La nuova miniserie Marvel Studios in sei episodi appena conclusa su Disney+ dimostra inequivocabilmente che serve un momento di riflessione. Se ne sono accorte anche le alte sfere, e lo stesso Bob Iger, CEO riconfermato della Walt Disney Company, ha affermato che bisogna ridurre il carico sulle serie televisive e i film supereroistici. È chiaro che siamo arrivati alla saturazione e che non mancano le idee - come potrebbero, con decenni di storie a fumetti cui attingere? - ma la spinta creativa a portarle con successo sul piccolo o sul grande schermo.
Secret Invasion è un esempio lampante: sacrifica un cast stellare e una storia di partenza molto valida in qualche ora di inconcludente TV. Vi spieghiamo perché nella nostra recensione del finale di stagione di Secret Invasion, ricordandovi che il voto che troverete alla fine si riferisce alla miniserie nella sua interezza.
L'invasione non convince
Partiamo dal presupposto che Secret Invasion ha mantenuto quantomeno fede alla sua promessa iniziale e cioè quella di trasformare il crossover supereroistico pubblicato a fumetti tra il 2008 e il 2009 in una spy story più contenuta, tutta incentrata sul personaggio di Nick Fury, interpretato come sempre dall'ottimo Samuel L. Jackson. Il quale, peraltro, non è che ci avesse molto convinto nell'episodio pilota, salvo poi riprendersi tantissimo già nella seconda settimana e confermare le sue straordinarie doti recitative.
Tutto il cast, in realtà, è alla sua altezza. Secret Invasion schiera dei veri pezzi da novanta, a cominciare da Olivia Coleman, che interpreta Sonya Falsworth, forse il personaggio più divertente e diabolicamente affascinante della miniserie, ma anche Don Cheadle nei panni di un duplice James "War Machine" Rhodes, prima e dopo aver gettato la maschera, e il sempre bravissimo Ben Mendelsohn che torna a prestare un volto umano - in tutti i sensi - all'alieno Talos, conosciuto nel film Captain Marvel.
Le "new entry" sono altrettanto convincenti, specie nell'ultimo episodio. Il Gravik di Kingsley Ben-Adir, l'antagonista della serie TV senza controparte a fumetti, ha un grande carisma, sminuito purtroppo dal suo aspetto umano così comune - anche se intenzionale e motivato - e nei suoi monologhi carichi di minacciosa ambiguità, mentre Emilia Clark (la Daenerys Targaryen de Il Trono di Spade) interpreta Gi'ah, la figlia di Talos: spaesata e divisa, trasmette le emozioni più diverse con una certa convinzione, soprattutto nello scontro finale.
Questo, però, non dovrebbe far pensare che alla fine Secret Invasion si risolva con la solita super scazzottata in CGI come tante serie TV Marvel Studios, compresa la blasonata WandaVision. È una parentesi incastrata con intelligenza e misura in un montaggio ad alta tensione. Rispetto ai fumetti, in cui davvero tutto si riduceva a una mega battaglia tra superumani e Skrull, come dicevamo, Secret Invasion trova una dimensione tutta sua. È merito anche della regia di Ali Selim che, pur senza particolari acuti, dirige ogni episodio dall'inizio alla fine, mantenendo una coerenza narrativa e stilistica che azzecca l'atmosfera thriller, grazie anche alle musiche incalzanti di Kris Bowers.
Purtroppo, però, non basta. I sei episodi che costituiscono la miniserie si lasciano guardare, tessendo una trama molto più lineare e dimenticabile del previsto, eccezion fatta per i due colpi di scena clou che hanno contrassegnato la serie. Per assurdo, e forse sta tutto qui il controsenso di Secret Invasion, sarà la prima morte a restare impressa nel fan del Marvel Cinematic Universe che arriva alla miniserie dopo oltre dieci anni di storie e personaggi. L'altra non ha e non avrebbe mai potuto avere le stesse ripercussioni perché parliamo di un personaggio comparso soltanto in un film rispetto a un altro che è già apparso non solo in svariate pellicole, ma addirittura in quelle più iconiche.
Il problema della miniserie è esattamente questo. Il crossover a fumetti metteva in discussione personaggi amatissimi, che si scoprivano essere stati sostituiti dagli Skrull e che spingevano il lettore a riflettere sui loro comportamenti negli albi passati. Era come un grande gioco in cui si sfidava il fan più attento a scovare nelle storie a fumetti i dettagli che potevano tradire i sosia infiltrati. Nella miniserie ciò non accade e l'intrattenimento è molto più passivo con rivelazioni che addirittura indeboliscono il ruolo di alcuni personaggi nelle pellicole incriminate.
Secret Invasion - che è anche il prequel di The Marvels, in uscita a novembre nelle sale cinematografiche se lo sciopero della SAG-AFTRA non ci mette lo zampino - è una miniserie che ridimensiona una storia corale per cucirla sul solo personaggio di Nick Fury, raccontato e approfondito come in nessun altro film precedente. Scopriamo che è sposato, chi è sua moglie e perché, com'era la sua vita prima dello SHIELD e degli Avengers e cosa è cambiato dopo. Sono i momenti migliori della miniserie, che valgono da soli le sei orette di visione, soprattutto se si è fan del personaggio, ma che Jackson non riesce a reggere sulle sue sole spalle. Ecco quindi un cast di contorno impressionante ma poco sfruttato, che serve praticamente a sostenere il protagonista nei suoi sforzi, ma che alla fine della fiera sembra solo sostituire le altre star che non potevano essere della partita, senza instaurare alcun legame con lo spettatore che resta indifferente alle sorti dei nuovi personaggi.
Il finale sembrerebbe suggerire un futuro nel Marvel Cinematic Universe per la Falsworth e Gi'ah, specie alla luce dell'unico risvolto veramente importante che ha la miniserie, e che presupponiamo possa diventare la pietra angolare delle storie future: Fury ha sventato un complotto su scala internazionale, ma ora gli Stati Uniti hanno dichiarato guerra senza pietà alle specie aliene sulla Terra. Sembra un ottimo punto di partenza per qualcosa tipo World War Hulk o il presunto ritorno di Star-Lord dopo l'ultimo Guardiani della Galassia, per non parlare della miniserie Armor Wars con Rhodey protagonista: insomma, Secret Invasion ha piantato diversi semi, ma ora starà ai Marvel Studios coltivarli con cura. E noi che speravamo in una storia che riportasse in scena una certa supereroina della compianta Agents of SHIELD...
Conclusioni
Multiplayer.it
6.0
Le premesse per una miniserie vincente c'erano tutte, ma alla fine Secret Invasion ci ha deluso: l'idea di ridimensionare una storia molto più ampia in un thriller contenuto, cucito tutto sul personaggio di Nick Fury, aveva un potenziale enorme che il regista Ali Selim non è riuscito a esprimere completamente. Come temevamo, la serie TV aveva bisogno di una maggiore pianificazione e di un cast più coinvolgente e radicato nel Marvel Cinematic Universe per sortire lo stesso effetto del crossover a fumetti cui è ispirata. Un'occasione mancata che speriamo faccia riflettere i Marvel Studios sui prossimi contenuti in uscita.
PRO
- Il cast è ottimo, soprattutto Jackson e la Coleman
- Interessanti i retroscena su Nick Fury
- L'atmosfera thriller è riuscita
CONTRO
- La storia è molto più dimenticabile del previsto
- Comprimari poco approfonditi
- Il fumetto originale aveva molto più mordente