Se avete letto la recensione di Prey pubblicata poco più di un anno fa su queste stesse pagine, ricorderete che per noi l'ultima fatica di Arkane Studios è stata un'ulteriore gemma dopo i primi due Dishonored. Nelle vesti di Morgan Yu abbiamo infatti vissuto un'avventura coinvolgente come poche, attraversando con ansia i corridoi dell'ex stazione spaziale Talos I per misurarci con le creature aliene conosciute con il nome di Typhon. Vecchi e nuovi nemici hanno adesso l'occasione di tornare all'opera in Prey: Mooncrash, contenuto aggiuntivo messo a disposizione da qualche giorno come espansione della versione base di Prey, che è dunque obbligatoria per calarsi in questa nuova (mini)storia. Tra conoscenze già note come Mimic e Spettri, gli sviluppatori hanno mostrato di avere tanta voglia di sperimentare: scopriamo insieme che cosa ha preparato nel nostro piatto il team di Lione.
L’ambientazione: tutti sulla Luna
Abbandonato il protagonista dell'avventura principale, Prey: Mooncrash ci mette nei panni di tale Peter, un hacker incaricato di capire che cosa sia successo sulla base Pytheas introdottaci con la presentazione avvenuta all'E3 2018. Il luogo in questione è una stazione lunare segreta di proprietà della TranStar, dalla quale si sono completamente interrotte tutte le comunicazioni. Sfruttando una tecnologia del tutto simile alla realtà virtuale, Peter deve ripercorrere gli ultimi attimi sulla Luna di cinque addetti ai lavori nella base Pytheas, per portare a termine il proprio compito e tornare così a casa dalla propria famiglia. Ci ritroviamo quindi a vivere non una sola storia, ma cinque trame parallele per approfondire gli eventi che hanno portato alla situazione di Prey: Mooncrash, seguendo inevitabilmente anche l'epilogo dedicato al suo protagonista. I personaggi da seguire nella realtà virtuale in cui si muove Peter sono ugualmente cinque: ognuno di essi è dotato di caratteristiche proprie, in grado d'influenzare lo stile di gioco che il giocatore deve adottare per riuscire ad andare avanti. Ogni personaggio ha inoltre degli obiettivi a esso dedicati, che lo portano quindi a muoversi all'interno della Pytheas verso aree d'interesse diverse da quelle degli altri. I nemici sono in larga parte vecchie conoscenze della versione base di Prey, compresi i "simpatici" Mimic sempre più impegnati a mimetizzarsi sotto forma di roccia o tazza. La novità Typhon è lo Squalo Lunare, una pericolosissima creatura in grado di muoversi sotto la dura superficie del satellite terrestre, letale per chiunque lo incontri e per questo motivo da evitare in ogni modo possibile.
Trofei PlayStation 4
Prey: Mooncrash porta con sé un totale di dieci nuovi Trofei, dei quali tre di tipo Argento e sette Bronzo. Sbloccare e completare la fuga con ognuno dei cinque personaggi coinvolti nella simulazione è ovviamente il punto da cui partire per ottenerli, ma per completare l'elenco degli obiettivi bisogna anche vedersela con uno Squalo Lunare.
Meccaniche di gioco roguelite
Come anticipato in occasione della nostra intervista a Ricardo Bare, lead director di Prey: Mooncrash, il contenuto aggiuntivo porta con sé tutta la capacità di sperimentare di cui sono in possesso i ragazzi di Arkane Studios. In particolare il DLC ci è stato descritto parlando di "obiettivi da completare e oggetti da recuperare diversi in ogni sessione di gioco", lasciandoci con la curiosità di sapere in che forma questo potesse essere possibile. Adesso che abbiamo messo le mani su Prey: Mooncrash, lo sappiamo: un mini-prologo ci presenta Peter e la sua dotazione, prima di calarci nei panni del primo degli impiegati della Pytheas, tale Andrius Alekna, impegnato a raggiungere la scialuppa di salvataggio che si trova sulla mappa. Un obiettivo abbastanza semplice, completabile nel giro di poche decine di minuti: da un lato questo serve ad acquisire (o riacquisire) familiarità con le dinamiche di gioco di Prey, ma soprattutto la fuga di Andrius ci offre la possibilità di riavviare la simulazione con un secondo personaggio, Joan Winslow, sbloccato proprio in seguito al successo della simulazione precedente. Ogni nuova "run" all'interno di Prey: Mooncrash va a cambiare alcuni dettagli, riposizionando per esempio alcuni nemici o portando schede magnetiche e altri oggetti in luoghi diversi della mappa, che dal canto suo è destinata a restare sempre uguale e piuttosto lineare. Man mano che riesce a portare a termine le simulazioni, il giocatore può decidere di partire con una dotazione potenziata rispetto a quella iniziale, che prevede per esempio solo una chiave inglese come arma. Oggetti trovati e azioni svolte durante ogni sessione concorrono infatti a dare una valuta al giocatore, che può così comprare pistole silenziate e altri gadget (tra i quali le nuove granate GLOO) per migliorare la propria qualità della vita all'interno di Pytheas. Eventuali Neuromod installate vengono portate da una sessione all'altra, permettendoci così di usare versioni potenziate degli stessi personaggi per riuscire nella fuga.
Gameplay, morire senza paura
Il completamento della storia di Prey: Mooncrash avviene quando Peter trova nella stessa "partita" il modo di scappare vivo dalla struttura alternando con successo tutti e cinque i protagonisti, senza far morire nessuno di essi. Qualora dovesse capitare il peggio non bisogna però disperarsi, perché la morte è parte integrante di Prey: Mooncrash come modo per ottenere i propri progressi. I Typhon presenti sulla stazione lunare non fanno di certo complimenti nell'attaccare, e dove non arrivano loro ci pensa l'intelligenza artificiale del gioco che lo rende sempre più difficile col passare del tempo. Nel caso in cui le cose dovessero mettersi male, abbiamo due possibilità: continuare nei panni di uno degli altri personaggi sbloccati e non ancora scappati, o riavviare la simulazione per ripartire dal suo inizio. Tra un tentativo e l'altro, possiamo migliorare la dotazione come descritto in precedenza, tornando quindi più forti e arrabbiati di prima in mezzo ai Typhon. È bene sapere che con l'arrivo di Prey: Mooncrash, Arkane Studios ha introdotto inoltre alcuni tipi di danni legati a parti del corpo ben precise del protagonista, importando questa modifica anche nel gioco base.
Una grafica con luci e ombre
In termini di grafica Prey: Mooncrash si comporta in modo simile alla versione base, confermando così la bontà di quanto visto nel gioco uscito nel 2017. Muoversi tra gli ambienti di Pytheas è piacevole e coinvolgente, tranne quando si tratta di tornare in gioco dopo essere morti o dopo aver riavviato una sessione: come il vecchio Prey, anche il suo DLC è infatti affetto da caricamenti troppo lunghi, in alcuni casi addirittura divisi in due parti mettendo la pazienza del giocatore a dura prova. Tutta da valutare resta invece la qualità della modalità multiplayer di Prey: Mooncrash, promessa dagli sviluppatori per l'estate inoltrata: comprando adesso il pacchetto, sarà possibile scaricare Typhon Hunter quando questo arriverà sulla piazza. Anche prima di allora, Prey: Mooncrash permette di godersi circa una decina d'ore aggiuntive, diverse da quelle necessarie per completare il gioco uscito nel 2017 ma comunque apprezzabili per il modo in cui questo DLC è stato realizzato con l'intenzione di sperimentare.
Conclusioni
PRO
- Sessioni mai uguali tra loro
- Dinamiche molto interessanti
- Il fascino di Prey è intatto
CONTRO
- Tempi lunghi di caricamento
- Modalità multiplayer non disponibile da subito