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The Walking Dead: The Final Season - Episodio 2, la recensione

Telltale pubblica il secondo episodio dell'ultima stagione di The Walking Dead, quella che potrebbe essere la sua ultima opera

RECENSIONE di Emanuele Gregori   —   29/09/2018
The Walking Dead: The Final Season - Episode 2: Suffer the Children
The Walking Dead: The Final Season - Episode 2: Suffer the Children
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Sembra incredibile ritrovarsi dopo un mese a parlare del secondo episodio dell'ultima stagione dell'adattamento di The Walking Dead di Telltale, ed essere costretti a farlo con un senso di amara consapevolezza che potrebbe trattarsi dell'ultima volta, ben prima di quando sarebbe stato lecito farlo. Nei giorni scorsi la bancarotta della software house californiana ha fagocitato le pagine virtuali dei siti di settore, tra l'incapacità di uno studio di gestire le proprie produzioni e centinaia di dipendenti su tutte le furie per un licenziamento lampo e la mancata copertura economica che ne è scaturita. Il nostro lavoro di giudizio viene così chiaramente sminuito, e ci si sente quasi in difetto nel dover parlare di un'opera che è certamente meno importante dell'aspetto umano che stiamo vivendo, ma è ciò che siamo chiamati a fare. Messe quindi da parte le premesse e l'etica, ciò che ci siamo trovati di fronte è un classico episodio "di mezzo", che poco aggiunge e niente toglie ad un ottimo inizio, certamente il migliore di Telltale da parecchi anni a questa parte.

La storia di come sono diventato un assassino

Il secondo episodio della stagione inizia esattamente lì dove Clementine, Aj e i nuovi protagonisti dell'orfanotrofio ci hanno lasciati lo scorso agosto. Con un ottimo lavoro registico, il flashback che racconta gli attimi subito successivi all'assassinio di Marlon per mano di AJ, mettono in mostra la grande capacità di Telltale di gestire una narrazione alternata, eliminando quasi totalmente la presenza delle scelte del giocatore, per immergerci nella tragicità dell'evento e sbatterci in faccia la difficoltà di un gruppo di ragazzi di analizzare e comprendere azioni e conseguenze. Proprio il primo quarto d'ora rappresenta il picco maggiore di un episodio che regala poco altro, se non un paio di colpi di scena piuttosto interessanti e il ritorno di una vecchia conoscenza, gestito bene ma forse un po' troppo frettolosamente. Si riducono gli oggetti collezionabili, si riducono all'osso anche gli ambienti e tutta la regia gioca molto più su piani stretti, piuttosto che sull'ariosità dell'orfanotrofio che avevamo apprezzato nel primo episodio. Sia chiaro, ciò non rappresenta in se stesso un errore, ma una precisa scelta stilistica per raccontare, in un paio d'ore, come tutto può cambiare in bene e in male, grazie ad una singola azione. D'altronde si tratta di adolescenti costretti a sopravvivere in un mondo allo sbando, dove la più grossa minaccia non è rappresentata dai mostri che hanno distrutto la società, quanto dalle persone che vogliono affermare la propria supremazia, lì dove lo stato di natura ha ormai preso il sopravvento. È in questa infinita giravolta che si porta avanti lo sviluppo del rapporto tra Clementine ed AJ, sempre più vicino a ciò che è stata la prima stagione della serie Telltale e che ora raggiunge il punto di non ritorno. È difficile farvi capire con esattezza ciò che intendiamo senza anticipare qualcuno degli eventi cardine dell'episodio ma, mai come questa volta, ci è sembrato che i ragazzi californiani abbiano cercato di condensare un paio di episodi all'interno di uno solo, finendo per sminuire un po' gli eventi che scandiscono il passaggio del tempo e il cambio di location. Aggiungendo personaggi poco approfonditi e tenendo a mente quelle poche personalità più o meno forti che abbiamo conosciuto il mese scorso. In questo modo viene gestito un certo "highlander" che sembra quasi non volersi decidere a morire, un ragazzo dal cuore apparentemente puro e il ritorno di una figura dal passato di Clementine che potrebbe rivelarsi la scelta meglio azzeccata in termini di sceneggiatura. Tutto questo non rappresenta un problema in se stesso, ma è la fugacità degli eventi e la totale apertura dell'episodio al futuro, che impedisce di giudicare con cognizione delle svolte narrative che non trovano alcune conclusione (tantomeno quelle amorose). A coronare la sensazione di trovarsi ancor più "nel mezzo" di quanto già non fosse lecito aspettarsi, ci pensa un finale indubbiamente più scialbo e meno riuscito di quello del primo episodio, nonostante una situazione sulla carta estremamente interessante ed esplosiva. Tutto è quindi rimandato al prossimo episodio, ammesso e non concesso che Telltale riesca a trovare il modo di chiudere una serie che merita di vedere la propria conclusione, se non altro per rispetto ai personaggi e a quel pubblico che ha creduto in loro fino in fondo.

The Waling Dead The Final Season 1

Il gameplay che ci prova

Dal punto di vista del gameplay, questo secondo capitolo tende a ridurre all'osso le sezioni di scelta narrativa. Non per quanto riguarda la quantità di risposte multiple effettive, quanto più per la loro incisività nel disegnare le personalità dei protagonisti. Scelta anch'essa figlia di una natura intermedia della narrazione, Bambini Perduti (questo il titolo dell'episodio) si traveste da serie tv, impreziosita da qualche momento di azione scialbo e poco ispirato. C'è tempo per un paio di carneficine di zombie, tra cui una per mezzo dell'arco di Marlon, pensata male e realizzata peggio, e anche per giocare ad unire i puntini in classico stile "settimana enigmistica", ma nessuna di queste porzioni di avventura serve ad aggiungere tensioni, ricordando nuovamente come Telltale sia una casa di sviluppo che ha solo la narrazione in testa, e che in questa stagione sembra tornare a far brillare la stella dell'ispirazione. Ridotto a tre il numero dei collezionabili e quasi inesistenti le sezioni di esplorazione, con la conseguente impossibilità di allungare il brodo. Poche interazioni secondarie e pochi bivi, per un paio d'ore di episodio che continua a far sperare bene per (l'incerto) futuro, ma che si ferma esattamente lì, dove eravamo un mese fa.

The Waling Dead The Final Season 3

Conclusioni

Versione testata PC Windows
Digital Delivery Steam, PlayStation Store, Xbox Store, App Store, Google Play
Multiplayer.it
7.5
Lettori (9)
7.4
Il tuo voto

Il secondo episodio dell'ultima stagione di The Walking Dead è esattamente ciò che ci può aspettare da un momento centrale di narrazione: inconcludente e poco incisivo, non impreziosito da un finale poco ispirato e meno incisivo di quello del primo episodio. Certamente la situazione rimasta aperta, apre ad una seconda parte piuttosto violenta e tragica, come questa serie ci ha abituati. La speranza è che qualche buon samaritano dell'industria prenda in mano la pessima gestione di Telltale e riesca a concludere un viaggio iniziato nel migliore dei modi ma che, al momento, cammina al fianco di un'incredibile e pessima ombra produttiva.

PRO

  • Ci sono le premesse per una seconda parte piuttosto interessante
  • Il rapporto tra Clementine ed AJ continua a maturare e incontra i primi dissapori
  • Il ritorno di un personaggio dall'indole oscura

CONTRO

  • Le fasi action sono scialbe e poco riuscite
  • Il finale è decisamente sottotono
  • C'è il serio rischio che la serie muoia qua