Il coronavirus è sempre più un fattore che sta sconvolgendo le nostre vite. Le scuole sono chiuse, i contatti con le altre persone e i luoghi affollati vanno possibilmente evitati. In Cina, la fabbrica del mondo, questa emergenza va avanti oramai da mesi: fino a quanto l'industria dei videogiochi riuscirà a far finta di nulla e a mantenere immutate uscite e tempistiche previste da tempo?
È con questo l'interrogativo che chiudiamo questa settimana di "Parliamone". Da lunedì prossimo, infatti, in tutta Italia saranno ben visibili le conseguenze dei provvedimenti presi dal governo per cercare di limitare la diffusione del virus SARS-CoV-2. Gli studenti non potranno andare a scuola o in università e molte attività, come cinema e locali notturni, saranno limitate.
Una situazione di pausa forzata che lombardi, veneti ed emiliani stanno già sperimentando da un paio di settimane. Non tutto il male viene per nuocere: alcuni potrebbero affrontare l'emergenza in maniera positiva per accorciare l'interminabile backlog che costantemente ci guarda in cagnesco.
Anche grazie all'inizio lento di questo 2020, finora, non ci siamo ancora resi conto di quello che questo virus sta causando a livello globale. È vero che il PAX East 2020 è stato evitato da molti publisher, ma quello di Boston non è un appuntamento chiave della nostra industria. Cominceremo a vedere le prime conseguenze tra pochi giorni, quando il rinvio della GDC 2020 lascerà un vuoto difficile da colmare, soprattutto per i piccoli sviluppatori che sfruttano la fiera di San Francisco per condividere esperienze e tecnologie coi colleghi, ma anche per mostrare alla stampa giochi che in appuntamenti più grandi non riuscirebbero ad avere la medesima visibilità.
Contemporaneamente, lontano dai riflettori, diversi appuntamenti per la stampa sono stati cancellati o rimandati. La macchina del marketing ha delle routine e delle tempistiche ben precise da seguire: questi rinvii incideranno anche sulla data di lancio dei prossimi giochi? E i prossimi hardware? Se Apple e Nintendo stanno avendo problemi ad approvvigionare le loro scorte, è possibile che PS5 e Xbox Serie X non vengano toccate da queste problematiche?
Questo perché, mentre noi siamo già nel pieno dell'emergenza, altri paesi europei o gli USA stanno cominciando solo ora a fare i conti con il virus. Bungie ha chiuso gli uffici per paura del Coronavirus e presto faranno, probabilmente, anche altri sviluppatori: la zona di Seattle è quella più colpita degli USA ed è anche la sede di alcune delle compagnie più rinomate come Microsoft e Valve.
Quindi, non per fare gli uccellacci del malaugurio, fino a quando l'industria dei videogiochi potrà far finta di nulla e assorbire i ritardi nello sviluppo e i problemi di approvvigionamento legati alla diffusione del virus? È vero che con lo smart working e la distribuzione digitale in molti non hanno più bisogno di andare nei negozi a comprare un gioco o in ufficio a lavorare, ma trasferire tutte le attività a casa, sopratutto in aziende con le esigenze di sicurezza che hanno gli studi di sviluppo di videogiochi, avrà dei costi in termini di tempo.
Senza considerare che prima o poi PS5 e Xbox Series X dovranno essere prodotte e poi acquistate.
Cosa ne pensate? Riusciremo ci saranno dei ritardi?