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Google Stadia metterà la parola fine alla console war?

Google Stadia sembrerebbe essere un problema per i produttori di hardware. Come si riconfigurerà lo scontro tra piattaforme nell'era del cloud gaming?

NOTIZIA di Davide Spotti   —   20/03/2019

Per anni si è detto che l'arrivo del cloud e l'imporsi dello streaming avrebbe messo fine alle console tradizionali. Ecco, quel giorno potrebbe essere più vicino dopo la presentazione di Google Stadia, avvenuta nella giornata di ieri alla Game Developers Conference di San Francisco. Nelle ultime ore abbiamo già avuto modo di parlarne diffusamente: Stadia non si propone come una piattaforma tradizionale, non è una console vera e propria ma un servizio che si propone di offrire la massima flessibilità di utilizzo al consumatore. L'opportunità di accedere alla propria libreria di videogiochi potendo scegliere liberamente tra PC, TV, smartphone e tablet promette di portare la fruizione del medium su un piano completamente nuovo, scavalcando l'idea stessa di hardware, specifiche tecniche, aggiornamenti software e barriere d'ingresso dettate dai dispositivi che si possiedono tra le mura domestiche.

Che possa piacere o meno, quello che ci è stato proposto ieri da Google è nel bene e nel male un assaggio di cosa dobbiamo aspettarci dal futuro dell'industria videoludica. Un passaggio che nei prossimi anni porterà inevitabilmente il videogioco a uniformarsi agli altri settori dell'intrattenimento. Nella musica gli equilibri sono cambiati dopo l'arrivo di Spotify, nel mondo della televisione lo scossone è stato dato dai servizi on demand capitanati da Netflix. Stadia in questo senso potrebbe essere il prossimo passo verso un'integrazione completamente digitale anche del videogioco, con la quale dovranno fare i conti tutti gli altri attori principali del mercato. Sony, Microsoft e Nintendo ovviamente, ma anche piattaforme come Steam, Origin, Epic Games Store e gli altri client fioriti in ambito PC nel corso degli anni.

Il rovescio della medaglia è evidentemente legato ai punti interrogativi - numerosi in questa fase preliminare - che Google dovrà chiarire nei prossimi mesi. A partire dal prezzo del servizio, passando per la sua effettiva accessibilità, tenendo presente che la copertura capillare della FTTH è ancora una chimera in molti territori e il 5G avrà bisogno di tempo per distribuirsi uniformemente a livello mondiale. Ci sarà comunque tempo e modo per discutere di altri argomenti di primario interesse, in primis la quantità di sviluppatori che si interfaccerà con la nuova realtà targata Google. Le prime partnership illustri sono già state svelate, ma bisognerà capire nel dettaglio quali saranno le condizioni di accesso al catalogo dei titoli e se ci sarà un modello di business con abbonamento o un sistema modulato su più parametri.

Viene dunque spontaneo domandarsi se Google Stadia sarà effettivamente il game changer, la novità in grado di portare a un superamento non solo dell'ordine costituito, ma anche del concetto stesso di console war che per molti giocatori è sempre stata un tratto distintivo di questo settore fin dagli albori, dai tempi della lotta tra SEGA e il colosso Nintendo, dell'ingresso dirompente di Sony, fino ai traguardi raggiunti da Microsoft a partire dai nei primi anni 2000. L'industria per come la conosciamo sarà dunque destinata a cambiare in modo definitivo e la transizione avverrà nell'arco di pochi anni? Sarà davvero l'ultima generazione? È ancora presto per dare una risposta, ma evidentemente ci troviamo su un percorso che sembra già abbastanza delineato.

Google Stadia Launch 1

A questo punto non si può fare a meno di chiedersi quali saranno le contromosse architettate dagli altri attori principali del mercato per reagire a quello che potrebbe rivelarsi un jab da knockout in piena regola. Le mosse di Microsoft sono abbastanza prevedibili, dato che Project xCloud sembra essere una soluzione analoga a quella imbastita da Google con Stadia, seppur focalizzata esclusivamente sulle piattaforme proprietarie della casa di Redmond. La divisione Xbox si è premunita con investimenti importanti nel settore dello sviluppo, e anche i recenti rumor sull'apertura di Xbox Game Pass ad altre piattaforme potrebbero essere un ulteriore indizio di un futuro nel quale i confini delle piattaforme tradizionali tenderanno a sfocarsi sempre di più. Nintendo probabilmente continuerà ad essere un mondo a parte: l'azienda giapponese ha sempre cercato di differenziarsi sul mercato offrendo al pubblico un approccio sui generis, lontano dalle mode dettate dal mercato. Negli ultimi mesi i vertici della società non hanno escluso che si possa arrivare a mettere da parte la produzione hardware, anche se gli ultimi rumor ipotizzano addirittura la creazione di uno smartphone da gaming per lanciarsi a capofitto nel ricco mercato mobile.

Lato streaming si troverebbe senz'altro in difficoltà Sony, che come sappiamo non dispone di infrastrutture in grado di rimanere al passo con le enormi sfide imbastite da Google. C'è PS Now, certo, ma la casa di PlayStation dovrà senz'altro compiere degli sforzi per competere su questo terreno ad armi pari con gli altri concorrenti. Col senno di poi la scelta di rimanere sottotraccia nel 2019, evitando di presenziare all'E3, potrebbe essere interpretata come una mossa strategica per prendere tempo e riorganizzarsi in chiave futura. Quali contromosse dobbiamo aspettarci? Assisteremo ad alleanze che fino a qualche tempo fa erano semplicemente impensabili? Mettetevi comodi perché siamo soltanto all'inizio.

Cosa ne pensate delle novità messe in campo da Google con Stadia? La console war è davvero destinata a scomparire? Parliamone.