Anche se il passato ci ha abituati a concorrenze agguerrite tra titoli diversi dedicati allo stesso sport, l'epoca attuale ci mette invece sempre più di fronte a ben poche alternative per gli appassionati delle varie discipline, probabilmente a causa di una generica propensione ridotta a correre rischi in tempi d'instabilità economica. In un'ottica del genere, la serie MLB The Show rappresenta l'unica certezza per chi ama il baseball, graniticamente presente anche quest'anno grazie all'appuntamento con la recensione di MLB The Show 19 a pochi giorni dall'inizio della stagione. Mentre il fascino del basket americano è ormai da tempo consolidato anche dalle nostre parti insieme a quello del football (quantomeno in occasione del Super Bowl), quello del baseball è uno spettacolo che in Italia facciamo ancora fatica ad apprezzare a dovere, anche se possiamo comunque contare diversi appassionati di questo sport. In America il discorso è completamente diverso: le partite di baseball riescono a fare il pieno di pubblico, facendo leva su un'atmosfera che ormai da anni viene riprodotta in forma digitale da parte del San Diego Studio di Sony, che per ovvie ragioni ha portato anche stavolta MLB The Show 19 in esclusiva su PlayStation 4. Dopo una settimana trascorsa a lanciare e battere palle, ecco il nostro verdetto.
Le modalità
Rinnovare una serie sportiva di successo per renderla ogni anno appetibile per il suo seguito di appassionati non è un compito semplice. Non fa eccezione MLB The Show 19, per il quale comunque in termini di modalità possiamo contare su qualche novità, anche se nel caso di quelle più corpose si tratta prevalentemente di piccole modifiche. Tra le new entry spicca la cosiddetta March to October, una specie di modalità stagione in versione ridotta, concentrata sull'esito di alcuni momenti chiave disseminati attraverso la lunghissima serie di partite che compongono la stagione (ce ne sono in totale 162). Si tratta di un'aggiunta dedicata soprattutto a chi non ha tanto tempo da investire nel gioco ma vuole comunque arrivare fino in fondo al campionato, ma anche di un buon modo per spezzare da eventuali impegni più importanti all'interno dello stesso gioco. Le situazioni che ci vengono proposte sono di vario tipo: c'è per esempio la partita dove siamo chiamati a ribaltare un risultato sfavorevole, oppure quella in cui ci troviamo nei panni del closer per portare a casa la vittoria. Il successo ci permette di fare in modo che la nostra squadra possa ottenere risultati positivi nelle partite simulate, proseguendo così fino al prossimo momento chiave.
Ugualmente interessante sulla carta ma un po' meno riuscita in termini di presentazione è la modalità Moments, grazie alla quale possiamo rivivere attimi di storia del baseball attraverso i protagonisti che li hanno scritti, come la storica vittoria dei Chicago Cubs nel 2016 o le gesta del leggendario Babe Ruth. Rispetto a March to October, Moments appare tuttavia un po' meno indovinata soprattutto a causa di un tipo di presentazione non sempre adeguato al contesto storico, che ci viene presentato nel caso delle partite più vecchie attraverso un filtro in bianco e nero applicato su quelli che sono invece gli stadi moderni. Ci sono poi le modalità già note, a partire dalla Road to the Show che prova ad avvicinarsi alle carriere romanzate viste in altri giochi sportivi. In questo caso la scelta degli sviluppatori è stata quella di arricchire il giocatore in erba con nuovi tratti distintivi, dando al giocatore una maggiore possibilità di personalizzazione sia nello stile di gioco, sia nel carattere del proprio personaggio. Sono inoltre stati inclusi alcuni minigiochi esterni al diamante, grazie ai quali l'esperienza diventa un po' più varia nel complesso. Praticamente immutata invece la modalità Franchise al netto di alcune modifiche nella gestione contrattuale della squadra, mentre continua a essere presente Diamond Dinasty, l'Ultimate Team di MLB The Show che si dimostra abbastanza generoso in termini di ricompense pur facendo anch'esso leva sulle microtransazioni.
Trofei PlayStation 4
Il diamante di MLB The Show 19 viene accompagnato sulle nostre console da un totale di ventitre Trofei. Al solito Platino, ottenibile sbloccando tutti gli altri, se ne affiancano sette di tipo Oro, sette Argento e otto Bronzo. Per ottenerli tutti bisogna prevalentemente distinguersi con prestazioni particolari in campo, fino a fare della pazienza una virtù completando una partita senza saltare nessuna delle presentazioni proposte.
Il gameplay
Le parole spese all'inizio del precedente paragrafo valgono ovviamente anche per quelle che sono le dinamiche di MLB The Show 19 una volta scesi in campo. Forte di quello che è ormai un considerevole numero di anni di vita, la fatica di San Diego Studio può infatti contare su un livello di pulizia già ottimale, sul quale di anno in anno il team di sviluppo riesce comunque a intervenire migliorando qualcosa. Trovare una rivoluzione nel gameplay è anche quest'anno impossibile, ma è altrettanto impossibile non rendersi conto dei passi in avanti fatti nella gestione dei giocatori nella fase difensiva, per i giochi di baseball storicamente sottotono rispetto a quella offensiva di battuta. L'intelligenza artificiale dei difensori permette loro di prendere posizione in modo più realistico, col conforto di nuove animazioni che rendono i loro movimenti più fluidi, sebbene di tanto in tanto sia ancora possibile individuare qualche momento d'incertezza. L'abilità in difesa del singolo giocatore svolge adesso un ruolo fondamentale per le possibilità di posizionarsi correttamente per ricevere palle dalla traiettoria più complicata, fermo restando la possibilità per il giocatore di sopperire con la propria esperienza di gioco a eventuali mancanze del difensore controllato. Per il resto, chi è familiare con la serie troverà ad aspettarlo le dinamiche già viste un anno fa, in generale rifinite laddove esse necessitavano di qualche piccolo intervento. Resta ancora possibile scegliere tra diversi tipi di lancio e battuta, in modo da ritagliare sulle proprie preferenze tutta l'esperienza di gioco di MLB The Show 19.
Grafica e sonoro
Dal punto di vista tecnico MLB The Show 19 appare come uno dei titoli sportivi di maggiore impatto, portando in alcuni casi chi si trova davanti allo schermo a chiedersi se sia un videogioco o la realtà. Il colpo d'occhio offerto da alcuni stadi è assolutamente notevole, così come il livello d'impegno speso dagli sviluppatori per rappresentare a dovere i luoghi sacri dove si svolge il "ball game". La presenza delle già citate nuove animazioni concorre a rendere tutto più realistico, insieme all'introduzione di alcune inquadrature che danno un taglio più televisivo all'azione di gioco. L'unico pelo nell'uovo del comparto grafico è rappresentato dalla qualità dei volti dei giocatori, un po' troppo altalenante nel suo passare da campioni dalle sembianze perfettamente riconoscibili a modelli che sarebbero invece potuti essere realizzati in modo migliore. Il trio di commentatori composto da Matt Vasgersian, Dan Plesac e Mark DeRosa è stato confermato anche per quest'anno, arricchendosi di alcune linee di dialogo che non fanno però scomparire del tutto i difetti rilevati un anno fa. Una gradita aggiunta è quella di Heidi Watney a bordocampo, soprattutto nel momento in cui ci viene a presentare i match nella modalità March to October.
Conclusioni
Squadra che vince non si cambia. Com'era lecito aspettarsi anche prima di questa recensione di MLB The Show 19, il gioco di baseball targato San Diego Studio continua a mettere mattoni su quella che è ormai da tempo una costruzione perfettamente solida. Le nuove modalità concorrono a dare respiro a quelle presenti da tempo, anche se la sensazione generale è che per l'anno prossimo si debba comunque provare a osare qualcosa di più per cercare di muovere acque rimaste per troppo tempo ferme. Si tratta comunque del miglior titolo in circolazione dedicato a questo sport, al quale va comunque reso merito per il saper mantenere alto il livello di qualità pur essendo (quasi) l'unico in circolazione.
PRO
- Due nuove modalità, anche se secondarie
- Migliorie tangibili alla fase difensiva
- Impatto grafico notevole
CONTRO
- Chi cerca una rivoluzione non la troverà qui
- Modalità Franchise senza evoluzione