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Assassin's Creed Shadows fa ancora discutere: c'è un qualche fondamento di verità nelle polemiche?

Polemiche fini a se stesse oppure critiche legittime? Assassin's Creed Shadows continua a far discutere e ci piacerebbe sapere se tutto ciò abbia un senso o meno.

NOTIZIA di Tommaso Pugliese   —   16/07/2024
Naoe e Yasuke in un artwork di Assassin's Creed Shadows

Le polemiche legate ad Assassin's Creed Shadows hanno un senso oppure no? Il nuovo capitolo della serie Ubisoft continua a far discutere e bollare a priori queste critiche come sterili o legate a un sottotesto razzista potrebbe rivelarsi un'eccessiva semplificazione. O magari è proprio così che stanno le cose.

Di certo è vero che fin dal reveal ufficiale il gioco è stato bersagliato dalle accuse di chi, dopo aver atteso anni per vedere finalmente l'ambientazione del Giappone feudale all'interno della serie Ubisoft, ha storto il naso di fronte al fatto che il protagonista maschile non fosse effettivamente giapponese e che quella femminile sembrasse inserita a forza in quel contesto.

La storia che viene raccontata in Shadows è infatti quella di Yasuke, un samurai di origine africana realmente esistito, dotato di una stazza imponente e con una pelle nera come il carbone; al punto che il leggendario condottiero Nobunaga Oda, che ne rimase affascinato, provò una volta persino a fargliela lavare per verificare che fosse davvero di quel colore.

La protagonista femminile del gioco è invece Naoe, una shinobi proveniente da un piccolo paese di montagna, che decide di ribellarsi e combattere tra le fila degli Assassini quando la sua gente viene uccisa dalle truppe di un esercito di cui fa parte anche Yasuke: è in quel momento che i due comprendono di stare dalla stessa parte, quella dei più deboli.

Fra petizioni e indagini

Secondo una petizione che chiede di cancellare Assassin's Creed Shadows, il gioco presenta una visione stereotipata della cultura giapponese, utilizza una bandiera appartenente a un gruppo di rievocazione storica senza autorizzazione e tratta elementi culturali come quelli relativi alle geishe e ai samurai in maniera edulcorata.

Non è tutto: pochi giorni fa alcuni utenti hanno accusato Ubisoft di plagio perché, a loro dire, la spada di Yasuke sarebbe troppo simile a quella di Zoro nella serie One Piece, ma la casa francese ha prontamente ribattuto, parlando di una somiglianza assolutamente casuale e non voluta.

Infine, lo stesso governo giapponese, a fronte dei malumori espressi in maniera sempre più rumorosa sui social, ha deciso di agire e condurre delle indagini su Assassin's Creed Shadows, al fine di verificare che il gioco non contenga davvero una rappresentazione scorretta e offensiva della cultura e della storia nipponica.

Le polemiche creano denaro

Com'era solito dire l'ex attore, wrestler e governatore del Minnesota Jesse "The Body" Ventura, "le polemiche creano denaro", che corrisponde per molti versi al nostro "purché se ne parli". Insomma, è possibile che alla fine tutte queste discussioni su Assassin's Creed Shadows producano un aumento della visibilità del gioco e contribuiscano al suo successo.

Tornando alla domanda di partenza: sì, a nostro avviso le critiche sono strumentali e sempre le solite. In primo luogo perché queste stesse persone non hanno avuto nulla da ridire quando è stato scelto il samurai occidentale William Adams come protagonista di un altro gioco ambientato nel Giappone feudale, Nioh.

Dunque il disappunto va di pari passo con le gradazioni di colore della pelle, come in un famoso meme dei Griffin, ma la questione non si esaurisce qui. Come per qualsiasi storia di fantasia, per quanto basata su eventi e personaggi reali, vale ciò che gli autori hanno deciso e tutte le loro scelte sono assolutamente legittime.

Possiamo certamente criticarle se non brillano (è letteralmente il nostro mestiere, del resto), ma da qui a chiederne la cancellazione ce ne passa. Voi che ne pensate? C'è qualcosa di sensato in tutte queste polemiche che circondano Assassin's Creed Shadows? Parliamone.

Questo è un editoriale scritto da un membro della redazione e non è necessariamente rappresentativo della linea editoriale di Multiplayer.it.