Tomas Sala è uno sviluppatore solitario, diventato famoso per aver fornito a Microsoft una delle poche esclusive di lancio di Xbox Series X/S: The Falconeer, su cui a onor del vero hanno finito per pesare moltissimo le aspettative collettive, appannando un po' i giudizi. Considerando le modalità di realizzazione, il lavoro fatto da Sala e la passione messa per plasmare quel mondo erano davvero impressionanti, pur al netto di alcuni problemi. Sala ha comunque deciso di reiterare e di sfruttare quanto fatto sulla mitologia del suo primo titolo per proporre uno spin-off con la stessa ambientazione, ma dai presupposti ludici completamente differenti.
Abbiamo quindi provato la demo di Bulwark: Falconeer Chronicles per capire se adattare l'ambientazione di The Falconeer a uno strategico 4X abbia avuto senso oppure no.
Interfaccia di gioco
Se ricordate, The Falconeer si svolgeva in un mondo formato per la gran parte d'acqua, in cui bisognava svolgere delle missioni che ci portavano a viaggiare tra le varie isole su cui si erano formati degli agglomerati urbani dalle architetture impossibili, tra torri altissime e ponti sospesi tra inerti speroni di roccia. In Bulwark: Falconeer Chronicles ci spetta proprio la gestione di uno di questi agglomerati, che dobbiamo far crescere il più possibile, sia di dimensioni che di influenza.
La prima cosa che si nota giocando è la particolare interfaccia creata da Sala, che mira a essere il più discreta possibile, quasi invisibile, pur consentendo di compiere tutte le operazioni con pochissimi click del mouse. Di fatto funziona tramite un sistema di ancoraggi, con il tasto destro del mouse che agisce sempre sull'oggetto selezionato e con le diverse funzioni legate alla distanza maggiore o minore del puntatore dallo stesso.
Sembra complicato, e infatti inizialmente lo è, dato che il sistema è molto originale. Per farci capire meglio, facciamo qualche esempio di costruzione. Mettiamo di avere trovato delle risorse, del legname, e di volerci costruire sopra un struttura di taglio e lavorazione dello stesso. Per farlo basterà puntare l'area della risorsa con il mouse e premere il tasto destro. La struttura sarà quindi costruita e sarà automaticamente collegata al bastione principale tramite una serie di ponteggi, quando possibile. Se troppo lontana, per sfruttarla bisognerà costruire un porticciolo da collegare a sua volta a un altro porticciolo da costruire vicino al punto di approdo.
A tal fine occorrerà selezionare la struttura sopra la risorse e spostare il mouse fino a un punto di mare profondo libero, dove apparirà l'icona di un'ancora che ci indicherà la disponibilità per la costruzione. Il tutto potrà esser fatto senza dove mai aprire un menù o selezionare un'icona a schermo. Altro esempio: vogliamo costruire un avamposto corazzato dotato di balconi? Bisogna scegliere dove costruire una torre, quindi farla sviluppare costruendo piano per piano e posizionando i balconi con leggeri spostamenti del mouse rispetto al centro della struttura, così da darle una forma unica in relazione all'ambiente circostante.
Esplorazione
All'inizio il sistema di gioco sembra essere decisamente macchinoso ed è facile incartarsi, perché non permette mai di staccarsi dall'interfaccia, ma con un po' di pratica diventa sempre più intuitivo e si finisce per realizzare delle cose davvero notevoli in brevissimo tempo, al netto delle risorse possedute. Naturalmente Bulwark: Falconeer Chronicles non è solo costruzione. Dopo la fase iniziale di assestamento, bisognerà esplorare, ossia andare in giro alla ricerca di risorse e di villaggi per far crescere la popolazione e avere la possibilità di costruire mezzi offensivi e difensivi. Per farlo potremo sfruttare una sonda volante con cui potremo costruire in luoghi distanti e interagire con navi di passaggio e popoli amici.
La fase di esplorazione è molto importante e diretta, come del resto lo è l'intero gioco. Selezionata la sonda, fondamentalmente un pallone aerostatico, bisogna aprire la mappa e indirizzarla verso un punto d'intesse, modificando la destinazione in base a quanto scoperto. Arrivati sul punto d'interesse, le interazioni si gestiscono praticamente come una normale fase di costruzione, con l'eccezione di quelle con i villaggi, che richiedono di accettare o rifiutare le alleanze. Naturalmente l'obiettivo è quello di diventare sempre più forti, ma i popoli non portano solo risorse fresche, ma anche dei nemici, che potrebbero attaccare il bastione come ritorsione. I combattimenti di loro sono automatici, con i mezzi difensivi, dirigibili, falchi e quant'altro, che aumentano di numero in base a quanto abbiamo costruito. Il focus del gioco rimane comunque sempre sulla costruzione e l'esplorazione, almeno nella parte che abbiamo avuto modo di provare.
Stile
Dal punto di vista tecnico, Bulwark: Falconeer Chronicles è perfettamente in linea con The Falconeer, di cui riprende lo stile generale. Del resto Sala lavora praticamente da solo e non si potevano chiedere rivoluzioni in tal senso. Comunque sia, essendo lo stile del primo titolo davvero ben elaborato, anche questo risulta essere piacevole da guardare, con gli edifici che finiscono per formare dei paesaggi davvero notevoli. Quindi aspettatevi una grossa distesa di mare con degli speroni di roccia che spuntano di qua e di là, in cui il piatto forte sono le ardite costruzioni che assumono forme bizzarre e quasi selvagge quando il bastione è a pieno regime, ossia nelle fasi avanzate di una partita, tanto da diventare un'attrattiva di loro. Il che non è affatto male. Certo, non possono reggere l'intera esperienza, ma aiutano a renderla più coinvolgente e in qualche modo danno uno scopo al giocatore, che inizia a progettare anche in base al risultato visivo che vuole ottenere.
Bulwark: Falconeer Chronicles è un titolo intrigante, non tanto per ciò che richiede di fare, ma per la voglia che ha di sperimentare con il genere dei 4X a livello di interfaccia e sistemi di gioco. Dopo aver provato la demo non sappiamo dirvi se sia pienamente riuscito o meno, ma ci ha fatto comunque venire la curiosità di provare il gioco definitivo, per scoprire come sono state costruite le diverse varianti alla formula base.
CERTEZZE
- L'interfaccia è originale e, con un po' di pratica, sembra funzionare molto bene
- Il mondo di gioco è particolare e affascinante
DUBBI
- La scelta di un'interfaccia così snella potrebbe avere costretto il gioco a qualche limite di troppo