Di Cyberpunk 2077 si è detto davvero di tutto in questi due mesi. Si tratta del nuovo progetto dei ragazzi di CD Projekt, il team che è entrato con forza nel cuore di milioni di giocatori grazie alla trilogia di The Witcher, e che ora si prepara a settare un nuovo punto di riferimento per quello che concerne i giochi di ruolo. Di questo nuovo lavoro, direttamente basato sulla licenza del GdR cartaceo Cyberpunk 2020 si è parlato tanto e non necessariamente in termini positivi. Erano in moltissimi ad aspettarsi una total conversion delle avventure dello strigo ambientate in un universo fantascientifico, e il cambio di visuale dalla terza alla prima persona, unito alle meccaniche da shooter non è stato digerito da alcuni fan dello sviluppatore. Persino chi scrive questo articolo ancora oggi non si può dichiarare pienamente soddisfatto ed entusiasta di quanto visto, ma è indubbio che il potenziale per un gioco enorme, colmo di dettagli, straripante di possibilità concesse al giocatore, e soprattutto con una personalità davvero dirompente, sia effettivamente lì, tra le righe di codice. E sarà essenziale giocare concretamente al titolo per comprendere quanto si siano spinti in avanti i ragazzi di CD Projekt con questa nuova esperienza. Al momento però dobbiamo accontentarci di una lunghissima demo, ancora una volta giocata davanti ai nostri occhi: la stessa identica dell'E3 di Los Angeles di due mesi fa ma affrontata con un paio di variazioni sul tema, che ci permettono di fare alcune ipotesi sull'effettiva libertà d'azione concessa al giocatore. Prima di scendere nei dettagli, vi ricordiamo però di dare una letta alla nostra enorme anteprima di Cyberpunk 2077 scritta a suo tempo e di non perdervi l'intervista allo scrittore Stanisław Święcicki.
Massima personalizzazione del protagonista
Come già scritto in passato, stavolta il protagonista non ha alle spalle anni di romanzi che ne hanno definito fattezze e modi di vita come accadeva con Geralt, ma andrà completamente creato da zero dal giocatore nei suoi tratti estetici, fisici e caratteriali. Background storico, statistiche e abilità compresi. In occasione della Gamescom, l'avatar scelto era di sesso maschile: questa opzione non comporta alcuna differenza in termini di trama o svolgimento delle missioni, ma al momento non possiamo dire se potranno esserci conseguenze su alcuni dialoghi. Sappiamo per certo che tutte le interazioni viste durante la dimostrazione erano le stesse identiche mostrate a Los Angeles. L'unica, grande differenza sostanziale abbiamo potuto notarla nella fase centrale della presentazione, quando V, il protagonista, era alle prese con la gang criminale che si era impossessata di un drone militare. I modi per recuperare l'attrezzatura tecnologica erano molteplici e ne avevamo avuto un assaggio già a Los Angeles tra un approccio stealth con tentativo di furto, un'azione di guerriglia ad armi spianate e un misto tra i due focalizzato sul dialogo.
Proprio quest'ultimo è stato l'approccio adottato ma, nel momento cardine della chiacchiera con la gang adoratrice degli innesti cybernetici, abbiamo deciso di vuotare il sacco confessando che i crediti utilizzati per acquistare il drone ci erano in realtà stati forniti proprio dalla Militech e contenevano un virus che avrebbe probabilmente messo a repentaglio la sicurezza del covo. A Los Angeles avevamo preferito fare finta di nulla e assistere poi all'improvvisa irruzione dell'organizzazione militare ritrovandoci nel bel mezzo del fuoco tra i due gruppi. Ipotizzando invece un'alleanza con la fazione di squilibrati tecnofili abbiamo potuto mettere le mani sul drone senza sparare un singolo colpo e uscire poi indisturbati dalla porta principale, lasciando la gang a rimuginare sulle possibili azioni da compiere contro la Militech. In realtà, nella demo, lo sviluppatore si lanciava comunque in un attacco ad armi spianate per mostrarci il sistema di combattimento ma la diversa impostazione e il potenziale esito ci hanno permesso di prendere coscienza di tre aspetti veramente fondamentali di Cyberpunk 2077.
Scelte e conseguenze in salsa cyberpunk
Prima di tutto è evidente come la demo sia realmente basata su una porzione di gioco realizzata nella sua completezza. Ormai è tradizione dubitare di qualsiasi presentazione durante le fiere di settore perché non si è mai convinti che quanto mostrato arriverà effettivamente sul mercato nelle medesime condizioni estetiche e contenutistiche. Vedere che CD Projekt si può invece permettere, a soli due mesi di distanza, di rigiocare uno spezzone del titolo effettuando scelte differenti e comportandosi in modi alternativi, significa che effettivamente il gioco, per quanto lontanissimo dalla sua uscita e dall'essere completo nelle sue feature, è perfettamente giocabile e già ricco di contenuti. Soprattutto per quello che concerne la struttura e la densità di Night City.
È poi assai probabile che Cyberpunk 2077 possa rappresentare la naturale evoluzione del sistema di scelte e conseguenze che ha da sempre caratterizzato il franchise di The Witcher. Aver osservato i due differenti esiti della stessa quest e soprattutto aver ascoltato il vociare della gang criminale che, nella demo della Gamescom, si stava chiaramente preparando ad assaltare la Militech, ci ha permesso di immaginare una situazione avanzata di gioco dove magari la corporazione militare dovrà fare i conti con un attacco dei punk modificati. O, più semplicemente, il contatto che ci aveva permesso di ricevere i crediti con il virus installato, potrebbe venire assassinato o essere costretto a sparire da Night City facendoci perdere un'eventuale linea di quest secondarie. Nella medesima situazione mostrata all'E3 invece, potrebbe essere il gruppo criminale a sparire dalla città, massacrato dall'irruzione del gruppo militare, e questo potrebbe inibirci di commerciare con una potenziale fazione ben equipaggiata. E magari tutte queste conseguenze possono venire moltiplicate per centinaia di quest con esiti su sezioni molto avanzate del gioco.
Il terzo aspetto su cui ci siamo soffermati è la possibilità di completare missioni anche molto articolate senza sparare un singolo colpo. Nell'intervista con lo scrittore Stanisław Święcicki pubblicata qualche giorno fa, ci era stato confermato che Cyberpunk 2077 non sarà Deus Ex: Mankind Divided, visto che non sarà possibile completare il titolo evitando ogni uccisione e risolvendo tutto con i dialoghi. E questo elemento rimane ancora oggi valido, visto che anche uno dei quest designer del gioco con cui abbiamo avuto l'opportunità di chiacchierare durante la Gamescom - intervista che pubblicheremo integralmente nelle prossime settimane - ci ha effettivamente confermato la stessa cosa. Tuttavia saranno molte le missioni in cui, grazie alle nostre skill ed eventualmente alla capacità di dialogare con gli altri personaggi evitando di farli andare su di giri, potremo evitare le sparatorie e cavarcela solo con qualche espressione sprezzante.
Ci sono un altro paio di elementi secondari che abbiamo notato in questo incontro: la possibilità di avere anche armi da taglio utilizzabili durante i combattimenti melee (V a un certo punto utilizzava una spada molto simile alla katana) e un migliore rendering delle luci soprattutto in ambienti molto bui. Su domanda specifica, lo sviluppatore ci ha confermato che le tecniche di ray tracing presentate da NVIDIA non sono state implementate nel gioco ma gran parte degli artifici che simulano questa gestione dei raggi di luce sono già inseriti nell'engine che muove Cyberpunk 2077. A parere di chi scrive è comunque scontato immaginare che, considerato che il gioco non arriverà sul mercato prima della fine del prossimo anno o più realisticamente durante il 2020, il titolo uscirà con il pieno supporto a tutte le feature delle GeForce RTX attuali e future. D'altra parte CD Projekt ha uno storico di ottime partnership con NVIDIA e ci stupirebbe se le cose cambiassero con un titolo così atteso.
C'è ancora tantissimo da scoprire su Cyberpunk 2077 e probabilmente abbiamo visto solo la punta dell'iceberg che CD Projekt sta pian pianino creando e facendo emergere dal suo mare di creatività. La nostra speranza più grande è di non dover aspettare fino all'E3 del prossimo anno per rivedere il gioco, ma state tranquilli che in un modo o nell'altro qui su Multiplayer.it troveremo le occasioni per tornare a parlare di questo attesissimo titolo.
CERTEZZE
- La filosofia delle scelte e delle loro conseguenze sembra essere alla base delle azioni compiute nel gioco
- È possibile che al giocatore venga davvero concessa un'enorme libertà di azione nella risoluzione delle missioni
- Il mondo di gioco è estremamente denso e arricchito con un'incredibile attenzione al dettaglio
DUBBI
- Le sparatorie continuano a non convincerci pienamente ma dovremo aspettare di provarle in prima persona per emettere un giudizio più approfondito
- Le sezioni di guida sono al momento l'elemento meno interessante del gameplay