Wolfenstein sta vivendo ormai da alcuni anni una nuova vita, per la precisione da quando la serie è passata nelle mani di Bethesda, che ne ha affidato lo sviluppo al team svedese MachineGames. Capaci di portare sullo schermo un gameplay run & gun frenetico e appassionante ma ben saldo ai meccanismi tradizionali del genere sparatutto, gli autori hanno ripreso il personaggio di William J. Blazkowicz dal reboot del 2009 e portato avanti la sua peculiare storia in un universo alternativo in cui la seconda guerra mondiale è stata vinta dai nazisti, che hanno poi preso il controllo di gran parte del mondo grazie a tecnologie sorprendentemente avanzate. A rendere imperdibili gli episodi del franchise da Wolfenstein: The New Order in poi è proprio l'elemento narrativo, reso in maniera eccellente da una scrittura interessante e mai banale, capace di caratterizzare molto bene i personaggi e le loro vicende.
Il tutto nella cornice di uno scontro viscerale e sanguinoso come quello che si consuma durante il conflitto bellico ma anche successivamente, con il Terzo Reich che domina con violenza e crudeltà, reprimendo in maniera spietata qualsiasi tentativo di ribellione. A pochi giorni dall'uscita di Wolfenstein: Youngblood, che porta la trama avanti di diversi anni fino a proiettarci in un 1980 alternativo, fra le strade di una Parigi ancora sotto il controllo dell'esercito tedesco, abbiamo voluto fare una lista dei momenti migliori della serie, quelli che vi hanno senz'altro colpito e che ricordate in maniera vivida. Naturalmente non mancheranno spoiler e anticipazioni, dunque occhio a procedere alla lettura se non avete ancora giocato con i vari episodi di Wolfenstein.
La scelta - Wolfenstein: The New Order
Si tratta di una delle prime sequenze di Wolfenstein: The New Order, quando Blazkowicz e i suoi compagni vengono catturati dal generale Deathshead, che chiede al protagonista di scegliere chi sacrificare fra Fergus e Wyatt. Una decisione parecchio difficile, anche perché la vittima designata subisce un trattamento particolarmente crudele: gli vengono cavati gli occhi e succhiato via il cervello, collocato peraltro in un mech che dovremo affrontare verso la fine della campagna. La scelta ha delle conseguenze sul resto della storia, visto che potremo contare sul supporto di uno dei due compagni rimasto vivo: si tratta di un espediente interessante ai fini della rigiocabilità, che peraltro viene proiettato anche in Wolfenstein II: The New Colossus, i cui eventi seguono appunto quelli del primo episodio. Con questa mossa MachineGames realizza qualcosa visto di rado nel genere degli sparatutto, tanto per le implicazioni etiche della scelta quanto per le conseguenze pratiche sul fronte strutturale.
Gli zombie - Wolfenstein: The Old Blood
Prequel di The New Order, Wolfenstein: The Old Blood torna indietro nel tempo e ci racconta delle missioni di B.J. Blazkowicz durante la seconda guerra mondiale, quando dunque il destino del mondo non era ancora stato segnato e gli alleati avevano speranze concrete di vincere la guerra. Il gioco riprende le meccaniche consolidate del primo capitolo, provando per certi versi a enfatizzare la componente stealth in alcune sequenze grazie all'uso del doppio tubo di ferro, diabolica arma per violentissime finisher e al contempo utile strumento per arrampicarsi sui muri. A un certo punto della campagna, tuttavia, le cose prendono una piega sovrannaturale: esplorando alcuni sotterranei dove i nazisti nascondono chissà quali segreti, il protagonista deve fare i conti con un'orda di zombie e con creature demoniache, più o meno vicine a quelle viste in un'altra celebre produzione Bethesda, ovverosia DOOM. Un esperimento bizzarro, che gli autori non hanno riproposto in seguito.
Sedia a rotelle e dialogo sul treno - Wolfenstein: The New Colossus
Wolfenstein II: The New Colossus è pieno di grandi momenti e colpi di genio, tanto dal punto di vista narrativo quanto da quello del gameplay. Nella prima sequenza che vogliamo ricordare, Blazkowicz si risveglia dal coma mentre la base in cui si trova viene attaccata dai nazisti e non ha altra scelta che combatterli su di una sedia a rotelle, in quanto impossibilitato a camminare per via delle ferite riportate. L'uso di questo strumento influisce in maniera impostante sui movimenti del personaggio e sul modo in cui deve superare determinati ostacoli, nell'ambito di una missione che si conclude anche stavolta con la violenta esecuzione di una compagna di battaglia e il truce spettacolo che ne segue. L'autrice del gesto, la spietata comandante Irene Engel, è protagonista anche della seconda scena di cui parliamo, contenuta in Wolfenstein: The New Order. Determinato a raggiungere Berlino, Blazkowicz sale su di un treno in cui si trova anche la Engel e viene bloccato mentre sta portando un caffè ad Anya. Quello che segue è una sorta di test di purezza ariana, in realtà uno scherzo di cattivo gusto da parte della comandante tedesca, che tuttavia può avere esiti infausti ed è carico di tensione.
Hitler e il salvataggio di Anya - Wolfenstein: The New Colossus
Verso la fine della campagna di Wolfenstein: The New Colossus, Blazkowicz deve recarsi addirittura su Venere per partecipare alla selezione del protagonista per un film che il Terzo Reich vuole dedicare alla figura di Terror Billy. Muniti di baffi finti, dovremo spacciarci per un famoso attore e provare a convincere nientemeno che Adolf Hitler delle nostre capacità, nella cornice di una sequenza assolutamente fuori di testa, in cui il dittatore tedesco viene dipinto come una figura folle e patetica negli ultimi anni della sua vita. Ciò che segue è l'ennesima battaglia frenetica e coinvolgente, che culmina nelle fasi finali della storia con un momento in cui Blazkowicz, stremato e inerme dopo aver eliminato l'ultimo boss, viene salvato in extremis dalla sua compagna, Anya, che nonostante il pancione (aspetta due gemelle) riesce a impugnare due mitragliatrici e ad uccidere i soldati nazisti che minacciano il suo uomo, finendo completamente nuda e cosparsa del sangue dei suoi nemici. Che momento!