Band of Bastards è il terzo DLC maggiore di Kingdom Come: Deliverance e se vogliamo è la terza delusione confezionata da Warhorse, tanto più cocente per via degli apprezzamenti che avevamo riservato al gioco base, di cui avevamo intuito le enormi potenzialità dietro a una realizzazione non proprio eccezionale. Anche in questo caso, come vedremo nel corso della recensione, il problema è nei contenuti, davvero limitati. Detto con tutta la possibile comprensione per un team non gigantesco e al primo titolo come Warhorse, non sarebbe stato meglio lanciare magari un solo DLC maggiore, più corposo e, perché no, più costoso?
Vero che non tutti i DLC possono essere Blood & Wine di The Witcher 3, ma quelli di Kingdom Come: Deliverance sono davvero miseri, a partire da From the Ashes, che se giocato con tante risorse a disposizione andava via in un paio d'ore, passando per The Amorous Adventures of Bold Sir Hans Capon, scritto davvero molto bene, complessivamente piacevole, ma formato anch'esso da una manciata di missioni che sarebbero state perfette per il gioco base, ma che come espansione non significavo molto, se ci passate l'espressione. Per Band of Bastards vale esattamente lo stesso discorso: ci troviamo di fronte a due ore e mezza di contenuti supplementari: sostanzialmente una mini campagna davvero ben scritta ma che finisce in un batter d'occhio.
Storia... breve
La storia raccontata da Band of Bastards ha dei presupposti abbastanza telefonati e si svolge a margine della campagna principale, mettendoci ancora una volta nei panni di Henry. Il solito Sir Radzig ci invia dal barone Kuno di Rychwald per ingaggiarlo insieme alla sua banda di mercenari. L'obiettivo è di sfruttarne la forza per rendere più sicuro il territorio di Rattay, ma alcuni eventi renderanno questa decisione più problematica del previsto, con l'emersione di nuove ombre dal passato del mentore del figlio del fabbro di Skalica.
Fondamentalmente Band of Bastards è un DLC pensato per dare più risalto e migliorare i combattimenti multipli, che in Kingdom Come: Deliverance sono sempre stati molto deboli. Tutte le missioni che lo compongono infatti (cinque in totale) offrono scontri con un gran numero di nemici contemporaneamente (relativamente agli standard del gioco) e situazioni adatte a personaggi versati con le armi. Il focus della mini campagna è così definito che prima di iniziarla si viene messi alla prova in un duello all'arma bianca: finché non si riesce a vincere non si va avanti (non è difficilissimo, ma è comunque indicativo). Come dicevamo, le singole missioni non sono male, soprattutto nella parte narrativa. In una in particolare gli sceneggiatori hanno regalato un grande momento a Henry e al suo lato più fanfarone, pur senza dire niente di davvero nuovo su di lui. Il problema è quello già sottolineato: Band of Bastards si conclude rapidamente e senza lasciare tracce. È vero che durante le missioni si devono prendere alcune decisioni che rendono il DLC rigiocabile almeno due volte per sperimentare alcune alternative, ma parliamo comunque di un contenuto leggero e che di essenziale non ha nulla. Nemmeno i nuovi oggetti, in particolare la nuova corazza, aggiungono molto all'esperienza di gioco nel suo complesso, soprattutto se lo si è già finito o si è particolarmente abili in battaglia.
Le dinamiche di combattimento multiplo di loro, per quanto leggermente migliorate, sono lungi dall'essere perfette. Gli scontri uno contro uno rimangono complessivamente i più riusciti, anche perché aiutano a mascherare alcune inevitabili pesantezze del sistema di gioco. Insomma, avrete capito che stiamo parlando di un DLC che piacerà solo agli ultra appassionati di Kingdom Come: Deliverance, quelli che magari avranno la costanza di ricominciare il gioco dall'inizio per calare meglio le nuove missioni nel tessuto del gameplay. Tutti gli altri possono far finta che non esista.
Conclusioni
Band of Bastards non aggiunge nulla a Kingdom Come: Deliverance e dura davvero poco. A nostro giudizio è anche meno riuscito di The Amorous Adventures of Bold Sir Hans Capon, molto più divertito nella scrittura ed estemporaneo nei temi trattati. Comunque sia si tratta di gusti, visto che anche questo è scritto davvero molto bene, tanto da riuscire a strappare la sufficienza solo per questo motivo. La conclusione più ovvia è che piacerà agli appassionati, ossia a quelli che ci continuano a giocare a Kingdom Come: Deliverance dal giorno dell'uscita, ma lascerà indifferenti tutti gli altri. Sinceramente ci piacerebbe vedere Warhorse concentrarsi su contenuti più rilevanti e d'ampio respiro invece che su questi DLC, che sono sostanzialmente delle mini storie raccontate attraverso una manciata di missioni. Vedremo con il prossimo se riusciranno a fare di meglio.
PRO
- Cinque missioni ben scritte
- Qualche nuovo oggetto
CONTRO
- Si conclude in fretta
- Non aggiunge niente di davvero rilevante a Kingdom Come: Deliverance