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Scorte dei chip in crisi per colpa dell'IA: NVIDIA, Apple, Qualcomm e AMD potrebbero alzare i prezzi

Dopo quella dei semiconduttori, si prospetta una nuova crisi: i chip a 3nm sono esauriti fino al 2026 a causa dell'intelligenza artificiale e per questo i colossi tech potrebbero alzare i prezzi.

NOTIZIA di Raffaele Staccini   —   14/06/2024
Chip a 3nm di TSMC

L'industria dell'intelligenza artificiale (IA) sta vivendo un momento di crescita senza precedenti, alimentata da una domanda inarrestabile di applicazioni e servizi sempre più sofisticati. Ma questa corsa all'oro tecnologico si scontra con un ostacolo imprevisto: la scarsità dei chip a 3 nanometri (nm) prodotti da TSMC, il gigante taiwanese dei semiconduttori.

Questa carenza sta mettendo a dura prova l'intera filiera tecnologica, spingendo i principali attori del settore, tra cui NVIDIA, Apple, Qualcomm e AMD, a considerare aumenti di prezzo per i loro prodotti hardware basati sull'IA.

La corsa all'oro dei 3nm

Il processo produttivo a 3nm di TSMC è diventato il "Santo Graal" dell'industria tecnologica. Offre prestazioni ed efficienza energetica senza precedenti, essenziali per alimentare le crescenti richieste dell'IA, che spaziano dai supercomputer ai dispositivi mobili. Tuttavia, la domanda ha superato di gran lunga l'offerta, tanto che l'intera produzione di TSMC fino al 2026 è già stata prenotata dai quattro colossi tech, ovvero i già citati NVIDIA, Apple, Qualcomm e AMD.

Nonostante TSMC abbia triplicato la sua capacità produttiva a 3nm rispetto all'anno scorso, la domanda continua a crescere a ritmi vertiginosi. Il settore dell'IA, in particolare, sta assorbendo una quantità enorme di questi chip per alimentare i suoi acceleratori di ultima generazione, come quelli utilizzati nei data center e nelle piattaforme di cloud computing. Anche il mercato degli smartphone, con l'imminente adozione del nodo N3P di TSMC, contribuirà a mantenere alta la pressione sulla produzione.

L'ombra degli aumenti di prezzo

La scarsità di chip a 3nm sta creando un effetto domino lungo tutta la catena di approvvigionamento. I produttori di hardware, come NVIDIA, Apple, Qualcomm e AMD, si trovano a competere per accaparrarsi le quantità limitate di chip disponibili. Questa situazione sta spingendo i prezzi al rialzo, con il rischio che i costi aggiuntivi vengano trasferiti ai consumatori finali.

Il logo di TSMC
Il logo di TSMC

Sebbene TSMC non abbia ancora annunciato ufficialmente aumenti di prezzo, la scarsità di chip a 3nm potrebbe costringere i produttori di hardware ad aumentare i costi dei loro prodotti. Questo, a sua volta, potrebbe tradursi in prezzi più elevati per i consumatori finali, che si troverebbero a pagare di più per smartphone, computer, console di gioco e altri dispositivi dotati di tecnologia IA.

TSMC è consapevole della situazione e sta cercando di affrontare la carenza di chip a 3nm convertendo alcune delle sue linee di produzione da 5nm a 3nm. L'obiettivo è raggiungere una produzione mensile di 180.000 wafer, ma l'arrivo di nuovi prodotti, come i processori Intel Lunar Lake che utilizzano i chip TSMC, potrebbe mettere ulteriormente sotto pressione la capacità produttiva dell'azienda.

Al momento, insomma, non è ancora chiaro se e in che misura la scarsità di chip a 3nm si tradurrà in aumenti di prezzo per i consumatori. Tuttavia, gli indicatori suggeriscono che questa eventualità è sempre più probabile. La crisi dei chip a 3nm mette poi in maggiore evidenza l'importanza strategica di TSMC nell'ecosistema tecnologico globale.

L'azienda taiwanese è il principale fornitore di semiconduttori per molte delle aziende tecnologiche più importanti al mondo, e la sua capacità di soddisfare la domanda crescente di chip avanzati è fondamentale per il progresso dell'IA e di altre tecnologie emergenti. Per questo il piano "anti-Cina", di per sé, potrebbe non bastare a evitare disastri in caso di invasione di Taiwan da parte di Pechino.