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Ubisoft e l'idea che le donne non facciano vendere i videogame

Nuova tegola mediatica per Ubisoft, che a quanto pare portava avanti una filosofia poco propensa ad affidare a personaggi femminili le sorti dei suoi franchise. Ma è vero che le donne non vendono?

NOTIZIA di Tommaso Pugliese   —   21/07/2020

Ubisoft non se la passa bene, mediaticamente: su questo non c'è alcun dubbio. Al di là dello storico, grave problema della casa francese con i leak, nelle ultime settimane sono emerse brutte storie di abusi e prevaricazioni negli uffici dell'azienda, che hanno portato a conseguenze molto concrete per i presunti colpevoli di tali azioni: i dirigenti accusati sono stati licenziati.

Ebbene, nelle ultime ore è spuntata un'ulteriore questione sempre legata alla classe dirigente della compagnia, in particolare al capo creativo Serge Hascoet, che secondo queste ricostruzioni avrebbe bocciato diverse idee dei suoi team riguardanti l'introuzione i protagoniste femminili nei giochi perché convinto che le donne non vendono.

Al netto delle scuse del CEO Yves Guillemot relative agli abusi e agli episodi di bullismo interni all'azienda, vale la pena di approfondire questa assurda convinzione riguardante il ruolo delle donne nei gicohi Ubisoft, perché è evidente che si tratta di una sciocchezza e i numeri lo dimostrano ampiamente: non è certo il sesso di un personaggio a determinare il successo di un prodotto.

The Last of Us 2, oltre 4 milioni di copie nei primi tre giorni, ha per protagonista una ragazza; la nuova trilogia di Tomb Raider ha per protagonista una ragazza; Gears 5 ha per protagonista una ragazza; Resident Evil 3, oltre 2 milioni di copie nei primi cinque giorni, ha per protagonista una ragazza. Si tratta per caso di titoli che non hanno avuto successo?

Gears 5 15

Lo stesso Assassin's Creed Odyssey vede Kassandra nel ruolo di protagonista canonica, con un personaggio certamente più profondo e sfaccettato rispetto a suo fratello Alexios. Era tuttavia quest'ultimo che monopolizzava i materiali promozionali del gioco, e ora sappiamo il perché.

C'è dunque un problema di scrittura alla base di un protagonista che si rivela ben poco carismatico, ed è una questione che nulla ha a che vedere con il sesso. Per fortuna l'industria dei videogame sembra averlo compreso da tempo, e siamo sicuri che la "nuova" Ubisoft si farà perdonare queste uscite infelici con la forza di produzioni nuove e convincenti, non di scelte politicamente corrette, compiute esclusivamente per convenienza mediatica.

Voi che pensate? Parliamone.