche spingersi fino alla versione 3, beta permettendo, e tenendo conto di frame rate talvolta troppo bassi per consentire l'adeguata applicazione di questa soluzione di upscaling.
Passando alla memoria, troviamo montati a bordo 16 GB di LPDDR5X che viaggiano alla velocità di 7500 MHz (un importante salto in avanti rispetto alla RAM da 6400 MHz installata sul concorrente di ASUS) mentre per quello che concerne lo storage, è presente un SSD di tipo M.2 2242 su interfaccia PCIe 4.0 che, nell'unico modello distribuito in Italia, ha una capacità di 512 GB.
Anche sul fronte della connettività, Legion Go cerca di seminare il suo concorrente più diretto implementando WiFi 6E, Bluetooth 5.1 e, soprattutto, 2 porte USB 4 Type-C, una superiore e una inferiore con supporto completo a DisplayPort 1.4 e Power Delivery 3.0 così da consentire, ad esempio, l'uso simultaneo di monitor e caricabatterie senza dover necessariamente utilizzare un dock multiporta. E non è da trascurare neanche il fatto che l'USB inferiore permette di tenere in carica il device anche mentre è riposto nella sua custodia ufficiale, grazie ad una piccola apertura a strappo dedicata a questa funzione. A completare la dotazione di porte, troviamo l'attacco da 3,5mm per cuffie e auricolari e uno slot microSD per inserire eventuali schede aggiuntive di memoria, magari per un upgrade temporaneo dello storage.
Passando all'argomento batteria, Legion Go monta 2 celle da 49,2 Wattora complessivi, un aumento di quasi il 25% rispetto a quella installata dentro ROG Ally (d'altra parte le dimensioni massicce del Go hanno permesso a Lenovo di strafare anche in questo ambito) e all'interno della nutrita confezione di vendita troviamo, insieme ad una pratica e robusta custodia, un alimentatore USB-C da 65 Watt capace di riempire completamente il serbatoio dell'handheld in circa 80 minuti a patto che, ovviamente, non si stia contemporaneamente anche giocando. Approfondiremo l'argomento in un paragrafo che troverete più avanti ma, sul fronte dell'autonomia, vi vogliamo già accennare che quel 25% in più di batteria non si traduce nel 25% in più di autonomia nel confronto con ROG Ally ma anzi, nella migliore della ipotesi, ci siamo ritrovati tra le mani un device che ha la stessa autonomia del concorrente di ASUS. D'altra parte tenere alimentato già soltanto l'enorme schermo vuol dire moltissimo in termini di consumo energetico.
Scheda tecnica Lenovo Legion Go
- System on Chip: AMD Ryzen Z1 Extreme con 8 core e 16 Thread @5.1 GHz, architettura Zen 4 e TDP 9 - 30 Watt
- GPU: Architettura RDNA 3 con 4 GB di RAM, 12 compute unit e 8.6 TeraFLOPS @2.7 GHz
- Display:
- 8,8 pollici IPS touch a 10 punti
- Risoluzione QHD+ (2560 x 1600)
- Rapporto d'aspetto 16:10
- Refresh rate 144 Hz
- Luminosità 500 nits
- Copertura colore sRGB e DCI-P3 superiore al 100%
- FreeSync Premium e copertura Gorilla Glass Victus con rivestimento DXC
- Memoria: 16 GB LPDDR5 @7500 MHz
- Storage: 512 GB M.2 NVMe PCIe 4.0 + Slot Micro SD
- Audio:
- 2x altoparlanti da 2 Watt
- Microfono a due canali
- Connettività: WiFi 6E (802.11ax) + Bluetooth v5.1
- Porte:
- 2x USB 4 Type-C con DisplayPort 1.4 e Power Delivery 3.0
- 1x mini jack da 3,5 mm
- Batteria: 49,2 Wh con caricatore da 65 Watt; 900 mAh per ogni controller
- Dimensioni:
- Con controller: 29,88 x 13,10 x 4,07 cm
- Senza controller: 21,00 x 13,10 x 2,01 cm
- Peso:
- Con controller: 854g
- Senza controller: 640g
- Prezzo: 799€
- Uscita: 31 ottobre 2023
Display
Sarebbe impossibile non dedicare un intero paragrafo a quello che è il biglietto da visita principale del Legion Go, nonché l'elemento che meglio rappresenta l'indubbio valore del PC handheld creato da Lenovo: il suo incredibile display.
Segnando un importantissimo passo in avanti rispetto a tutto il resto della concorrenza commerciale sul mercato, il Go monta un enorme schermo touch a 10 punti da 8,8 pollici: uno schermo davvero gigantesco che, probabilmente, è fin troppo sovradimensionato rispetto alle reali capacità e potenza della macchina. Il pannello ha infatti una risoluzione nativa QHD+ da 2560 x 1600 punti con un refresh rate da 144 Hz. Specifiche davvero incredibili che, chiaramente, possono essere ridotte in base all'uso e in funzione del reale output delle applicazioni e dei giochi utilizzati: mantenendo infatti il fattore di forma nativo 16:10 dello schermo è possibile scendere ad un 1920 x 1200 (che è poi il perfetto sweet spot del Go) oppure fino ad un 1280 x 800 (che però perde moltissimo in nitidezza), agendo anche sul refresh rate che può essere ribassato a 60 Hz.
La luminosità dichiarata è di 500 nits mentre la copertura di colore, testata, è superiore al 100% sia in sRGB che in DCI-P3.
Insomma se c'è un elemento su cui davvero è impossibile criticare il Legion Go è proprio il suo schermo che oltre a garantire immagini ad altissima risoluzione, nitide e con un'eccezionale gamut dei colori, ha anche un'eccellente granularità di opzioni per la sua configurazione. È quindi un peccato che il suo potenziale, quel 1600p a 144 Hz sbandierato nelle specifiche, sia di fatto inutilizzabile in condizioni di uso reali se si escludono una manciata di piccoli titoli indipendenti poco esigenti o la pletora di applicazioni statiche utilizzabili in Windows 11. Aggiungiamo anche un dettaglio che potrebbe risultare molto importante per quei giocatori maggiormente attenti agli aspetti tecnici: il pannello di Legion Go, a differenza di quello montato in ROG Ally, non supporta il VRR ed è un pannello con visualizzazione nativa verticale, in linea con quanto visto su Steam Deck ad esempio, e nuovamente in antitesi con quello presente su Ally. Nella concreta esperienza d'uso questi 2 fattori non incidono in alcun modo, ma per alcuni casi molto specifici potrebbero generare problemi di visualizzazione.
Design
Il design del Legion Go è frutto di un interessante approccio funzionale messo in campo da Lenovo non soltanto per distinguere questa macchina dai suoi concorrenti diretti, ROG Ally in primis con cui condivide buona parte della componentistica interna, ma anche per soddisfare le esigenze del più ampio ventaglio possibile di giocatori appassionati o comunque intenzionati a comprare un handheld. Questa scelta di progettazione si traduce in un dispositivo decisamente più grande rispetto ai suoi concorrenti, con dimensioni che sfiorano i 30 cm di lunghezza e i 4 di spessore con un peso che raggiunge gli 854 grammi, arrivando praticamente ad un passo dagli ultrabook più prestigiosi disponibili sul mercato.
È però inutile girarci intorno parlando di display, dimensioni o estetica: il vero elemento distintivo del Legion Go è rappresentato dai 2 controller staccabili, che fanno il verso ai Joy-Con di Nintendo Switch. Questa caratteristica non solo aumenta enormemente la versatilità del dispositivo, consentendo diverse modalità di gioco, ma conferisce al Legion Go un aspetto unico nell'ormai vasto panorama dei PC tascabili. I 2 pad sganciabili sono progettati ovviamente per funzionare in modalità wireless e per offrire un'esperienza di gioco che punta a rimanere confortevole anche per chi non è abituato a giocare con le mani "separate"; inoltre gli analogici, che presentano un anello LED configurabile, sfruttano l'Hall Effect per eliminare il rischio di drifting e ridurre al massimo le zone morte.
Il controller destro del Legion Go inoltre, include un piccolo trackpad che, pur non raggiungendo la velocità e la precisione di quelli presenti su Steam Deck, può essere particolarmente utile per chi naviga molto all'interno di Windows o preferisce muoversi nei menu dei giochi simulando l'uso di un mouse. E sempre questo pad può essere utilizzato, spostando una piccola leva presente nella zona inferiore, nella cosiddetta modalità FPS: agganciandolo tramite un collegamento magnetico a un anello in plastica incluso nella confezione, è possibile utilizzarlo come se fosse una sorta di mouse ad impugnatura verticale, di fatto strusciandolo su una superficie d'appoggio e utilizzando i pulsanti frontali a mo' di grilletti per simulare proprio i tasti della classica periferica per PC. C'è persino una piccola rotella adatta allo scrolling ma, ve lo diciamo fin da subito, pur apprezzando moltissimo questa incredibile versatilità del Go ricercata a fondo da Lenovo, tutte queste piccole "aggiunte" ci sono sembrate più dei gimmick utili alla comunicazione, risultando davvero scomodi e poco intuitivi nell'uso reale. Ma ne parleremo più a fondo nel paragrafo dedicato all'esperienza d'uso.
Perfettamente in tandem con i controller che possono essere separati dal corpo centrale della macchina, c'è l'eccezionale kickstand che occupa una porzione generosa del retro della macchina. Si tratta di un piedistallo, anche questo in linea con quanto è possibile trovare su Switch OLED, che può essere aperto alla bisogna per mantenere poggiato su una superficie il Go quando non lo si vuole tenere in mano e risulta particolarmente utile non solo quando si gioca con i pad sganciati, ma anche nel caso in cui si voglia utilizzare l'handheld come un tablet magari affiancato a mouse e tastiera esterni o, più semplicemente, se si è a bordo di un qualche mezzo di trasporto e si vuole semplicemente vedere una serie su Netflix o un video su YouTube. Non smetteremo mai di elogiare questo kickstand per l'eccellente qualità costruttiva e per l'ottimo meccanismo di frizione che permette di posizionarlo con un ampio ventaglio di gradi con la massima stabilità e nonostante il grande peso del Legion Go.
Test sintetici
Come di consueto, i nostri test si aprono con una raccolta di benchmark sintetici, particolarmente utili per verificare la stabilità della macchina e il suo potenziale teorico. Prima di scendere nei dettagli dei benchmark, è opportuno fare la solita manciata di precisazioni.
Abbiamo scelto di eseguire i test con Legion Go non alimentato alla rete elettrica così da avere contezza delle sue prestazioni in mobilità. Il device, esattamente come capita con ROG Ally, accede infatti a un piccolo boost energetico con il preset più spinto perché, quando collegato a una spina elettrica, si sblocca il TDP massimo dello Z1 Extreme di AMD. Questo scenario d'uso è però molto particolare e poco rappresentativo dell'utilizzo tipico del device a nostro parere, ma sarà nostra premura approfondire in futuro le eventuali performance maggiorate.
Partiamo quindi dalla tripletta di benchmark di 3DMark utilizzando i 3 preset energetici del Legion Go. I numeri sono buoni e in linea con le nostre aspettative relative al SoC di AMD anche se tutti tarati verso il basso in modo sensibile. Questo è particolarmente evidente nel confronto con ROG Ally che abbiamo effettuato utilizzando la modalità bilanciata, quella di mezzo, per entrambe le machine. Il posizionamento inferiore di Legion Go è tutto da attribuire, a nostro parere, all'immaturità dei driver di Lenovo e del suo software proprietario che gestisce consumi e performance del SoC. Questa cosa è infatti particolarmente evidente in questa tipologia di benchmark che mettono sotto pressione l'hardware simulando situazioni in cui il rendering è particolarmente spinto. La mancanza di ottimizzazione del sistema pesa molto negli stress test che abbiamo effettuato e che non sono mai stati passati a causa, probabilmente, di un'errata dinamica di gestione delle temperature e delle frequenze che comportano frame rate molto altalenanti. Già con PCMark, che è più aderente all'effettivo utilizzo del prodotto, le differenze tra ROG Ally e Legion Go si assottigliano e siamo assolutamente convinti che nell'arco di un paio di trimestri la situazione potrebbe addirittura invertirsi proprio a causa dell'aumentata capacità di dissipazione del device Lenovo rispetto a quello ASUS.
Test in gioco
Le conclusioni relative ai benchmark sintetici scritte poco sopra, sono parzialmente valide anche nel momento in cui Legion Go viene messo sotto torchio con il gameplay e i test relativi ai videogiochi.
In termini assoluti l'handheld di Lenovo è capace di restituire una fluidità di gioco assolutamente piacevole muovendosi agilmente tra i 30 e i 60 FPS a seconda dei titoli presi in esame e, chiaramente, alternandosi tra la modalità energetica bilanciata e quella performance. Chiaro che nel momento in cui si parla di piccoli titoli indipendenti o comunque videogiochi poco esosi da un punto di vista tecnico, la velocità di rendering schizza verso l'alto rendendo possibile sfruttare fino a fondo l'incredibile display sia sul fronte della risoluzione che del refresh rate. In condizioni di uso normali invece, quasi dispiace dover ripiegare costantemente sul 1200p a 60 FPS per avere le performance ideali perché salire più in alto è assolutamente inutile se non addirittura controproducente. Effettuando un confronto diretto con ROG Ally, è evidente come lo stato dei driver e del software pesi ancora una volta su Legion Go che paga lo scotto di essere arrivato più tardi sul mercato e di aver quindi avuto meno tempo a disposizione per le rifiniture legate al feedback dei giocatori. E poi bisogna sempre tenere in forte considerazione la differente risoluzione utilizzata nativamente dalle 2 macchine: l'handheld di ASUS ha uno schermo con fattore di forma 16:9 e utilizza quindi il 1080p mentre la macchina Lenovo, utilizzando un rapporto 16:10, sale a 1200p e deve quindi fare i conti con un numero maggiore di pixel da renderizzare in ogni frame.
Autonomia
Legion Go alimenta tutta la sua componentistica interna tramite una batteria da 49,2 Wattora che rappresenta un interessante primato nella categoria degli handheld.
Come sempre capita con i PC portatili e più con la neonata categoria dei tascabili, la durata concreta della batteria è però legata a un numero enorme di variabili che entrano in gioco e non è quindi mai così semplice restituire valori certi e abbastanza ripetibili in fase di testing. Basti già considerare che anche soltanto l'update costante dei driver e del firmware di una macchina come il Go può avere enormi ripercussioni sui consumi concreti.
Cercheremo quindi di offrire delle stime dell'autonomia di questa macchina suddividendo in tre scenari ipotetici le sue condizioni d'uso e partendo da alcuni prerequisiti: una risoluzione impostata a 1200p, quella di mezzo per intenderci, il refresh rate bloccato a 60 Hz, la luminosità dello schermo al 50% e gli speaker audio disattivati. Il tutto impostando il preset Bilanciato.
Innanzitutto partiamo dal gaming più spinto: giocando a titoli che possono annoverarsi del fregio di Tripla A ad alte richieste hardware, Legion Go riesce a superare agilmente l'importante traguardo dell'ora di autonomia, avvicinandosi molto spesso ai 90 minuti. Di più è praticamente impossibile, a meno che non si spinga ulteriormente verso il basso la risoluzione e il frame rate visto che utilizzare il preset Silenzioso è una opzione non perseguibile a causa della castrazione eccessiva del SoC. Passare alla modalità Performance riduce di circa un terzo questa autonomia, talvolta avvicinandosi pericolosamente alla metà della durata della batteria.
Passando invece ai titoli indipendenti o comunque a produzioni singola e doppia A dove la componente tecnica è secondaria o, addirittura spingendosi verso il cloud gaming e il retrogaming, Legion Go si muove tra le 3 e le 4 ore di autonomia. Chiaramente questa tipologia di videogiochi permette in moltissime situazioni di bloccare gli FPS a 30 senza delle reali conseguenze sulla giocabilità o, addirittura, di sfruttare il preset Silenzioso a bassissimo consumo senza che ci siano ripercussioni sulla fluidità e sull'esperienza di gioco (pensiamo ad esempio a tutte le avventure grafiche, i puzzle game o le visual novel).
Infine c'è lo scenario di utilizzo in modalità tablet o comunque da PC portatile: ad esempio per navigare, fare un minimo di lavoro d'ufficio o dedicarsi esclusivamente alla visione di film, serie e video sulle varie piattaforme di streaming e YouTube. Dando per scontato che sia necessario mantenere sempre attivo il WiFi, nelle nostre svariate prove d'uso non abbiamo faticato a raggiungere e superare le 5 ore di autonomia stando bene attenti, anche in questo caso, a non impostare la massima risoluzione e refresh rate supportati dal display e sfruttando il preset Silenzioso. Possiamo dire di essere rimasti soddisfatti da questa autonomia? È davvero molto complesso rispondere con un semplice sì o no, soprattutto quando nel mezzo della discussione si infila il concorrente diretto del Go: ROG Ally. In molti si sarebbero infatti aspettati un aumento prossimo al 25% dell'autonomia del prodotto di Lenovo rispetto a quello di ASUS, tenendo in considerazione la semplice differenza di capienza della batterie montate nei 2 device: 40 Wh da una parte e 49,2 Wh dall'altro. Ma, come già detto e ripetuto più volte: la questione dell'autonomia è un dato che non ha praticamente nulla di davvero oggettivo. Innanzitutto il Go ha uno schermo enormemente più grande e, di base con una risoluzione e un frame rate maggiori da dover nutrire. C'è poi una ventola che deve essere tenuta in movimento per la dissipazione e poi c'è la questione dello Z1 Extreme che, almeno sulla carta, dovrebbe consumare 5 Watt in meno nel suo preset massimo sul device di ASUS rispetto ai 30 Watt completamente sbloccati sull'handheld di Lenovo.
Ma non si può neanche trascurare la questione dell'ottimizzazione driver e software che vede il prodotto di ASUS in vantaggio di almeno 6 mesi rispetto al Legion Go e questo si traduce molto facilmente in una peggiore ottimizzazione dell'hardware di Lenovo che abbiamo riscontrato, difatti, anche nei vari benchmark e test videoludici.
In concreto però non ci sentiamo neanche di criticare aspramente Legion Go per questa autonomia che, a tratti, risulta essere persino inferiore rispetto a quella di ROG Ally (e non vogliamo inserire nel confronto Steam Deck per ovvi motivi di performance e caratteristiche tecniche): i valori concreti che abbiamo registrato sono comunque adatti al tipo di esperienza che il prodotto di Lenovo vuole offrire e anche se avere una maggiore autonomia sarebbe il sogno di tutti, giocare con un device così grande, sostanzioso e con un display così d'impatto, costringe necessariamente noi giocatori ad alcuni compromessi.
Rumorosità e temperature
Spendiamo qualche parola anche in merito all'aspetto termico di Legion Go riferendoci, di conseguenza, anche alla sua rumorosità.
Parlando di pure sensazioni tattili, il corpo macchina è in grado di rimanere sempre estremamente confortevole e fresco sia nella zona dello schermo che, soprattutto, dove le nostre mani passano la maggior parte del tempo: nei controller. Gran parte del calore si accumula ovviamente nella parte superiore dove ci sono le feritoie per lo sfogo dell'aria calda e in alcune zone posteriori che sono probabilmente quelle più a contatto con gli heatpipe che irradiano il SoC e le memorie.
Entrando invece nel dettaglio delle temperature raggiunte dal System On Chip, abbiamo registrato delle punte massime di 78 gradi centigradi con il Legion Go in modalità Performance e sotto carica quindi al picco della sua produzione di calore. Togliendo di mezzo l'alimentazione elettrica siamo rimasti sempre intorno ai 74 gradi di temperatura per scendere poi a 68 gradi impostando il preset Bilanciato. Eccellenti i risultati al di fuori del gaming, durante l'uso di Windows con il preset Silenzioso che ci ha permesso di non superare praticamente mai i 40 gradi e di rimanere anzi sempre intorno ai 37° centigradi di temperatura.
Questi ottimi risultati comportano chiaramente un rovescio della medaglia: Legion Go adotta un design di dissipazione estremamente più ingombrante, potente ed efficiente di quello visto all'interno di ROG Ally e, in testa a questa scelta ingegneristica troviamo l'adozione di una ventola che non offre alcuna modalità silenziosa a 0 RPM. L'aerazione è infatti sempre attiva, anche con il preset meno esoso e mentre la macchina è completamente in idle, generando circa 32 decibel di rumore: un leggero sibilo che è comunque sempre ben percepibile se ci troviamo all'interno di ambienti con poco rumore di fondo.
La situazione diventa però estremamente più fastidiosa non appena la macchina flette i muscoli e decidiamo di entrare in gioco: vuoi che si imposti il preset Bilanciato o quello Performance, Legion Go fa girare a grandissima potenza la sua ventola per raggiungere le temperature di cui sopra e il rumore non scende mai al di sotto dei 45 decibel con una media effettiva di esercizio molto vicina ai 48 decibel, in linea con tutti quei laptop da gaming che si fanno ben sentire durante l'uso.
E anche qui vale un po' lo stesso discorso fatto per l'autonomia: ci sarebbe probabilmente piaciuto avere una macchina più silenziosa anche in funzione delle sue dimensioni che dovrebbero consentire una migliore dissipazione, ma è difficile contestare le scelte ingegneristiche e di design messe in campo da Lenovo che ci hanno permesso di avere tra le mani un device con temperature d'esercizio decisamente basse, una grandissima stabilità nelle performance e, soprattutto, nessun problema dovuto al surriscaldamento.
Come invece hanno sperimentato i più sfortunati tra gli early adopter di ROG Ally.
Esperienza d'uso
Dopo le numerosissime parole che abbiamo speso in questa recensione, rimane ancora da discutere maggiormente nel dettaglio di 2 aspetti cruciali relativi all'esperienza d'uso di Legion Go: la sua ergonomia e il software che lo gestisce.
Partiamo dalla prima con alcune evidenze indiscutibili: la macchina di Lenovo è imponente, massiccia, ha uno schermo enorme, pesa molto ed è trasportabile, tascabile e maneggevole praticamente solo nella sua terminologia. Allo stesso tempo però, ha una versatilità che semplicemente non è possibile trovare in tutti gli altri concorrenti e offre uno schermo che, da solo, vale gli 800€ necessari a portarsi a casa questo ben di dio. Capire quindi se fa al caso vostro è necessariamente una questione di gusti in funzione del reale utilizzo che ne farete: è chiaro che se si vuole avere tra le mani un prodotto più maneggevole, leggero e portatile, ROG Ally vince a mani basse, ma se si vuole il meglio del meglio per giocare mentre si è seduti da qualche parte o, addirittura poggiati su un tavolo, Legion Go non ha avversari degni di nota.
I problemi in merito all'ergonomia sono in realtà da trovare in altri elementi, in primis i due controller che presentano un quantitativo davvero enorme di pulsanti e sistemi di input, e non sempre di più è meglio, anzi. E poi tutta la gestione dello sgancio e del riaggancio risulta molto meno intuitiva di quello che ci saremmo aspettati e richiede un bel po' di pratica e di prove a vuoto prima di venire concretamente interiorizzato dal giocatore. Un discorso similare ci sentiamo di dirlo anche per la modalità FPS del pad destro che, insieme al trackpad, sono frutto di questa volontà di Lenovo di offrire un po' di tutto senza però che nessuna di queste modalità di input sia davvero ben riuscita e ottimizzata e, ad esempio, il pessimo posizionamento della ghiera che simula la rotella del mouse evidenzia questo deficit di design.
Passando invece alla questione software, il discorso si fa ancora più semplice ed è perfettamente paragonabile a quanto abbiamo già detto in occasione della recensione di ROG Ally. Legion Go è chiaramente un cantiere aperto e deve buona parte dei suoi pro e dei suoi contro in termini di esperienza d'uso al fatto che si poggi su Windows 11.
Se quindi apprezziamo lo sforzo che Lenovo sta compiendo con costanza (durante i 2 mesi in cui abbiamo avuto tra le mani Legion Go ci siamo ritrovati a installare almeno una decina di update a livello firmware e software), non possiamo negare che c'è ancora una lunga strada da compiere sia sul fronte delle ottimizzazioni driver, che per quello che concerne la pulizia e il funzionamento di Legion Space, il software proprietario che permette di gestire la macchina e la libreria videoludica. Basti pensare alla pessima traduzione in italiano che è ancora oggi presente. Allo stesso tempo fare i conti con Windows 11 significa poter utilizzare il Go come fosse un normalissimo PC installando qualsiasi cosa ci viene in mente, ma contemporaneamente sbatteremo la testa con i problemi impliciti al sistema operativo di Microsoft e a quella mancanza di focus nei confronti di un'esperienza handheld che abbiamo denunciato in molteplici occasioni.
Conclusioni
Multiplayer.it
8.0
Non è assolutamente un caso che il verdetto finale del Legion Go ci porti ad attribuirgli lo stesso identico voto assegnato al suo concorrente più diretto, ROG Ally. Le 2 macchine si posizionano infatti sul mercato in modo estremamente distinto pur appartenendo allo stesso, identico settore, quello dei PC handheld. Anche il device di Lenovo è vittima di alcuni errori di gioventù che si manifestano in tutto quello che concerne l'ottimizzazione e la pulizia di driver e software, e anche questa macchina si fa forte di una qualità costruttiva e di una potenza prestazionale che sono semplicemente eccezionali. E nel mezzo ci si infila anche una leva prezzo che tiene quasi sovrapposte le 2 offerte di prodotto se non fosse per la continua proposta di sconti e promozioni che colpiscono ormai da tempo Ally. La scelta è quindi in mano all'utilizzatore finale: se l'obiettivo è avere il prodotto più possente, versatile, pieno zeppo di feature, capace di offrire molteplici modalità di utilizzo e forte di un display di pura eccellenza, allora la scelta non può che ricadere sul Legion Go. Se invece ciò che conta è avere tra le mani qualcosa di comodo, leggero e maggiormente portatile, allora è meglio guardare altrove.
PRO
- Versatile, flessibile e utilizzabile in molteplici modalità
- Il display è eccellente
- Le performance sono ottime
CONTRO
- È pesante e poco maneggevole
- Il software e i driver necessitano ancora di un lungo lavoro di ottimizzazione e pulizia
- Il meccanismo di sgancio dei controller non è comodo